Enric Vilà: “La Bibbia non può essere un’arma contro le persone omosessuali”

Post pubblicato sul portale Religión Digital (Spagna) il 22 aprile 2024, liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
“Nel mondo di oggi, se sei omosessuale sei considerato strano, e lo stesso vale se sei cristiano.” È con questa provocazione che il teologo e attivista Enric Vilà ha aperto la presentazione del suo primo libro Cristians rars, tenutasi nella sala conferenze di Cristianismo y Justicia a Barcellona, davanti a un centinaio di persone.
Accanto a lui, sul palco, anche voci autorevoli come il sacerdote e teologo Andrés Torres Queiruga, l’antropologo e biologo Ramon M. Nogués, il filosofo gesuita Xavier Alegre e la giornalista Lucía Montobbio, che ha moderato l’incontro.
Il libro di Vilà – che gioca nel titolo con la parola raro, termine che in catalano richiama le identità queer – propone un’analisi delle quattro “fonti chiave” che hanno segnato lo sviluppo delle teologie LGBT e queer.
Il percorso parte dalla rilettura inclusiva della Bibbia, si sofferma sull’amore incondizionato di Gesù e sul racconto evangelico della guarigione del servo del centurione, spesso interpretato come una storia di amore e fiducia tra due uomini.
Vilà esplora poi le esperienze di riconoscimento ecclesiale delle persone LGBTQ+, argomentando – con basi bibliche, teologiche, etiche e personali – la necessità di un’apertura della Chiesa verso il matrimonio tra persone dello stesso sesso. “Fiducia Supplicans potrà aiutarci a fare dei passi avanti”, ha detto, riferendosi al documento del Dicastero per la Dottrina della Fede pubblicato nel dicembre scorso, che apre alla possibilità di benedizioni per coppie non sposate. “È un testo positivo”, ha affermato, “perché, pur generando qualche disagio, allarga il campo e ci stimola a confrontarci con più argomenti e meno pregiudizi”.
Tra i momenti più forti della serata, le parole con cui Vilà ha denunciato l’uso violento delle Scritture: “La Bibbia, lungo la storia, è stata usata come un’arma per colpire il collettivo omosessuale. Ma Gesù non ha mai detto nulla sull’omosessualità, non ha mai condannato. Anzi, la Parola di Dio va intesa come una voce che ispira, non che esclude”.
Anche Torres Queiruga ha lanciato una riflessione decisa: “La Chiesa deve ancora maturare se vuole davvero accogliere il matrimonio omosessuale. Ma grazie a lavori come questo possiamo immaginare un cambiamento possibile”.
Un libro, Cristians rars (Claret, 2024), che più che un saggio è una chiamata: a leggere la Bibbia con occhi nuovi, a lasciarsi interrogare dalla fede, e a non accettare che il Vangelo venga usato per escludere. Come ha sottolineato Vilà: “Più saremo capaci di argomentare quello in cui crediamo, più potremo incontrarci davvero, nella verità delle nostre vite”.
* Enric Vilà i Lanao è un teologo e attivista catalano, nato a Barcellona nel 1965. È noto per il suo impegno nel promuovere una teologia inclusiva che abbraccia le esperienze delle persone LGTBIQ+ all’interno della Chiesa cattolica. Nel 2024 ha pubblicato il libro Cristians rars: Senders per repensar les experiències LGTBIQ+, in cui analizza quattro fonti chiave delle teologie LGTBI e queer: la Bibbia, la Tradizione ecclesiale, il Magistero sul matrimonio e l’esperienza vissuta delle persone LGTBIQ+. Vilà è membro dell’Associació Cristiana de Lesbianes, Gais, Transsexuals i Bisexuals de Catalunya (ACGIL) e partecipa attivamente al Forum Europeo dei Gruppi Cristiani LGTBI+, contribuendo al dialogo tra fede e diversità sessuale.
Testo originale: La Biblia no puede ser un arma arrojadiza en contra de las personas homosexuales