Essere omosessuale con serenita’. Un gay sudanese si racconta
Testimonianza tratta da gaymiddleeast.com, tradotta da Paolo A.
Visito il sito gaymiddleeast.com regolarmente ed apprezzo davvero ciò che sta cercando di fare a favore degli omosessuali arabi che vivono in Medio Oriente.
Allo stesso tempo non ho riscontrato alcuna testimonianza ad opera di chi vive con serenità il proprio essere omosessuale in quest’angolo del globo.
Trovo assai improbabile che nessuno viva con serenità o conduca una vita normale senza pressioni o limiti. Gradirei perciò che pubblicaste la mia storia. Sono un giovane sudanese di 31 anni e dal 1981 vivo in Doha–Qatar.
Ai tempi della scuola data la mia diversità dovetti patire ogni sorta di difficoltà causa i miei coetanei.
Essi non perdevano occasione di umiliarmi per il mio modo di camminare e parlare.
Passavo ore intere di fronte allo specchio sforzandomi di camminare come un uomo e rendere il timbro della mia voce più mascolina. Volevo essere accettato per cui provavo qualsiasi cosa per cambiare.
Se a qualcuno di voi è capitato di vivere da queste parti, dovrebbe essere a conoscenza della situazione che vi è nelle scuole, difatti specie se si è un po’ effeminati, si è trattati come la puttana della scuola ed in genere di tutti e si è costretti ad avere rappori sessuali con loro se si vuole che non si dica niente ai propri genitori o cose simili.
Io stesso ammetto di aver fatto sesso con qualcuno di loro, contro la mia volontà, perchè terrorizzato.
Dopo il diploma ed dopo la mia ammissione all’università in Egitto, molte cose sono cambiate. I primi due anni li ho passati a scoprire me stesso e ciò che mi stava intorno.
Dopo un po’ ho scoperto me stesso e ciò che volevo e finalmente mi sono accettato per quello che ero. Sono sicuro che molti di voi si sono chiesti il perchè della propria diversità.
Per esempio perchè non si ama lo sport o perchè ci si eccita nel vedere un uomo nudo in un film; personalmente credo che da adolescenti ci si eccita nel vedere qualsiasi nudità.
Ho accettato la mia omosessualità e non posso cambiarla. Ho iniziato a difendere il mio diritto a esistere. Sì, sono gay, se vi piace, siete i benvenuti, se no, beh, non devo sentirmi colpevole di ciò.
Dopo la totale accettazione di me stesso il mio modo di camminare è cambiato e la mia voce è diventata più profonda, sono più mascolino, posso essere tranquillamente considerato eterosessuale e ricevo più sguardi adesso di prima.
Dopo avere teminato i miei studi, sono ritornato a Doha. Ho iniziato a cercare lavoro e riallacciato i contatti con i vecchi amici.
Sul luogo di lavoro ho imparato a discernere la vita sociale da quella lavorativa. Ho avuto la mia dose di incontri e frequentazioni.
La mia famiglia di tanto in tanto mi dice di sposarmi o cose affini. Mi reputo fortunato per il fatto che la mia famiglia non mi obblighi a sposarmi. Infine ho dichiarato la mia omosessualità ai miei fratellastri e a due miei amici eterosessuali, miei ex – compagni di scuola.
So che prima o poi i miei genitori verranno a saperlo. Sono certo che mia madre e la maggiore delle mie sorelle già sospettano qualcosa.
Conosco molti ragazzi sui trent’anni qui in Qatar i quali sono ancora single. Generalmente parlando non penso oggigiorno si debba essere costretti a sposarsi.
Adesso, mi trovo in una fase della vita in cui si cerca la stabilità e una relazione di lunga durata. Credetemi, intorno ai trent’anni, il Principe Azzurro non è aspetto fisico e misure, piuttosto una persona in quanto tale che è al nostro fianco e ciò che egli ci fa provare.
Sono gay e felice di esserlo.