Fra i gay come prete. L’esperienza di don Renner a Bolzano
Articolo tratto dal settimanale diocesano Vita tridentina anno 82, n°41 dell’ottobre 2007
Nasce un gruppo di credenti omosessuali. Un prete li conosce e li segue nel loro cammino, pur non mancando con loro momenti di scontro e di confronto aspro “sulla dottrina e la morale della chiesa cattolica” per le persone omosessuali. Il cammino con loro, per questo prete "tradizionalista", non sarà per niente facile ma alla fine dovrà riconoscere che l’omosessualità “non corrisponde a colpa o a peccato”.
Da una decina d'anni a Bolzano è attivo il gruppo “Centaurus ” formato da persone omosessuali, che si riuniscono con una certa regolarità e propongono iniziative di sensibilizzazione. E' frequentato anche da alcuni trentini.
Don Paul Renner, direttore dell'Istituto di Scienze Religiose, ne è il riferimento come sacerdote. “Il mio non risponde ad un incarico diocesano vero e proprio – chiarisce – ma il vescovo Egger ne è informato e si è detto d'accordo”.
Punto fermo è la celebrazione eucaristica che puntualmente all'inizio di dicembre ricorda i defunti legati al gruppo, ma anche e soprattutto la possibilità di incontri e colloqui spirituali, come anche il contributo ecclesiale che il sacerdote offre ai convegni ai quali è invitato.
“Non sono mancati in questi anni anche i motivi di scontro” riconosce don Renner, che ricorda il Gay Pride del 2000, come anche la diversità di posizioni relativamente alla visione di famiglia.
“Spiegando perché non possiamo condividere con loro l'idea di un matrimonio fra omosessuali – continua Renner – ho visto scemare anche un certo entusiasmo nei miei confronti. Con tanti di loro mi incontro personalmente, come anche con genitori preoccupati di aver sbagliato la loro proposta educativa di fronte ad un figlio che si rivela omosessuale. Dobbiamo dire che questa condizione non corrisponde a colpa o a peccato”.