Essere gay cristiani: tra esclusione e creatività
Riflessioni di Stefano Ventura
Chi si dichiara gay e credente è oggetto di due esclusioni: la Chiesa Cattolica non vuole accettarlo tra chi può legittimamente aspirare ad una vita cristiana, a meno di un sacrificio che non esiterei a definire estremo.
A causa di questi pesanti ed autoritari giudizi morali, molti militanti omosessuali non vedono di buon occhio chi si dichiari gay e credente – soprattutto se gay e cattolico.
Stretti tra questi due fuochi, uno istituzionale l’altro culturale, i gruppi gay credenti svolgono una opera meritoria e silenziosa di “recupero” di persone ferite nella loro esperienza di fede e la loro dignità di omosessuali. Ma i gruppi di gay credenti hanno delle potenzialità ben maggiori di quelle che si creda.
Essere gay credenti oggi è un problema. Lo è in Italia. Lo è sempre stato; speriamo non lo sarà ancora in futuro: timidi segnali come le aperture dei Gesuiti sulle coppie omosessuali fanno ben sperare. E’ un problema in ogni paese in cui la Chiesa Cattolica Romana ei movimenti fondamentalisti cristiani abbiano una significativa influenza nella sfera politica e sociale [1].
Chi si dichiara gay e credente è oggetto di due esclusioni: la Chiesa Cattolica non vuole accettarlo tra chi può legittimamente aspirare ad una vita cristiana, a meno di un sacrificio che non esiterei a definire estremo. Come novelli Origene, dovremmo castraci e rinunciare alla nostra affettività e alla sessualità che ne è naturale espressione: per la Chiesa Cattolica Romana, infatti, chi pratica l’omosessualità è un egoista intrinsecamente disordinato e non possiamo che “mettere ordine” nelle nostre pulsioni resistendo alla tentazione [2].
A causa di questi pesanti ed autoritari giudizi morali, molti militanti GLBT non vedono di buon occhio chi si dichiari gay e credente – soprattutto se gay e cattolico. L’obiezione più semplice e superficiale può essere riassunta in questa battuta “Ma.. essere gay credenti non è come essere ebrei e avere la foto di Hitler sul comodino?” [3]…
Più in generale, tuttavia, ho l’impressione di una pregiudiziale ideologica tra i militanti lesbiche e gay come me, non solo verso l’essere cattolici ma anche verso l’essere semplicemente cristiani, quasi che richiamarsi a questi “vecchi” ideali, sia tutto sommato disdicevole, inutile e sotto sotto che si finisca per appoggiare idee autoritarie, patriarcali, fasciste [4].
Tra questi due fuochi, uno istituzionale l’altro culturale, i gruppi gay credenti svolgono una opera meritoria e silenziosa di “recupero” di persone ferite nella loro esperienza di fede e la loro dignità di omosessuali.
Tuttavia, vorrei sostenere la tesi che questi gruppi, i nostri gruppi, hanno delle potenzialità ben maggiori di quelle che si creda – possono infatti allargare e contribuire a rifondare la strategia politica del movimento GLBT promuovendo la comunità come l’unico strumento sociale in grado di cambiare stabilmente la situazione di milioni di persone omosessuali in questo paese.
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[1] Trascuro per ora l‘enorme problema dei paesi islamici, in gran parte Africani, e la situazione dei diritti civili in Asia…
[2] Dal “Catechismo della Chiesa Cattolica”:
2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
[3] Per battute come questa sono orgoglioso di essere gay!