Dopo 11 anni di matrimonio mi scopro lesbica a quarant’anni. Che faccio?
Email inviataci da Claudia, risponde Alessandra Bialetti*, Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Mi chiamo Claudia, ho 48 anni. Volevo un’opinione e un aiuto sia dalla psicologa/psicoterapeuta, sia dal sacerdote. Sono sposata da 11 anni con un uomo che ho voluto ardentemente all’epoca e di cui, purtroppo non sono più innamorata, forse perché ho capito che lui non mi ha sposata perché innamorato particolarmente come lo ero io, ma perché era stato lasciato da una prima di me di cui lui era cotto da morire.
Queste cose le ho capite solo dopo il matrimonio. Mio marito le nega. Ma io so’ che è così. Abbiamo avuto un figlio che adoriamo. Mio marito, comunque, è un brav’uomo, e anche un buon padre. Lui dice di amarmi e sento il suo bene per me. Ma io non provo più attrazione per lui, anche se gli voglio bene. Il mio amore è finito per lui,vsi è come spento tutto d’un tratto quando capii che non ero stata nel suo cuore la donna che io avrei voluto e che mi sono illusa di essere per molto tempo.
Nel frattempo, da quasi tre anni a questa parte, provo attrazione per le donne. Mi sono anche innamorata di una ragazza che però non ha corrisposto, si è sposata da poco ed è andata via dal mio paese.La penso spesso. Soprattutto nei momenti intimi con mio marito, momenti che lui cerca molto, ma che io cerco di evitarli il più possibile adducendo mille scuse!Ovviamente lui non sa nulla, né io voglio dirgli nulla perché non voglio ferire mio figlio, né lui.
Soffro moltissimo, sia perché sono una bugiarda, anche se lo faccio per un bene superiore, sia perché cristianamente tutto ciò mi sconcerta. Perché mi è capitato tutto sto casino? Sono molto praticante e vicina ai sacramenti. Il mio confessore dice che è una tentazione che devo respingere, questa inclinazione omosessuale. Ma lui non sa che questa inclinazione io l’avevo già da piccola! Sì, perché dovete sapere che io sono “nata” lesbica, ma poi, dopo un profondo percorso spirituale fatto insieme alla “mia migliore amica” di allora (con cui avevo avuto una storia, anche se lei non era lesbica) e guidato da un illuminato padre confessore, mi riscopro dopo alcuni anni, a 25 anni per l’esattezza, attratta sessualmente dagli uomini!
Era per me un miracolo inaspettato!! Anche perché allora io non accettavo la mia omosessualità! Sono stata etero per 20 anni, ho frequentato uomini e poi mi sono appunto felicemente e SENZA INGANNO fidanzata e poi sposata con mio marito.
Ora, anche se la mia ritrovata omosessualità mi fa molto soffrire perché è in contrasto con la mia situazione famigliare, stranamente, in fondo in fondo, l’accetto molto di più di quanto non facessi da bambina e da ragazza!Ma ora la mia omosessualità non la posso vivere!E non so se ora mi fa soffrire più il fatto che non la posso vivere fino in fondo o perché mi mette in una situazione di crisi di coscienza!
Ma mi chiedo: perché è tornata? Perché il miracolo è finito? Si è, forse,esaurito? E volendo dare una spiegazione o un’opinione psicologica di questo evento, perché è avvenuto proprio ora? perché sono tornata ad essere omosessuale?Questo turbinio di quesiti mi sconvolgono da un punto di vista spirituale e psicologico.
Vorrei una risposta o un’opinione sia da una psicologa/psicoterapeuta, ma anche da un sacerdote, perché la cosa mi mette in crisi anche da un punto spirituale. Grazie a tutti e attendo al più presto le vostre risposte.
Claudia
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La risposta…
Carissima Claudia, grazie della lettera che ci hai inviato e per aver condiviso con noi la tua esperienza.
Ciò che esprimi è fonte di varie riflessioni in quanto la tua testimonianza è ricca di molte sfaccettature. Dici di esserti sposata perché lo hai voluto ardentemente ma senti di non essere più innamorata di tuo marito da quando hai capito che le sue intenzioni forse erano diverse anche se questo tuo sentire non è sostenuto dalle sue affermazioni. In ogni caso dici di non provare per lui lo stesso sentimento di allora anche se lo ritieni una brava persona e un buon padre. Avete un figlio che entrambi amate, cosa che ti può portare a comprendere che importanza e valore abbia la vostra genitorialità a prescindere da tutto il resto.
Il legame coniugale potrebbe anche finire ma il vostro essere genitori rimarrebbe per sempre. A questo sembra aggiungersi la tua attrazione per le donne da circa tre anni con conseguente innamoramento di una ragazza sebbene non corrisposto. Il pensiero di questo affetto ti segue tuttora soprattutto nell’intimità con tuo marito, intimità che dici di non desiderare più e che cerchi di evitare con varie giustificazioni.
In questo vissuto si innestano i tuoi dubbi, domande e considerazioni, ma soprattutto la tua sofferenza data sia dal fatto che non vuoi parlare con tuo marito per non ferirlo sia dalla tua fede che entra in contrasto con ciò che senti e provi. Parli di un accompagnamento in confessione in cui però non sei riuscita ad essere chiara circa l’inclinazione sessuale che senti di aver fin da piccola. L’orientamento sessuale non è qualcosa che si acquisisce con il tempo, un qualcosa che non era in sé e poi si è aggiunto al proprio essere ma qualcosa che è connaturato con la persona e costituisce il suo modo di vivere l’affettività (e non semplicemente la sessualità) e di progettare le proprie scelte di vita. Dici di essere “nata” lesbica e di averlo quindi sempre saputo anche se poi le tue strade si sono allontanate da tutto questo.
Quindi quando parli di esserti riscoperta attratta sessualmente dagli uomini e di viverlo come un miracolo forse hai bisogno di comprendere meglio in quale direzione il tuo orientamento era indirizzato da piccola e poi da giovane. La consapevolezza del fatto che non avevi accettato la tua omosessualità è un elemento che ti può guidare a fare più chiarezza in te stessa.
L’educazione ricevuta, la formazione, la cultura in cui si è cresciuti non sempre agevola il lavoro di comprensione della propria sessualità in quanto spesso questa è fatta oggetto di discriminazione, critiche, giudizi e pregiudizi che spingono naturalmente a nascondersi o a crearsi una vita di tipo diverso. Purtroppo a volte, dopo una vita di rimozione del “problema” in età più adulta e matura ci si può ritrovare davanti agli stessi interrogativi irrisolti e magari con scelte di vita fatte in assoluta buona fede perché sembrava la migliore via per gestire ciò che si sentiva. Quindi può capitare che, per difendersi da un qualcosa che si percepisce socialmente e religiosamente sbagliato, si finisca per nascondere o rimuovere certe parti di sé che sarebbero fonte di sofferenza e dolore.
Sicuramente il tuo fidanzamento e il matrimonio, come anche la tua maternità, non sono stati un inganno ma un qualcosa che sentivi giusto per te in quel momento della tua vita e con gli strumenti di accettazione o meno che avevi del tuo orientamento. Oggi, da persona adulta e matura, dici di aver meno problemi ad accogliere tutto questo ma di non poterlo vivere pienamente perché recherebbe sofferenza e ti metterebbe in crisi con il tuo cammino religioso.
Il perché tutto questo avvenga ora, il perché sia finito il miracolo, come tu lo definisci, nasce probabilmente dal fatto che ora, dopo un percorso di vita, sei in grado di guardare con più lucidità, e forse meno paure e dubbi, all’integrità della tua vita, compreso l’orientamento sessuale. Come già detto, ma è importante ribadirlo per maggiore chiarezza, non si torna ad essere omosessuali ma ci si riappropria di qualcosa che fa parte di sé e che spesso non può essere più taciuta in quanto si è fatti per la verità e per la completezza di una vita che, a volte, si può declinare in modo diverso da quanto ci si sarebbe aspettati.
Il cammino di riappropriazione di un’identità di genere o di un orientamento sessuale non è facile né privo di difficoltà e sofferenza come anche la decisione se viverlo pienamente o lasciarlo in ombra. E questo mi sembra il bivio sul quale tu ti stai soffermando: capire cosa voglia dire per te tutto questo in un momento della tua vita in cui sei moglie e madre, i dubbi di coscienza che questo genera e l’impossibilità di viverti pienamente per tanti timori, dubbi e interrogativi.
Ti percepisco una persona sinceramente in cammino verso se stessa e allo stesso tempo delicata e attenta nei confronti delle persone a te vicine che potrebbero soffrire. Quindi prendi il tuo tempo per verificare quanto il tuo esser omosessuale sia una dimensione importante nella tua vita, quanto ti faccia sentire in accordo con te stessa e in un rapporto di autenticità con gli altri piuttosto che di nascondimento o menzogna. Un’ulteriore riflessione riguarda eventualmente il parlare con tuo marito e con le persone a te vicine e che ritieni comprensive ed affettivamente importanti in quanto potrebbero essere un valido aiuto per accoglierti nel profondo.
Un piccolo consiglio pratico può essere rappresentato dalla possibilità di entrare in contatto con Rete Genitori Rainbow, un’associazione che riunisce genitori omosessuali e transessuali che hanno figli da precedenti relazioni eterosessuali. Tutte persone che come te, hanno percorso un cammino di comprensione di se stessi, hanno vissuto gli stessi dubbi, paure, interrogativi e lo stesso sentirsi “sbagliate” in certi momenti del loro percorso.
La condivisione con il loro vissuto potrebbe sostenerti nel fare maggiore chiarezza e soprattutto nel non sentirti sola in questo momento delicato della tua vita. Allo stesso tempo tieni presente che in molte città puoi trovare gruppi di credenti omosessuali che compiono percorsi di integrazione di fede e omosessualità e che ti potrebbero sostenere nell’affrontare i tuoi dubbi religiosi unitamente all’aiuto e ascolto di validi sacerdoti. Grazie ancora della sincerità e verità delle tue parole e del tuo coraggio nel condividere la tua vita.
Un abbraccio sentito. Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche.
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