Educazione alla diversità: un’avventura didattica
Articolo di di Daniela Tuscano , fotografie di Petalo e Cristiano C.
Il racconto di un progetto didattico realizzato in una seconda superiore per creare un percorso di Educazione alla diversità, al fine di imparare a riconoscerla e ad amarla, coi suoi pregi e i suoi limiti.
Nel corso del precedente anno scolastico ho realizzato con i miei studenti di seconda superiore un percorso di Educazione alla diversità. Si è trattato di un’iniziativa volutamente “artigianale”: non intendevo avvalermi di “esperti” che tenessero asettiche e cattedratiche lezioni.
Scopo di questa iniziativa era valorizzare la diversità in ognuno di noi, per imparare a riconoscerla e ad amarla, coi suoi pregi e i suoi limiti. In una società da un lato violentemente omologatrice e dall’altra frastornata da svariati stili di vita, sensibilità, credi e ideologie è facile, per i giovani, cedere allo smarrimento o, per reazione, alla chiusura.
Occorre invece uno sguardo ampio ed evoluto, scevro da preconcetti ma non impreparato, per affrontare le sfide e gli stimoli di ogni giorno.
I livelli sono stati essenzialmente quattro:
Primo livello
Mi sono avvalsa degli strumenti didattici tradizionali: antologie, letture di libri, riassunto degli stessi e loro commento in classe, cercando di trovare sempre i legami con l’attualità. E’ indispensabile che i ragazzi si convincano dell’”utilità” della letteratura. Soprattutto chi frequenta, come nel caso dei miei alunni, un Istituto tecnico, è intimamente convinto che le materie umanistiche siano una perdita di tempo; e non solo per una generale, scarsa volontà di applicarsi. E’ proprio che, in questo mondo iper-tecnologico e velocizzato, tutto quanto non fornisca un risultato immediato e “tangibile” è scartato a priori.
La mia materia è “lenta” per antonomasia, per certi versi si può assimilare al sonno, o meglio all’otium dei latini, al “riposo” dei Greci. Affinché non restino solo parole, però, bisogna dimostrare che le cose stanno proprio così. Ho quindi affiancato agli strumenti “canonici” l’interdisciplinarità (in particolare con l’insegnante di religione) e, a un certo punto dell’anno, le “esperienze guidate” .
Si tratta di letture da ascoltare a occhi chiusi, nel silenzio o con un rilassante sottofondo musicale, durante le quali il fruitore si immedesima nella situazione descritta. Se non riesce, non importa, ciò che conta è l’assoluto abbandono. Alla fine seguiva un breve dibattito su quello che si era provato.
Molti si sorprendevano delle difficoltà incontrate a immaginarsi in situazioni anche molto tranquille, e si rendevano conto di conoscersi pochissimo e di non essersi mai davvero soffermati su di sé.
Secondo livello
Una seconda tappa sono stati giochi interattivi, scambio di ruoli, elenco alfabetico delle cose che mi piacciono/non mi piacciono e perché, le mie virtù e i miei difetti ecc. Il tutto da presentare in classe, ad alta voce, di fronte agli altri.
Poi tornavamo su una lettura idonea, per esempio Calvino o (nel secondo quadrimestre) le poesie di Saba, Penna e Vivian Lamarque (in particolare La signora dei baci), dove si mettevano a nudo i propri pregiudizi e le proprie resistenze.
Nel frattempo era però indispensabile che l’insegnante stessa si mettesse in gioco. Ritengo che i ruoli debbano rimanere ben distinti. E tuttavia gli studenti devono percepire di avere davanti a sé, una persona “adulta” (sono io, per loro, la prima “diversa”) ma nello stesso tempo uguale in umanità. Percepire l’umanità dell’altro/a, e non semplicemente il suo ruolo e altre sovrastrutture, è essenziale per il successo di simili (e non solo) iniziative.
Terzo livello
Verso la fine del primo quadrimestre e l’inizio del secondo ho sottoposto ai ragazzi un questionario sulla diversità, rigorosamente anonimo, dove, però, bisognava specificare il sesso di appartenenza. La scelta del singolare è stata ponderata: è vero che le diversità sono molteplici, ma è altrettanto vero che i ragazzi, e le persone in generale, temono un’idea, “la” diversità appunto, quasi fosse un mostro da esorcizzare. Mentre rendersi conto che si ha paura di qualcosa di astratto è il primo passo per rapportarsi in modo corretto con la realtà. In linea di massima è emerso quanto segue:
Il 95% degli allievi della ritiene che la diversità sia qualcosa presente in ognuno di noi, a seconda della propria natura.
Del restante 5%, la maggioranza (solo maschile) pensa sia qualcosa che esce dalla norma.
Circa la metà degli alunni considera “diversi” tutti, o nessuno (con una netta prevalenza della prima opzione). Seguono, rispettivamente, “chi devia dalla norma” (solo risposte maschili), chi non si adegua ai canoni imposti dalla società e quelli/e che la società considera tali. Alla domanda “E a me, càpita di sentirmi diverso/a?” il 90% ha risposto affermativamente (con una netta preponderanza di “qualche volta”), il 9% ha risposto “Diverso da chi?”, l’1% considera diverso “sé stesso/a”.
Le motivazioni addotte sono le seguenti: circa la metà si sente diverso/a quando sostiene idee contrarie a ciò che pensa la massa; il resto, nell’ordine, per svariati motivi (opzione: altro), perché è felice della propria unicità, perché si sente incompreso/a da genitori, amici e insegnanti. Riguardo allo stato d’animo provato in quel momento, la maggioranza ha risposto che la cosa l* lascia indifferente, il resto si sente, rispettivamente, “felice” e “incompreso/a”. Per una buona maggioranza di alunni, la diversità è qualcosa di potenzialmente positivo; seguono, nell’ordine, qualcosa di “neutro” e “positivo”.
Sempre la maggioranza è convinta che, per la società, la diversità sia invece “un problema, anche se si sta adeguando per accettarla”. Una significativa minoranza ritiene, al contrario, che sia una ricchezza almeno potenziale, benché permangano ingiustizie da risolvere. Chi ha scelto, a vari gradi, l’opzione “un problema”, individua i nodi irrisolti dalla società rispettivamente negli extracomunitari, nelle povertà del Terzo Mondo e nel razzismo; alcuni segnalano poi la mancanza di alcuni diritti civili per le persone omosessuali, l’emarginazione di chi non si adegua ai canoni imposti dalla moda, dai grandi media o dell’estetica, la mancata attenzione per disabili e tossicodipendenti.
Chi ha parlato di “ricchezza” si è rifatto alle proprie esperienze personali o ha esaltato i pregi del multiculturalismo. Una significativa minoranza non ha invece saputo o voluto rispondere. La quasi totalità della classe è convinta che gli extracomunitari e gli omosessuali siano considerati “diversi” dalla nostra società; seguono, nell’ordine, i disabili e i tossicodipendenti, gli ebrei, i disoccupati o sotto-occupati.
Tra i “diversi” simpatici si annoverano i bambini, seguiti dai disabili e dagli anziani, dagli omosessuali (risposte maschili e femminili) e dalle donne.
Si aggiungono poi quelli che credono nell’amicizia e altre categorie. 1/6 della classe non ha risposto. Tra i “diversi” antipatici spiccano gli extracomunitari e nessuno. Si nota, solo da qualche risposta maschile, diffidenza verso gli omosessuali. Alcuni non hanno fornito risposte.
I risultati sono molto interessanti e per alcuni versi incoraggianti, mentre in altri permangono alcune chiusure; prevedibilmente, le ragazze si sono dimostrate più aperte e malleabili dei loro compagni maschi, ma anche in alcuni di questi ultimi sembra emergere una mentalità più aperta, meno rigida, dove i valori di comprensione e tenerezza – “femminili” per eccellenza – non sono del tutto rifiutati.
Certi ragazzi hanno anzi approfittato del questionario per confidare le loro incertezze, ansie, dubbi e per manifestare, al riparo da emarginazioni, la loro intimità.
Quarto livello
Per l’ultima tappa mi sono avvalsa della collaborazione del mio amico Cristiano, del gruppo gay credente “Emmanuele” di Padova, col quale avevo seguito un incontro sui volti dell’amore tenuto a Padova. Niente è più “diverso”, poliedrico, sfaccettato ma – al giorno d’oggi – banalizzato dell’amore.
E poi cosa s’intende per amore? Questo scambio “triangolare” fra me, loro e Cristiano – che rispondeva tramite computer – è stato molto appassionante e arricchente, in qualche modo ha aperto anche loro gli spiragli sull’”indecifrabile” mondo adulto e li ha messi in relazione con un uomo dalla grande umanità – e “diversa” per la sua vicenda personale – .
Sono partita da alcuni pensieri del mio amico e li ho sottoposti alla classe, facendoli loro analizzare (anche dal punto di vista grammaticale: tutto serve!).
Qui di seguito il testo:
“Il sentimento non può annullare il valore insito in ognuno di noi. L’amore mi cambia ma non mi snatura, semmai dovrebbe potenziarmi, facendomi crescere con qualcuno: confrontarsi, fronteggiarsi, integrarsi nelle proprie diversità è il simbolo di un rapporto d’amore serio e maturo! L’albero ha bisogno della collina per il sostentamento, il nutrimento e ci si aggrappa con forza; la collina ha bisogno dell’albero per consolidarsi, per non rovinare a valle sotto le piogge scroscianti, per ripararsi dal sole cocente dell’estate infuocata; ma uno è sempre albero, l’altra è ancora collina: nella forza del legame reciproco c’è qualcosa di nuovo”.
E qui sotto le analisi dei ragazzi (i nomi sono di fantasia) e le risposte sono di Cristiano:
ANTONELLA: Sono d’accordo con l’autore perché l’amore è una cosa unica e rara che ci fa crescere ogni giorno di più anche se ci fa soffrire.
[Cristiano] Cara Antonella, dici una cosa vera: l’amore ci fa crescere. Non sono le cose che possediamo, o le cose che facciamo che ci danno il nostro valore. E’ l’amore che ci restituisce la dignità di uomo e di donna, in quanto persone in grado di donarsi agli altri. Focalizzandoti su un’esperienza di amore, cosa ti ha fatto soffrire ed in cosa ti ha fatto crescere?
FRANCESCO: Tanti sono i tipi d’amore che una persona può provare: l’amore tra i genitori e i figli, quello tra gli amici e quello con il proprio ragazzo. Mi è piaciuto molto il paragone tra l’albero e la collina perchè la persona ha bisogno d’affetto sincero di un’altra persona, come l’albero ha bisogno della collina.
GIACOMO: Sono d’accordo con l’autore perchè l’amore ci fa crescere l’uno con l’altro. Bella la similitudine usata per l’albero con la collina.
[Cristiano] Sono contento che la similitudine ti/vi sia piaciuta. Nell’immagine dell’albero e della collina ho visto una simbiosi fatta di radicamento nell’altro. Non quindi un semplice esserci, ma un essere compenetrati, essere saldati l’uno all’altro in maniera forte, tenace, importante e costruttiva. Nella tua vita Giacomo, con chi ti senti fortemente radicato? da chi ti senti compenetrato?
SUSANNA: Sono d’accordo con Cristiano, perché penso che l’amore sia un sentimento bellissimo condiviso tra persone che veramente si vogliono bene e farebbero qualunque cosa per il compagno. E’ una cosa bellissima anche se a volte l’amore non permette di ragionare lucidamente, quando è troppo forte e intenso. Bisogna saper accorgersi di stare sbagliando anche per salvare il rapporto.
[Cristiano] Cara Susanna, l’aspetto della non lucidità dell’amore è sicuramente quello più misterioso. Per amore riesci a fare cose impensabili, che la tua ragione , se avesse voce in capitolo, ti urlerebbe . “Ma cosa stai facendo?” Eppure, come tu sottolinei, talvolta questo fiume in piena ha bisogno di lucidità, di razionalità. Anzi aggiungo: l’amore vero è solo quello in cui anche la testa entra e fa la sua parte. Nell’amore vero (cioè maturo) infatti io leggo anche la
VOLONTA’ di capire,costruire. Per l’albero mettere le radici nella collina non è una cosa né semplice né scontata, e tanto meno per la collina lasciarsi penetrare, aprirsi. Ci vuole forza e costanza di andare dritti verso l’obiettivo, in una parola volontà. Una domanda: come fai ad accorgerti che stai sbagliando? chi te lo dice?
PIERA: Credo che l’amore sia il sentimento più grande che un uomo possa provare. le leggi dettate dall’amore sono le più sincere e le più pure. Ogni persona può trarre delle lezioni di vita da questo sentimento e un giorno potrà anche raccoglierne i frutti per una crescita personale che va oltre le cose materiali che la nostra società ci impone. A partire dalla nascita fino alla morte, ogni persona viene amata e a sua volta ama, basti pensare all’amore della mamma nei confronti del suo bambino.
[Cristiano] Che bello l’amore della mamma verso il bambino. E pensa anche alle svariate forme in cui l’amore si manifesta , e quanto queste siano importanti per prendere consapevolezza di sé e poter rispondere alle domande che alla fine ogni uomo si pone: chi sono? cosa sono venuto a fare sulla terra?quali migliori frutti di questi, eh, Piera? Qual è la forma di amore che senti a te più congeniale adesso?
PAOLO: Penso sia una poesia affettuosa nella quale per chiarire il concetto di amore pone come protagonisti luna collina e un albero che vivono in simbiosi come due fidanzati che si aiutano vicendevolmente. Considera anche la possibilità che l’uno o l’altro non possano vivere senza mettendo come esempio la rovinosa caduta della collina senza l’albero durante le piogge.
[Cristiano] Ciao Paolo, mi soffermo sulla parola fidanzati, che hai usato non a caso. Nel senso che, comunemente, quando vogliamo dare l’immagine di una tenerezza/disponibilità e dedizione al massimo grado si parla in genere di quel momento particolare che è il pre- (matrimonio, convivenza o comunque impegno più solido). Ti sei mai chiesto il perché succeda che le persone siano più disponibili in questa “fase”?
LILIANA: Sono d’accordo con l’autore di questa poesia… Oltre all’amore tra un uomo e una donna, esistono tanti modi di amare. c’è l’amore per i genitori e i figli e c’è l’amicizia. E’ incredibile il legame d’amicizia che possono avere due persone… Accadde così anche a me, come a chiunque altro, quando ero una ragazzina…Trovai una persona speciale, una bambina che come me amava il calcio. Era destino che prima o poi ci saremmo incontrate. Da piccole eravamo due “snobbine”, sempre pronte a confrontarci, fronteggiarci, misurarci per capire chi fosse la migliore…
Era più grande di me solo di un mese…Giocavamo insieme a calcio…per quel poco tempo che stavamo insieme, avevamo un legame fortissimo l’una con l’altra. Un legame simile ad una lunga catena… Le altre persone che prima o poi avrei conosciuto, non avrebbero mai avuto con me il legame che io avevo con lei… Crescendo, ci telefonavamo, e quando tutte e due avevamo il cellulare ci mandavamo i messaggi. Pian piano ci conoscevamo, eravamo e siamo completamente diverse, ma ci integravamo nelle nostre diversità… E poi, quella voce, quella gioia quando mi chiamava o mi cercava… un litigio non durava mai molto…Con il passare del tempo, ci sentivamo sempre, sempre. Era diventata la mia migliore amica. L’amicizia è una cosa favolosa!
[Cristiano] Cara Liliana, mentre leggevo queste tue righe mi si dipingeva un sorriso sul viso: come ti ho sentita vicina, come anch’io ho conosciuto questo legame che cresce nel tempo e diventa tutt’uno con noi e la ns vita! Sai, non credo sia soltanto questione di fortuna: credo che sia questione di disposizione verso gli altri… una lunga catena: bella quest’immagine! Perché l’amicizia è salda come una catena (c’è, la si sente, è forte) ma è anche lunga: cioè ti lascia tanta libertà, quasi come se il vincolo non ci fosse (ma c’è..) Domanda per te: quanto ti senti libera e quanto costretta nel rapporto di amicizia od in generale in un qualsiasi rapporto di amore?
GIUSEPPE: Secondo me Cristiano ha ragione. Perché l’amore non è un sentimento che fa cambiare il carattere e la personalità ma lo rende solo più dolce. Con l’amore vero un’altra persona impara a conoscere i pregi e i difetti dell’altro, a discutere su quando non si è d’accordo crescendo insieme, provando delle emozioni. Inoltre quando le cose non vanno bene e sembra che tutto il mondo ti crolli addosso avere una persona vicino che prova un sentimento d’amore è molto utile. Io personalmente penso che l’amore sia un sentimento dolce e tenero che fa apprezzare quello che abbiamo, e cioè la vita e la possibilità di amare. Io l’ho provato quando mesi fa è nata la mia nipotina.
[Cristiano] Caro Giuseppe, se questi sono i presupposti sarai un buono zio per la tua nipotina! Apprezzo molto le tue parole e mi permetto di andare oltre quello che tu dici. Amore è anche prendersi cura dell’altro, nel modo opportuno per l’altro: un bambino piccolo lo imbocchi e lo prendi in braccio; uno un po’ più grande lo guidi nei suoi passi; un coetaneo amico lo ascolti,lo consigli,ne condividi gioie e sofferenze etc. In alcuni casi il rapporto è univoco (tua nipote non ti imbocca né ti prende in braccio) in altri è biunivoco (reciproco). Ma è proprio vero quello che ho appena detto, oppure anche tua nipote ti ha “dato” qualcosa?in amore si dà e si riceve sempre?
SEBASTIANO: Io sono d’accordo con l’autore anche se non ho mai avuto un vero amore. Secondo me l’amore non snatura le persone ma le aiuta a condividere il prossimo con serenità con altre. L’amore aiuta in qualsiasi cosa, aumenta la voglia di vivere, di scoprire e di andare avanti nella vita, è un sentimento reciprovìco tra persone ma non solo; può accadere anche quando una persona svolge un lavoro o qualsiasi altra cosa con questo sentimento. E’ una delle poche cose che ogni singolo individuo proverà almeno una volta nella vita.
Cristiano] Sebastiano, mi ha fatto immensamente simpatia quel RECIPROVICO che hai scritto: sì perché l’amore è più bello se reciproco ma ha dentro di sé tutta la tensione e tutta l’incertezza di una PROVA. Che bel termine ti è uscito dalla penna! E senti, quando l’amore non è un sentimento “reciprovico” (come portavi tu ad esempio nel tuo commento) da che cosa nasce? da dove viene?
MARCO: Io sono d’accordo con l’autore riguardo a quello che ha detto. Gli interessi tra due persone si intensificano e sboccia una relazione sempre più stretta. Mi è piaciuta la similitudine dell’albero con la collina. due esseri diversi ma che hanno bisogno l’uno dell’altro.
[Cristiano] Caro Marco, visto che sei stato molto stringato a te faccio subito la domanda: il bisogno di cui parli è una forma di dipendenza? crea dipendenza? e se l’amore crea dipendenza come fa a liberarti?
LUIGI: Sono d’accordo con l’autore, l’amore tra due persone serve a far crescere, a rafforzarle, anche interiormente, ma non per questo cambia il nostro modo di fare, di comportarci, siamo sempre noi stessi. Come dimostra il paragone con l’albero e la collina.
[Cristiano] Sono felice che il paragone ti sia piaciuto. E tu, se dovessi descrivere con una tua immagine l’amore, a che cosa lo assimileresti?
FILOMENA: Sono d’accordo con l’autore di questa poesia perché credo che l’amore sia la cosa più bella che la vita ci possa offrire anche se nel frattempo è capace di farti soffrire molto.
[Cristiano] Cara Filomena, mi fa piacere che tu sia d’accordo con me e voglio domandarti: in che cosa ti fa soffrire l’amore? quali sono le cause possibili? è proprio necessaria un po’ di sofferenza nell’amore?
ALBERTO: Io sono d’accordo con Cristiano perché il sentimento che lui descrive è vero.
[Cristiano] Alberto, tu devi essere un tipo che bada poco alle parole e molto ai fatti: ed in questo mi trovo molto simile a te! In cosa trovi che il sentimento che descrivo è vero? quali sono le parole/definizioni/pennellate che ti fanno sentire ciò che ho scritto molto vicino alla tua esperienza?
GIANNI: L’autore di questa lettera a parer mio scrive cose giuste. Anche per me l’amore ti rafforza e ti fa diventare diverso. Diventi una persona allegra, serena e secondo me ti impegni anche a scuola. Ci sono diversi tipi di amore: amore per i genitori, per lo sport e per gli amici. Secondo me l’amicizia è molto importante a tutte le età. Io senza amici non riuscirei a vivere perchè ti fanno sentire importante. Io credo di avere molti amici e con loro mi sento anche al di fuori della scuola. Quando arrivo a casa alcune volte mi dispiace perché a me piace andare a scuola soprattutto per stare con i miei amici. Mi è piaciuto il paragone di Cristiano e credo che si addica molto al contesto e soprattutto alla parola amore!
[Cristiano] Caro Gianni, sono contento che tu viva l’amicizia con questo entusiasmo e con questo desiderio. Hai proprio ragione: gli amici ci fanno sentire importanti perché ci apprezzano per quello che siamo. Questa è la base, questo è il punto di partenza per ogni rapporto: conoscere ed apprezzare il valore dell’altro. Ma allora perché in amicizia o amore (con tutte le accezioni che anche tu hai citato) talvolta si litiga? è amore se ci si scontra? è normale litigare o discutere anche animatamente? perché, a quale fine?
VINCENZO: Sono d’accordo con questa riflessione perché è vero che l’amore e l’amicizia rafforzano una persona e le permettono di confrontarsi con altri individui. Però è anche vero che il vero amore è difficile trovarlo e i veri amici si contano sulle dita di una mano. Comunque quando un amore o un’amicizia si consolidano è difficile separarli perché non possono fare a meno l’uno dell’altro. E’ anche vero che nella forza del loro legame può nascere qualcosa di nuovo, ad esempio un figlio.
[Cristiano] Caro Vincenzo, vera amicizia e vero amore sono difficili da trovare. Il bello è che non si trovano una volta per tutte, nel senso che non sono “cose” statiche ma hanno bisogno del ns contributo nel tempo. Sono legami che si costruiscono, insieme. E’ vero che tra un uomo ed una donna la forza del legame può essere feconda e generare un’altra vita. Ma si misura solo nel far figli la fecondità? Ogni legame vero è fecondo, cioè produce qualcosa ? e che cosa secondo te?
LUCA: Questa è una metafora dell’amore che in alcuni casi secondo me è esatto paragonando l’amore in una simbiosi tra collina e albero, ma a volte non è così, magari stanno insieme perchè una delle due sfrutta l’altra e praticamente usa l’amore per guadagno come quando a volte succede che una persona sta insieme ad un’altra per i soldi che ha.
[Cristiano] Giusto Luca, la metafora si adatta solo al caso di un amore sincero, vero e maturo. L’opportunismo non è certo amore, quindi non produce una simbiosi ma fa avvicinare due persone soltanto a livello superficiale, per scopi egoistici. Se una persona sta insieme ad un’altra per i soldi, che cosa ci “guadagna” l’altro da questa persona? Secondo te perché una persona può accettare un tale (od un altro simile) compromesso? A te è mai successo ? è giusto chiamare anche questi rapporti amicizia, amore etc o si rischia di fare confusione?
KATIA: In questi versi c’è una metafora che tenta di spiegarci che cos’è l’amore attraverso due figure: un albero e una collina. Infatti l’albero e la collina formano due simbiosi proprio come due persone che si amano perché l’uno ha bisogno dell’altro.
All’inizio di questo pensiero c’è una riflessione che ci fa capire che per amore non bisogna cambiare le proprie abitudini, perchè come noi accettiamo le diversità del compagno, questi deve accettare le nostre. L’amore tra due persone può essere anche un motivo di confronto per provare a scoprire nuovi orizzonti in ambiti precedentemente sconosciuti.
Due persone si confrontano in vari modi, per esempio parlandosi o con esperienze personali, come io ho scoperto un nuovo campo, quello dell’aeronautica, dato che il mio ragazzo mi parla spesso di questo argomento. Credo che il confronto e l’accettare le abitudini del partner siano i due punti fondamentali da cui partono le basi per un solido rapporto di coppia e il confronto può essere utile per potenziare anche le proprie conoscenze.
[Cristiano] Cara Katia, dalle tue parole sento che sei una ragazza con la testa sulle spalle. Interpreto (e vado anche un po’ oltre!) quello che tu dici: io parto da quello che sono , questa è la mia verità. Conoscendo l’altro posso anche scoprire altre cose di me, mettermi in discussione, magari anche un po’ cambiare: nel senso di andare in una direzione un po’ diversa da quella che avrei seguito da sola, però una direzione nostra. Al di là di quelle che tu chiami conoscenze, che cosa ha potenziato o fatto maturare in te il rapporto con questo “pilota aeronautico”? in cosa ti senti diversa come persona rispetto a prima di conoscerlo?
DEMETRIO: Questa storia è molto simpatica e parla dell’amore che in questo caso sembra corrisposto e spiega che nessuno dei due può fare a meno dell’altro. Ciò significa che loro due hanno trovato la rispettiva metà. Chissà se la troverò anch’io?
[Cristiano] caro Demetrio, sono contento che la “storia” ti sia piaciuta. Il modo di dire “trovare la dolce metà” è un argomento interessante di approfondimento: cosa ne pensi? perché ci si esprime in questi termini secondo te? ma io nel rapporto sono metà o sono uno? che idea hai della metà che cerchi?
CARLO: L’amore è quando due persone hanno bisogno l’una dell’altra, quando si sentono complete confrontandosi con il partner. Secondo me il racconto ha ragione. Almeno penso sia così, visto che non ho mai sperimentato sulla mia pelle l’argomento in questione.
[Cristiano] Caro Carlo, spero che tu sperimenti presto “sulla tua pelle l’argomento in questione”.. Comunque esistono altri tipi di amore che puoi aver già sperimentato e che hanno un po’ le stesse caratteristiche di quello da me descritto. L’amicizia vera non è in fondo un po’ così? quali sono le caratteristiche dell’amicizia che la fanno simile all’amore? ed in che cosa si differenzia da esso?
FILIPPO: Secondo me questa riflessione è sbagliata perché molte persone sono in grado di restare da sole anzi è proprio nel momento della difficoltà che si vede se una persona è uomo oppure no. A volte fa comodo appoggiarsi a una persona o a un amico ma di veri amici ce ne sono pochi e anche la tua ragazza ti può mollare da un momento all’altro. Finiscono i matrimoni per delle stupidate, figuriamoci se non finiscono le storielle dell’asilo.
[Cristiano] Caro Filippo, ma sei veramente il ragazzo tutto d’un pezzo che trapela dal tuo commento? È vero, come tu dici, che molte persone sono capaci di restare/vivere da sole. Ma lo sono veramente sempre? o c’è anche in queste un bisogno di stare con gli altri, che magari viene fuori in certe occasioni? Allora ti faccio una domanda. Cercare l’amicizia o l’amore degli altri è sintomo di fortezza o debolezza? Cosa vuol dire per te essere forti?
STEFANO: Secondo me questa “favola” vuole significare che due persone (uomo, donna = albero, collina) hanno bisogno comunque l’una dell’altra e non possono vivere sole, o comunque se lo fanno non vivono felici.
[Cristiano] Ciao Stefano, non è polemico quello che sto per scrivere ma è mosso dal mio desiderio sincero di comprenderti : non capisco se sei d’accordo oppure no con quello che dico. Il termine “favola” è una parola per te che indica la metafora oppure c’è dentro il senso di qualcosa di irrealizzabile? Sai è molto importante essere chiari nei termini, proprio perché si possono creare degli involontari fraintendimenti. Secondo te se le persone vivono da sole sono infelici? oppure ci può essere un’infelicità anche a due?e il “bisogno” che hanno due persone l’una dell’altra, è un bisogno nato prima che si conoscessero oppure dal momento che si sono conosciute?
KATIA B.: L’amore o semplicemente un rapporto d’amicizia tra due persone viene paragonato a un albero e a una collina. Entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra per crescere. Se questo loro legame, questo loro essere una cosa sola venisse a meno, tutti e due si sentirebbero persi, soli, privi di quella metà che li costituiva fino a quel momento. Il bisogno di avere qualcuno al tuo fianco che ti capisca, ti aiuta, che ti ami, e che condivida le tue idee; ma anche una persona con la quale potersi sfogare e confidare i propri pensieri. L’amico vero è colui che non ti abbandona, soprattutto nei momenti di difficoltà. Come scrisse Battaglia: “Non devi essere triste, non permettere che le incertezze e le paure ti travolgano. Cammina lungo la pianura e nelle valli incantate, e quando la tempesta si abbatterà sui campi di grano, cerca riparo sotto un grande albero”. Il temporale che si abbatterà non deve scoraggiarci, cerchiamo quindi riparo sotto un grande albero, di aggrapparci ad un appoggio sicuro e… amico. Affrontare le proprie incertezze in due rende possibile quello che prima avremmo considerato impossibile poiché uno è di sostegno all’altro rendendo sicuri i propri passi.
[Cristiano] Cara Katia, da quello che scrivi sento che sei già una ragazza molto matura. E che vivi con profondità il valore dell’amicizia. Credo che i tuoi amici questo lo provino giorno dopo giorno. Ti è mai successo di essere tradita da un amico/a? che cosa hai provato? che cosa hai fatto? sei riuscita a recuperare il rapporto?
SERAFINA: Sono d’accordo con chi ha scritto questo brano perché è vero che c’è sempre un legame in tutto quello che facciamo o comunque tutto quello che esiste come la natura. Infatti, stando con qualcuno si possono capire gli sbagli che facciamo e migliorare e ci si può aiutare a vicenda se c’è qualche difficoltà.
[Cristiano] Vedo Serafina che sei d’accordo con me sul tema della reciprocità di scambio nel legame di amicizia/amore. Prova a fare un elenco dettagliato delle cose che tu dai ai tuoi amici/al tuo ragazzo (se ce l’hai) e di quello che ricevi. Sono le stesse cose? c’è un equilibrio o c’è sproporzione?
JOELLE: Io credo che in un rapporto molto stretto come fra un ragazzo e una ragazza o fra due amici ci sia una certa complicità e ognuno ha bisogno dell’altro sia come sostegno morale che d’affetto. Però questo forte sentimento non deve diventare morboso perché è giusto che ognuno abbia comunque la sua libertà.
[Cristiano] Brava Joelle, il sentimento che genera il legame non deve essere morboso. Un legame crea comunque delle limitazioni alle tue libertà (anche se non le avverti come costrizioni). Qual è il confine tra legame “sano” e legame morboso? quali atteggiamenti o dinamiche contraddistinguono la morbosità? secondo te cosa ci sta dietro l’atteggiamento morboso?
GIORGIO: Il brano vuole far capire che quando sei innamorato ognuno ha bisogno dell’altro. L’albero vuole la collina e la collina vuole l’albero insomma non puoi vivere senza il tuo compagno, il brano dice anche che l’amore ti fa entrare nelle diversità del tuo compagno/a perché sei completamente in simbiosi con lui.
[Cristiano] Ciao Giorgio, sintetico tu, sintetico io: cosa vuol dire entrare nelle diversità dell’altro? questa diversità può creare crisi in me? simbiosi è sintomo di dipendenza?
ULISSE: L’amore è quando due persone si amano e hanno bisogno l’una dell’altra. Sono d’accordo con quello che dice anche se non l’ho mai provato personalmente.
[Cristiano] Ciao Ulisse, spero che tu possa avere presto la possibilità di sperimentare l’amore: sarà un’esperienza che ti cambierà sicuramente! Prova a trovare 10 verbi che, secondo te, hanno a che fare con l’amore (sono cioè azioni che due persone che si amano compiono l’una verso l’altra) e dimmi quali di questi verbi hai sperimentato in altri legami della tua vita. In che cosa sta la differenza tra il legame amoroso e questi altri legami?
BENEDETTO: In questo racconto abbiamo visto come l’albero ha bisogno della collina e la collina dell’albero, proprio come quando due persone sono innamorate, l’uno non può stare senza l’altro. Confrontandosi con le caratteristiche dell’altro ci si sente completi e ci si affeziona molto.
Cristiano] Ciao Benedetto, ti provoco subito: l’amore è avere bisogno dell’altro per completarsi o qualcosa di più? e se sì che cos’è per te?
PIERO: L’amore in qualsiasi forma, che sia amicizia o che sia qualcosa di più profondo è insediato nella natura dell’animo umano perchè ogni persona non può stare da sola, ma ha bisogno sempre di qualcuno; però in un rapporto non bisogna sopprimere l’altro o l’altra ma crescere insieme confrontandosi con i propri difetti.
[Cristiano] Ciao Piero, è vero che, per la sua natura a socializzare,nessun uomo vuol stare da solo: anche gli eremiti, se ci pensi, stanno da soli per sentire meglio la voce dell’Altro che è Dio! Perché , secondo te, ci sono dei legami in cui uno dei due tende a prevaricare sull’altro? e poi così facile confrontarsi serenamente con l’altro ed accettarne i limiti? e crescere insieme.
ANTONIO: Questo testo spiega come l’uomo ha bisogno sempre di una persona, un amico o una ragazza con cui confidarsi e confrontarsi anche se è molto difficile trovare la persona giusta ma alcuni preferiscono stare soli.
[Cristiano] Ciao Antonio, perché secondo te è difficile trovare la persona giusta? quali caratteristiche deve avere? e l’intimità (nel senso più ampio possibile) che ruolo gioca in tutto questo?
MARIO: Questo testo ha un grosso significato. Cioè che un rapporto sereno, come per esempio un’amicizia forte, può portare dei cambiamenti, ma comunque non più di tanto drastici. Un’altra cosa che spiega è che “l’amore” comunque è molto importante perchè chiunque in un momento della sua vita ha bisogno di un rapporto d’amore, per confidarsi, fronteggiarsi comunque dove può esprimere la sua esperienza o il suo pensiero.
Se una persona non ha nessun rapporto dove può esprimersi su tutto quello che pensa quella persona è malata, ed è malata di una malattia difficilmente curabile: la solitudine.
[Cristiano] Beh, Mario, per fortuna la solitudine non è così incurabile come altre malattie, altrimenti staremmo veramente in filo! La solitudine si può combattere, bisogna un po’ forzare la persona ad uscire dal proprio gusto, farla schiudere per gradi come un fiore alla luce del sole. Mi aggancio a questo esempio e faccio a te una domanda che potevo fare a molti altri: hai detto che l’amore è utile per confidarsi, fronteggiarsi, conoscersi, altri tuoi compagni hanno detto che è utile per parlare di sé e sfogarsi.
Avete cioè usato verbi che esprimo azioni reciproche o che in qualche modo esprimono un vantaggio per voi che vivete la storia . Provocazione: ma l’amore non è anche prendersi cura? e in che modo? fino a che punto?
FEDERICO: L’amore è così complesso che è quasi impossibile da descrivere.E’ il bisogno reciproco tra due persone che si amano e grazie al quale rimangono unite in ogni condizione di vita, fino alla fine dei loro giorni; a volte ci saranno momenti di disagio e di controversie, ma se verranno superati insieme, il legame tornerà più rafforzato di prima.
[Cristiano] Ciao Federico, mi ha molto colpito la tua frase “fino alla fine dei giorni”. E’ una cosa che spero anch’io fortemente. Però se guardiamo la realtà attorno a noi, quante coppie finiscono prima o anche dopo del matrimonio, più che in passato. Quali sono a tuo parere le cause di questa maggiore fragilità dei rapporti? quali le contromisure che secondo te andrebbero adottate? nella tua esperienza di legami importanti (amicizia o amore) sei riuscito ha superare le controversie o hai vissuto anche momenti di rottura? come hai affrontato sia gli uni che gli altri?
ELENA: Io sono d’accordo con questa frase, l’amore tra due persone deve riempire di cose buone, aiutare a crescere e a maturare. L’altra persona ti deve riprendere se sbagli, insieme ci si deve divertire e questo amore ti deve rimanere nel cuore, un domani che la storia finirà, sia come ricordi belli sia come ricordi brutti.
Però l’altra persona non ti deve soffocare o ostacolarti in tutto o non avere rispetto per te. Ognuno dei due deve avere i suoi spazi e fare anche amici diversi, però insieme bisogna crearsi una propria vita, ma non dipendere del tutto dall’altro, ma avere anche altri “svaghi”.
[Cristiano] Molto bello il tuo pensiero, Elena. Tu dici sostanzialmente questo (provo a sintetizzarlo!): nella coppia devono esistere contemporaneamente un IO, un TU ed un NOI. Tre entità ben distinte e che hanno bisogno l’una dell’altra per poter creare una coppia vera ed equilibrata.
Sento che vivi e senti come valore quello della diversità (diversità di alcuni interessi ed amici per esempio, rispetto delle opinioni differenti). Credi sia più semplice creare un legame con una persona simile o diversa da noi? in quali cose secondo te è necessario che le due persone siano simili? in quali cose la troppa somiglianza può creare difficoltà o “sterilità” nel rapporto?
Tutti sono rimasti piacevolmente stupiti dell’attenzione prestata loro da alcuni “grandi” che non si presentavano loro con atteggiamenti di superiorità. In fondo, se per i ragazzi gli adulti sono, come si diceva, “diversi”, è anche vero che essi stessi si percepiscono tali di fronte a noi perché in posizione subordinata.
Si sentono a volte sottovalutati, ridicolizzati. Un’esperienza la cui freschezza si riflette nelle testimonianze degli alunni, lasciate intatte e senza correzioni, e che – almeno per l’entusiasmo che ci ha accomunati – ha aiutato giovani e meno giovani a coltivare la giusta autostima, nel rispetto di sé e degli altri.