“Essere gay in Russia… è un incubo”. In fuga dall’omofobia russa
Articolo di Lori Jane Gliha pubblicato sul sito di Al Jazeera America (Stati Uniti) il 30 gennaio 2015, liberamente tradotto da Laura C.
“Essere gay in Russia… è come un incubo” dice Anatoly Kazakov. Kazakov, 25 anni, è scappato dalla Russia nel 2013, si è trasferito nella regione di Washington, D.C., ed ha ottenuto l’asilo politico negli Stati Uniti nel settembre scorso. Ha raccontato ad America Tonight che molte persone nel suo Paese pensano che gli omosessuali abbiano una malattia mentale. “Non c’è vita [in Russia] per i gay, specialmente se cresci in mezzo al nulla in una piccola città” dice.
Come Kazakov, molti altri gay di origine russa hanno recentemente lasciato il loro Paese per gli Stati Uniti nella speranza di ottenere l’asilo, affermando che in patria temono per la loro sicurezza. Gli avvocati di Immigration Equality, un’organizzazione non-profit di New York che offre assistenza legale ai richiedenti asilo LGBT e sieropositivi, raccontano che il numero delle richieste di assistenza da parte di gay russi è salito vertiginosamente da 50-60 nel 2011 e 2012 a 180 richieste lo scorso anno. Molti stanno cercando di fuggire dalle situazioni di violenza che si verificano sempre più spesso in seguito alla legge del 2013 che vieta ai gay di parlare della loro sessualità e le manifestazioni di affetto in presenza di minori. Il governo bolla tali comportamenti come “propaganda”. “In Russia si sentivano in pericolo”, dice Aaron Morris, direttore legale di Immigration Equality: “L’approvazione di queste leggi per molti di loro è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Voglio dire, non ce la facevano più.”
È quasi impossibile, però, determinare quanti omosessuali russi abbiano richiesto ed ottenuto asilo. Il processo è molto riservato e richiede molti documenti e atti giudiziari che non sono soggetti alle leggi americane sul pubblico dominio. Inoltre, alcuni casi di richiesta d’asilo possono durare anni, altri solo qualche mese. Gli Stati Uniti concedono l’asilo in base a cinque categorie: razza, religione, nazionalità, opinioni politiche e gruppo sociale. Il Justice Department e gli ufficiali della Homeland Security hanno detto di non poter rivelare quale sia la percentuale di richiedenti asilo identificati come gay.
‘Mi ammazzeranno’
Kazakov dice di essere stato attaccato da un gruppo fuori da un locale a Chelyabinsk, più di 1000 miglia a est di Mosca. “Aspettavano fuori dal locale… Ovviamente sapevano che si trattava di un locale gay” ha raccontato: “Poi ci hanno chiesto se non ci vergognavamo di essere omosessuali”. Kazakov ha detto che gli uomini lo hanno ripetutamente colpito al volto prima di correre via: “Ho pensato : ‘Mi ammazzeranno’. La polizia è arrivata sul posto e Kazakov è stato interrogato dopo aver dichiarato di essere gay. Non è stato aperto nessun procedimento penale: “Ci hanno detto… che avremmo dovuto andarcene, lasciare il Paese o farci curare. Per me è stato il primo avvenimento che mi ha fatto davvero capire di non poter avere nessuna protezione nel mio Paese”.
Human Rights Watch ha chiesto che la legge russa del 2013 sulla “propaganda LGBT” venga abrogata e che i leader russi condannino pubblicamente la violenza contro i gay. Secondo il rapporto di dicembre del gruppo, la legge “legalizza effettivamente la discriminazione basata sull’orientamento sessuale” e ha portato ad un aumento delle aggressioni da parte delle ronde organizzate. Sono stati inoltre raccolti dei video apparsi sui social media russi che testimoniano gli abusi. In alcuni casi, i vigilantes hanno adescato degli uomini gay fingendo interesse via chat e chiedendo loro di incontrarli di persona. Molti dei video mostrano uomini gay a cui viene rasato il capo a zero con la forza e poi dipinto con i colori dell’arcobaleno. Alcuni sono stati costretti a sedersi in una vasca mentre un aggressore gettava loro urina sulla testa. Kazakov ha visto molti dei video e ha detto di avere vissuto per molto tempo nella paura: “Per me era come un segno ulteriore che un giorno sarebbe potuto succedere anche a me”.
Minacce sopravvalutate?
Austin Ruse, presidente del Center for Family and Human Rights, ha dichiarato che secondo lui i media stanno esagerando la persecuzione dei gay in Russia: “Quasi tutto quello che viene dalla Russia viene ingigantito cento volte qui negli Stati Uniti per il consumo interno. Io metto in dubbio quasi tutto”. Il Center for Family and Human Rights è un’organizzazione conservatrice che riconosce e promuove il matrimonio come unione tra un uomo e una donna. L’organizzazione ha firmato una dichiarazione a sostegno delle leggi russe: “Penso che sia perfettamente accettabile dire che non tutti hanno il diritto di raccontare la loro storia ai bambini delle scuole. Nessun diritto umano in nessun trattato internazionale afferma che tutti hanno il diritto di raccontare la loro storia ai bambini delle scuole”. Ruse ha fatto un viaggio in Russia ed è convinto che i media esagerino i toni della persecuzione dei gay nel Paese: “Ci sono due spiagge gay a San Pietroburgo. Se vai online… cerca ‘gay Moscow’: compaiono decine di bar. Non si tratta di una comunità underground che teme per la propria vita. Vivono apertamente”.
Nel suo rapporto di dicembre Human Rights Watch ha intervistato 94 persone ed attivisti LGBT di 16 città russe: “La stragrande maggioranza degli attivisti LGBT intervistati da Human Rights Watch è stata aggredita almeno una volta durante manifestazioni pubbliche in favore dell’uguaglianza LGBT nel 2012 e nel 2013 in diverse città,” si legge. “Le autorità non conservano alcun dato sulle violenze contro le persone LGBT” continua il rapporto. “Questo permette loro di negare che si tratti di un vero problema e impedisce ai gruppi indipendenti la verifica attraverso numeri ufficiali delle dimensioni del problema e l’evidente aumento della violenza negli ultimi due anni”.
Come Ruse, Morris di Immigration Equality è stato in Russia. Ha riportato che le minacce subite dalle persone LGBT sono molto reali. Ha detto di aver parlato a moltissimi russi del movimento LGBT che avevano intenzione di lasciare il Paese: “Nel passato più recente abbiamo visto un enorme sforzo da parte del governo russo per privare dei diritti le persone LGBT e da allora abbiamo anche assistito a una specie di apologia della violenza nei confronti di quella comunità”.
Testo originale: Fearful of attacks, more LGBT Russians seeking US asylum