Esperienze pastorali. Quando figli, genitori e preti s’incontrano per parlare di omosessualità
Testimonianza di Yves Quentin pubblicate sul sito cattolico Réflexion et Partage (Francia) il 22 luglio 2013, liberamente tradotta da Rita
Yves, dell’associazione Réflexion et Partage (Riflessione e condivisione) di Nantes, ed Annette, del gruppo di cristiani LGBT David e Gionata di Nantes, sono stati invitati a partecipare ad un dibattito, a Rezé (Francia) il 1° giugno 2013, insieme ad una dozzina di aderenti sul tema delle esperienze vissute dagli omosessuali, seguito da un momento di convivialità.
Dopo una breve presentazione, Yves ha subito voluto dare voce ai partecipanti dicendosi pronto a rispondere alle domande di tutti.
Questo ha subito permesso a qualcuno di parlare di qualche esperienza dolorosa:
– « Io ho una figlia gay. Quando me l’ha detto, le ho risposto che era malata. Ho reagito malissimo. Ci è voluto molto tempo prima di rivelarlo agli altri. È molto difficile. Oggi lei è felicissima. Questo è ciò che per me conta davvero. Ho conosciuto altre coppie gay, suoi amici, e vedo che non è sola. Vorrei frequentare un’associazione di genitori ». Io le segnalo l’associazione francese «Contact» per genitori con figli LGBT.
– « Mio figlio non c’è più. Si è suicidato. All’epoca, 15 anni fa, era disoccupato. Quando mi ha detto che era gay, sono rimasto scioccato. Lui mi ha risposto ” Ma, mamma, non è mica una malattia!” . Non ha trovato né aiuto, né sostegno. Grazie all’équipe dell’Action catholique ouvrière (ACO)*, è la prima volta che ne parlo ».
– (Albert, Prete) « Io sono sacerdote da 14 anni. All’epoca non se ne parlava affatto di omosessualità. Non mi sono mai sentito a mio agio con questo. Lo trovavo ripugnante tra gli uomini. È diverso per le donne.
Il libro di Claude Besson, e gli articoli che ho letto dopo, mi hanno aiutato e, a poco a poco, il tutto si è normalizzato. Mia nipote è omosessuale. All’inizio non osavo dirlo a mia sorella. Dopo qualche mese sono cresciuto.
– (L’animatore) « Ho visto il film “Les invisibles” (Gli invisibili) e l’ho trovato molto interessante. Ho capito la loro sofferenza. Penso anche alle persone che conoscono i gay solo tramite le provocazioni del Gay Pride. Inoltre, mi dispiace che all’incontro della Diaconia di Lourdes, non gli abbiano dato la parola così come a molti altri esclusi ».
– « Io ho due nipoti gay e la loro madre mi ha detto: Ma non ti dà fastidio come cattolica?”. Le ho risposto che non tutti i cattolici sono in strada a manifestare contro il matrimonio gay».
– Una partecipante che non aveva parlato durante il dibattito, lo ha invece tranquillamente fatto durante l’aperitivo. Mi ha confidato il suo imbarazzo nell’aver recentemente appreso che sua figlia, all’ultimo anno di liceo, è lesbica. Ma la sente felice senza dubbio perché, lei e la sua amica, sono ben accette da tutta la famiglia.
Annette, del gruppo di cristiani LGBT David e Gionata di Nantes, ha sottolineato che il linguaggio usato per riferirsi agli omosessuali è sia aggressivo, sia condiscendente; ma che spesso fa solo male.
Io sono più volte intervenuto per esporre la mia misurata opinione sul matrimonio omosessuale e sull’adozione, per insistere sull’identico valore dell’amore tra due persone dello stesso sesso, per riformulare l’immagine data dai media sul gay pride, ricordare che molti cristiani sono favorevoli ad una maggior accoglienza verso gli omosessuali e per dire che è possibile essere gay e felici, omosessuali e proficui per la società.
È stato infine chiesto a ciascuno di essere vigili per ridurre l’omofobia nella chiesa e nella società; un’omofobia che colpisce sia i gay che le loro famiglie.
* L’Action Catholique Ouvrière (ACO, è l’Azione Cattolica dei Lavoratori) riunisce uomini e donne impegnati in varie organizzazioni e associazioni del movimento operaio francese e offre l’opportunità di condividere la loro vita ed entrare in contatto con il messaggio del Vangelo e per testimoniare la propria fede in Gesù Cristo.
Testo originale: Rencontre avec une section Nantaise de l’Action catholique ouvrière (ACO) sur le vécu des personnes homosexuelles