Cosa possiamo fare perché la religione sia una forza del bene?
Riflessioni* di Amir M. Ashour** pubblicate sul periodico arabo My Kali (Giordania) del settembre / ottobre 2014, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
… all’inizio di quest’anno mi trovavo con degli amici ed era circa l’ora della preghiera del venerdì. Quelli tra noi che erano musulmani decisero di andare in moschea a pregare: uno di essi era gay. Quando questi si alzò, la maggior parte del gruppo fu sorpresa e disse “Ma lui è gay! Perché vuole andare alla preghiera del venerdì?”.
Molte cose possono essere dette su questo episodio, ma per ora la mia domanda è: “Lui è gay, e allora? I gay non possono credere in Dio? Un Dio che noi riteniamo stare dalla parte della pace e dell’amore; un Dio che noi concepiamo come il creatore di tutti, inclusa quella persona gay, che potrebbe cambiarlo se lo volesse”.
Negli ultimi anni ho lavorato e fatto volontariato per diverse ONG locali e internazionali che promuovono i diritti umani per chiunque, quale che sia la sua condizione. Nonostante la paura, lo stigma sociale e i pericoli che devono affrontare sia gli attivisti che le vittime, dal 2013 ad oggi siamo riusciti ad aiutare più di 150 gay nei campi della salute, della consapevolezza, dei diritti umani e della sicurezza.
Ma la parte più difficile del mio lavoro consiste nell’incontrare persone che sono state rifiutate dalla famiglia e dagli amici, dalla società e dal governo, che crescono pensando che persino il loro creatore li considera peccatori. Immaginate di essere nei loro panni. Come vi sentireste?
La situazione per i gay e i lavoratori del sesso (ndr prostitute) nella mia società è ancora peggiore. Ci sono milizie religiose armate che dal 2006, quasi ogni anno, organizzano campagne di uccisioni di gay innescate dalle fatwa emanate dai loro leader religiosi.
Cominciano con il pubblicare una lista delle loro nuove vittime, poi le avvertono che o cambiano o verranno uccise con i sistemi più orrendi e inumani, per esempio spaccando loro la testa con dei mattoni o bruciandole vive. Alcune delle vittime vengono abusate sessualmente prima di venire uccise.
I rapporti ufficiali delle ONG internazionali e le ricerche che la nostra organizzazione ha condotto fanno ammontare ad alcune centinaia gli omicidi dal 2011. Duecento persone sono state uccise solo nel 2012, ma sono cifre poco affidabili perché non prendono in considerazione gli omicidi non riportati e i casi accuratamente nascosti.
Ora queste milizie stanno acquistando più potere a causa del sorgere del cosiddetto “Stato Islamico”, il che rende più facile organizzare le campagne, come quella condotta nel luglio di quest’anno, durante la quale in un solo giorno sono stati uccisi 35 gay e lavoratori del sesso.
Forse voi pensate che queste cifre siano modeste se confrontate ai vari generi di omicidio perpetrati in Iraq, ma questi omicidi organizzati, segreti e violenti sono un grave rischio per i gay e i lavoratori del sesso iracheni. Fino ad ora nemmeno una persona è mai stata incriminata per aver ucciso un gay e le comunità locali e internazionali hanno reagito molto poco a quanto succede a queste persone da quasi dieci anni, nonostante il fatto che l’Iraq abbia firmato tutti i trattati umanitari che assicurano uguali diritti per tutti, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale.
Ogni volta che parlo con la gente su come la religione ostacola i diritti umani nella mia società, i credenti dicono “Questa non è vera religione. La nostra religione è pacifica”. Bene, cari credenti e leader religiosi, cara comunità di One Young World e cari voi che state ascoltando. Aiutatemi a mostrare al mondo la religione pacifica di cui parlate e in cui credete.
Aiutatemi a dimostrare che l’ISIS e gli altri estremisti non rappresentano tutti i musulmani e che molti tra di loro promuovono attivamente la pace e l’uguaglianza.
Leviamoci contro coloro che agiscono come se dovessero sostituire Dio, che puniscono e uccidono a loro piacimento riparandosi sotto il Suo nome.
Torniamo nelle nostre società e leviamo la nostra voce contro le discriminazioni e le violenze che la comunità gay sta affrontando e che vengono spacciate per religione. Grazie
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*Discorso letto da Amir al One Young World Summit 2014 di Dublino
** Amir dice di sé: “Sono un ottimista, un difensore dei diritti umani, credo nell’umanità e sono un cittadino del mondo. Mi appassiona il volontariato e adoro la vita. Lavoro come consulente per i diritti umani in Iraq per conto di Madre e collaboro a numerosi altri progetti, tra cui il quotidiano Awat, di cui sono presidente, come insegnante per i bambini rifugiati e in numerosi altri simili progetti. Amo la musica, lo sport e il benessere. Ho dei grandi sogni e faccio di tutto per realizzarli.”
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Testo originale: How Can Young People Make Religion A Force For Good?