Diversità in dialogo. I cristiani LGBT lombardi si confrontano con la loro Chiesa
Riflessioni di Maurizio del gruppo di cristiani LGBT Parma
La Sezione Lombardia di Cammini di Speranza ha organizzato un “tavolo di dialogo” al santuario mariano di Caravaggio sabato 7 ottobre 2017. Don Antonio da il benvenuto: il ritrovarci in un santuario mariano simbolizza la maternità della Chiesa, una madre che accoglie tutti i suoi figli. Don Gianpaolo a nome del Vescovo porta i saluti invitandoci a non sentirci ospiti , ma membri a pieno titolo della Chiesa. Fabio Regis ci introduce nella mattinata che passerà nella presentazione dei gruppi.
Gianni Geraci per il Guado di Milano, presenta la storia del gruppo a fa alcune considerazioni: richiama il teologo Chiavacci (cito a memoria): “voi dovete fare teologia, sarà anche scadente, ma se non parlerete della vostra vita chi lo farà per voi?“, in riferimento alla Tradizione diceva che non si tratta di di mettere in dubbio la tradizione, ma di lavorare per arricchirla: perché possa comprendere le situazioni “raccontare la nostra vita nelle chiese“. Mi sembra che questa citazione racchiuda uno dei contenuti chiave di questa giornata caratterizzata dalla coscienza di essere ad uno snodo storico che richiede la nostra consapevolezza ed il nostro impegno, in definitiva un nuovo senso di responsabilità. In questo contesto Gianni parlava pure di “visibilità” e di “audacia” nell’offrire occasioni nelle quali confrontarci.
Dopo Gianni fra Paolo (erano 6 i sacerdoti presenti, che accompagnano pastoralmente i gruppi di cristiani LGBT, provenienti da diverse diocesi) ha presentato il gruppo di Bergamo “La creta” e sottolineato l’importanza della pace che le persone devono fare in se stesse, e “la persona è le sue relazioni, e la relazione è responsabilità“. Accoglienza ed inclusione, e l’inclusione è l’anima del Vangelo. Definisce la loro esperienza spesso come: “troppo omosessuale per i cattolici, è troppo cattolica per gli omosessuali“, sottolinea come la mediazione è mettersi in gioco nella ricerca incessante della Verità.
Andrea presenta la Fonte di Milano, che fa emergere l’esigenza di lavorare sui dubbi alla luce del Vangelo. E portare “questa realtà” nelle parrocchie, nella pastorale ordinaria.
Nicolò di Vigevano, presente con don Moreno e don Roberto, presenta “l’albero di Zaccheo” con un’interessante lettura di “questo albero” servito non per vedere Gesù, ma per mostrarsi essere visti da Lui (inizio del diciannovesimo capitolo del Vangelo di Luca).
Sergio di Cremona presenta il suo gruppo con don Antonio, e don Alberto di Crema che sottolinea come il suo Vescovo gli abbia chiesto di seguire le “periferie esistenziali”. La sottolineatura di Sergio porta a riflettere come la Chiesa sia “aperta a tutti”.
Gianmarco del gruppo giovani cristiani LGBT presenta la loro esperienza e chiede: “ascoltateci, dialogate con noi, lasciateci emergere, andiamo oltre il fuoco incrociato omosessuali e cattolici!”
Quindi si presenta il VARCO (REFO) di Milano, Cristian presenta Samaria.
Corrado presenta l’esperienza dei genitori con figli LGBT del gruppo Davide di Parma: “Ci siamo confrontati con persone vive, persone e famiglie che hanno vissuto la nostra stessa storia: che sono sole; che vivono con angoscia la loro realtà; spesso la negano o la nascondono; molte soffron o il rifiuto e l’allontanamento dalle proprie comunità di fede. Per noi è stato innanzitutto un gruppo di accoglienza, di ascolto sincero e profondo, di sostegno ed è stato un gruppo in cui rileggere questa esperienza di vita alla luce della Parola, alla luce della fede: “quale è il progetto d’amore pensato dal Padre per noi e per i nostri figli in questa realtà? Quale grazia vi è nascosta? Come svelarla? Come condividerla?”. “Vogliamo continuare a tenere stretti i nostri figli con una mano, la Chiesa con l’altra, perché nessuno vada perduto. Come ogni padre sogna di vedere TUTTI i propri figli seduti intorno alla stessa tavola e mangiare lo stesso pane in fraternità, ugualmentepensiamo sia questo il sogno del nostro Padre celeste.”
Nel pomeriggio il lavoro si articola in tre gruppi e ci sarà la presentazione del gruppo di Reggio Emilia da parte dell’Elena come esperienza di in gruppo parrocchiale, nella pastorale ordinaria. E il saluto di due genitori dell’AGAPO. E il giornalista cattolico Castagnaro porta un saluto: “stupito della testimonianza di spiritualità di questi gruppi, una ricchezza per la Chiesa“.
Andiamo a Messa nella splendida cappella allestita per la visita di Giovanni Paolo secondo. La Parola di Dio, i canti, il clima singolare di unità, mi sembra di vedere tralci, grappoli maturi di una vite secolare maturati dove forse tanti non pensavano di trovare frutti che maturassero: ma sono lì, vivi e ricchi.
Il senso comune che emerge con dati sincronici nei tre gruppi è la consapevolezza di un “nuovo livello” , dell’esigenza di creare canali, un canale informativo stabile, incontri al vertice periodici, forse di un tavolo comune lombardo.
Bisogna favorire la nascita di gruppi di genitori, forse di gruppi misti, come a Reggio, ma più della caratteristica di gruppi misti come componenti, credo si senta l’esigenza di gruppi parrocchiali, gruppi tra i gruppi nella pastorale ordinaria della Chiesa. Si sottolinea l’esigenza della visibilità. Si sottolinea fortemente la necessità di favorire interventi di studio teologico, e di formazione dei pastori: abbiamo a che fare con un’antropologia datata…
Bene credo di avere riassunto, molto riassunto tutto. Usciamo, visitiamo la basilica, è il tramonto… eppure sono certo di avere visto la luce di un’alba vicina.