Essere gay in Iran. La storia di Amir
Testimonianza tratta da gaymiddleeast.com, tradotta dall’inglese da Paolo A.
9 luglio 2005 – Amir, un omosessuale iraniano, ha recentemente reso pubblica la sua straziante storia fatta di torture, oppressione e ingiustizia, che hanno segnato tutta la sua esistenza. Quando negli anni ’80 Amir era ancora un bambino, suo padre fu ucciso ( ed in seguito proclamato martire) nel corso della guerra Iran–Iraq. Sin da ragazzino sapeva di essere diverso, sapeva di essere gay, e cominciò ad avvertire l’ostilità attorno a sé durante i suoi primi anni di studio e in seguito all’università.
Durante quegli anni conobbe altri omosessuali. Tuttavia, l’avversità che la società circostante nutriva nei suoi confronti, crebbe con lo passare del tempo. Venne arrestato ad un party, denunciato e addirittura multato.
Molte volte venne fermato e trattenuto dalla polizia e dalle guardie rivoluzionarie. Malgrado fosse il figlio di un martire, anziché essere condannato a pene di minor austerità, venne torturato e accusato dalle autorità di avere disonorato il sangue di suo padre. I controlli che la polizia faceva in internet non fecero che peggiorare la situazione. Un poliziotto in borghese riuscì a contattare Amir in una chat room e a fissare un incontro con lui, fu così arrestato e messo in carcere. Trascorsa una settimana dal suo arresto, venne condannato a 100 frustate e tale condanna venne eseguita in carcere. Dopo ciò Amir venne tenuto sotto sorveglianza ed interrogatorio dalla polizia e dalle guardie rivoluzionarie. Si attentò alla sua vita più volte.
In seguito all’esecuzione di due giovani di Mashat condannati per atti omosessuali, la polizia convocò Amir e gli intimò che avrebbe subito lo stesso destino dei due giovani se l’avessero colto in flagrante un’altra volta. Quando era in Iran, Amir non aveva mai osato parlare delle oppressioni che quotidianamente gli omosessuali erano costretti a patire. Ora che è finalmente lontano dall’Iran, sta cercando di far conoscere al mondo ciò che succede nella sua patria.Le Organizzazioni Gay e Lesbiche Iraniane condannano le torture e le ingiustizie e chiedono a tal proposito l’attenzione del mondo. Gli omosessuali d’Iran sono spesso soggetti all’oppressione, all’ingiustizia ed alla morte. Purtroppo solo una minima parte della situazione sta emergendo.
Le sofferenze della maggior parte delle vittime gay da parte delle autorità iraniane restano nascoste dietro una cortina di ferro. Le ferite provocate dalle frustate che Amir ha ricevuto sulla schiena, assieme ai suoi occhi tenebrosi, parlano da sé. Ci si domanda perché l’orientamento sessuale porti a generare simili sofferenze. Le Organizzazioni Gay e Lesbiche Iraniane si appellano agli attivisti dei Diritti Umani e a chi tutela i diritti della comunità GLBT (gay/lesbo/bisex/trans) affinché protestino contro tali comportamenti di natura omofobica.
Combattiamo simili oppressioni e ingiustizie.