Essere pastori con le persone omosessuali. Due lettere e una riflessione
Lettera pubblicate sul Bollettino de Il Guado*, ciclostilato, del gennaio 1983, pp.3-4
Cari amici del «Guado», [..] a Gesù, mio Signore, risorto a umanità nuova, mi è dolce chiedere il dono d’essere fatti partecipi della sua pienezza di umanità e invocare la redenzione da ogni forma di rifiuto e di emarginazione sociale per chi è diverso nell’identità. Istintivo o colto, subdolo o violento, tale rifiuto mi appare come un reale limite della no-stra civiltà, che pure può gioire per il raggiungimento di altri traguardi.
E, mentre lo scorso anno richiamai l’attenzione su quella minoranza particolare e linguistica che sono i ladini, ora volgo lo sguardo e richiamo la responsabilità, sulla minoranza innominabile, degli omosessuali. [Essi sono] fratelli e sorelle, verso i quali, con l’aiuto di Cristo, redimere il rapporto, perché non siano più, mai più, derisi e socialmente in difficoltà. don Floriano
Cari amici del «Guado» porgo a voi tutti i miei auguri […] perché possiate prendere dalla visione del Cristo risorto ogni ,fiducia nella vita, al di là di tutte le delusioni che non mancano mai nell’esistenza di un gay. Mi dispiace di non trovare molte occasioni di incontrarvi, ma nelle mie preghiere siete sempre presenti e resterò sempre ci vostra disposizione se qualcuno ha bisogno di contattarmi e di parlare con me. Vi mando la meditazione che ho preposto per questa Pasqua nella speranza che possa giovare almeno un po’. fra’ Bartolomeo
Due lettere, due autori per molti aspetti diversi fra di loro: impegnato nella ricerca e nella pastorale il primo, ritirato nel suo eremo il secondo. Eppure c’è qualche cosa che accomuna queste due lettere: il tono, le frasi d’augurio, le riflessioni che ne costituiscono l’ossatura evidenziano infatti una profonda capacità di comprensione, una sincera partecipazione umana alle difficoltà di chi, riconoscendosi omosessuale, sa di dover percorrere un cammino di liberazione del tutto originale.
Eppure nessuno dei nostri due interlocutori si è scostato di un millimetro dalle posizioni ufficiali espresse della gerarchia cattolica. La vera novità è nel tono delle due lettere: un tono pacato e pieno di umana simpatia per le difficoltà che incontriamo, un tono preoccupato per i continui rischi di discriminazione che incombono sulle persone omosessuali, un tono capace finalmente di infondere la speranza. Niente «disordini oggettivi», niente divagazioni psicologiche di basso profilo scientifico: solo e unicamente solidarietà evangelica.
E allora permettetemi una domanda cattivella: «Perché tanti altri ecclesiastici, primi fra tutti i vescovi che li guidano, non sono capaci, in Italia, di fare altrettanto?».
* Il Guado, gruppo di cristiani omosessuali di Milano, è nato il 20 dicembre 1980 da un incontro tra alcuni amici che si erano conosciuti al primo convegno su “Fede e Omosessualità” tenutosi nel Centro Ecumenico Agape di Prali nel giugno dello stesso anno. Questo gruppo darà vita nel 1982 a un bollettino trimestrale assai seguito, che cesserà le pubblicazione cartacee nel 2005, che era inviato solo a chi ne faceva richiesta dando un contributo (nel 1982 bisognava inviare in busta chiusa 7000 lire in banconote o anche in francobolli). La Tenda di Gionata sta digitalizzando i numeri cartacei del Bollettino de Il Guado ancora esistenti, man mano che ne recupererà, perché le sue pagine ingiallite dal tempo racchiudono la complessa storia dei credenti omosessuali italiani, e non solo. Per leggere i numeri che man mano saranno digitalizzati in formato PDF basta cliccare qui. Buona lettura