Diritti negati. Due mamme per Andrea tranne che per la legge
Dialogo di Katya Parente con Elena Toffolo
Francesca Mostosi è la mamma di Andrea. Anzi il papà. Ma com’è possibile, vi chiedete?
La storia, che ha dell’assurdo, è iniziata con la nascita della piccola – la cui madre biologica è Elena Toffolo.
Ma torniamo indietro per capire come sia potuto succedere, e diamo la parola proprio ad Elena.
Come vi siete conosciute tu e Francesca?
Io e Francesca ci siamo conosciute online, tramite il forum di The L Word, 20 anni fa. Abbiamo iniziato a chattare su Messenger (avevamo preso le nostre rispettive mail dal forum), poi abbiamo iniziato a scriverci mail, messaggi, telefonate, e, infine, conosciute. Lei è di Bergamo, io di Treviso.
Abbiamo vissuto i primi 10 anni a distanza, per poi stabilirci in provincia di Treviso, complice anche la crisi economica e la perdita del lavoro di Francesca.
Siamo unite civilmente dal 2018, abbiamo aspettato i decreti attuativi, viviamo stabilmente insieme in campagna.
Quando è nata vostra figlia?
Andrea è nata nel 2023, dopo aver effettuato una procedura di inseminazione a Copenaghen, in Danimarca. È andata bene alla prima occasione.
È stata una decisione che abbiamo ponderato per più di un anno, per poter essere certe di affrontare un percorso che poteva essere difficile, oltre che oneroso economicamente, e per essere certe che il nostro desiderio di genitorialità fosse davvero forte e radicato.
La piccola Andrea, anagraficamente, ha una mamma ed un papà. Ci puoi spiegare perché?
Andrea, anagraficamente, ha solo una mamma, solo io l’ho potuta riconoscere. Il donatore non ha diritti genitoriali sulla bambina.
Abbiamo chiesto, su suggerimento dell’avvocata che ci ha seguito nell’iter di adozione in casi particolari, di chiedere al Comune dove abbiamo registrato nostra figlia, il riconoscimento alla nascita di entrambe le mamme. Il Comune non ha potuto farlo, per un vuoto legislativo.
Il vostro obiettivo è quello di fare figurare anche Francesca come madre. Perché, visto che anche con la dicitura attuale tua moglie ha comunque la potestà genitoriale?
Francesca non ha diritti né doveri su Andrea, finché non sarà effettiva la sentenza di adozione e sarà trascritta nel registro del Comune, all’atto di nascita di nostra figlia.
Abbiamo seguito l’iter di adozione in casi particolari, una legge nata non per le famiglie omogenitorali, ma l’unica che, al momento, possa dare pieno riconoscimento, con un iter che ha tempistiche variabili, da alcuni mesi ad alcuni anni.
Qualora vinceste la causa, si creerebbe un precedente. Come vi sentite in questo ruolo di apripista?
Le adozioni in casi particolari ci sono già dal 2017. La cosiddetta legge Cirinnà, in una delle sue prime formulazioni, introduceva anche una legislazione per la filiazione nelle famiglie omogenitoriali. Parte che è stata stracciata per poter far passare tutto il resto.
Il problema che ora si pone riguarda la carta d’identità elettronica di nostra figlia: con il decreto Salvini del 2019, Francesca figurerebbe come “padre” o non figurerebbe, perché il gestionale usa come termini “padre” e “madre” e non più “genitore”.
Attendiamo la Cassazione rispetto una causa di una famiglia di Roma che ha fatto richiesta in tribunale la rettifica del documento del proprio figlio.
Se la Cassazione desse ragione alla famiglia, probabilmente il gestionale dovrà essere adeguato in tutta Italia, e non solo per il caso specifico, come attualmente è.
Ancora una volta, la vita va più veloce dell’iter legislativo. Ma basterebbe un po’ meno rigidità e un po’ più di buon senso (e di apertura mentale) per riempire vuoti come questo.
Auguriamo alla piccola Andrea di avere presto due mamme anche di fronte alla legge, com’è già nei fatti e nei cuori di Elena e Francesca.