Gesù e l’amato servo del centurione (Luca 7, 1- 10)
Testo elaborato da Norberto D’Amico e dal pastore Roberto Gonzalez per il Centro Cristiano de la Comunidad GLTTB, liberamente tradotto da Pina
Perché l’episodio della guarigione del servo del Centurione (Luca 7: 1-10), che “l’aveva molto caro” , è considerato una Buona Novella per le persone della Comunità gay, lesbica, bisex e trans? Vediamo di leggere insieme come questo testo che riflette l’esperienza umana e spirituale che stiamo facendo in questi mesi attraverso la rilettura queer delle storie della Bibbia.
Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito.
Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Va’ ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa». All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito” (Luca 7, 1- 10)
.Introduzione
1. Il Centurione o capitano romano era una persona non ebrea, pagana. Sicuramente rispettoso delle divinità romane, come della divinità ebraica. E’ molto probabile che fosse al servizio di Erode Antipa. Pertanto, non essendo ebreo, non voleva che Gesù entrasse in casa sua affinché non diventasse impuro.
2. L’evangelista Matteo racconta questa stessa storia, dice che il servo del capitano romano era paralitico e che soffriva per i grandi dolori.
3. La cosa interessante del brano di Luca è che dà un posto importante alle relazioni umane.
a) Ci racconta che il servo stava per morire ma pure che il capitano lo amava molto (gr. <entimos>).
b) Luca descrive anche la reazione di Gesù dinanzi alla fede del capitano e, rivolgendosi alla moltitudine che lo segue, mostra grande sorpresa per la sua dichiarazione.
c) Infine, Luca usa una parola in greco con il significato di “guarito” = cioè la persona che si trova nella condizione di godere dei vantaggi derivanti da una costituzione fisica vigorosa.
In definitiva, questo racconto di Luca è la Buona Novella per le persone della Comunità GLBT. Perché?
Un’altra storia d’amore
a. La storia di questo Centurione così preoccupato per la salute del suo servo è, secondo quanto crediamo, un’altra storia d’amore gay nelle Scritture, in questo caso nel Vangelo.
b. La storia dà ad intendere che il Capitano fosse molto angustiato per la salute del suo servo, al punto da ricorrere ad un profeta ebreo, cioè appartenente ad un popolo conquistato, sottomesso al potere dell’Impero Romano.
– Questo riporta alla memoria il modo in cui, successivamente, l’imperatore Adriano ricorre ai riti egizi per salvare la memoria e il corpo del suo amante Antinoo.
c. Un Centurione non si sarebbe disturbato in questo modo per un servo qualsiasi.
– E’ risaputo che i Centurioni avevano al proprio servizio persone che, tra le altre cose, svolgevano compiti di tipo sessuale, ciò faceva parte dei costumi. Tuttavia, il testo mette in risalto che “lo amava molto”.
d. Seguendo i costumi visti nel caso di Rut, nel Vangelo di Giovanni, il servo figura come “figlio del Centurione”.
– Dobbiamo considerare questa circostanza a favore del nostro punto di vista: l’affermazione di un rapporto familiare ci indica che tra essi esisteva più che un ruolo di servizio o un obbligo e non che erano familiari nel senso che oggigiorno diamo a questa parola.
L’autorita’ del centurione e l’autorita’ di Gesù
a. Tanto Gesù quanto il Centurione sono riconosciuti per la loro “autorità”. Il Capitano gli dice di dare un ordine e questo sarà eseguito, poiché lui sa, per esperienza, che quando dà un ordine ai suoi soldati, questi lo eseguono. E’ interessante vedere come in questo testo si rifletta l’esperienza che stiamo facendo sui personaggi GLBT nella Bibbia, attraverso l’analisi dei testi.
b. La Parola ci sta restituendo il suo autentico messaggio, non importa quanta interpretazione opprimente sia stata fatta in precedenza. La struttura continua a liberare, a curare dall’omofobia e a rafforzare il nostro modo d’essere, così come ad incoraggiare la nostra autenticità.
c. Ciò che stupisce della fede delle persone gay, lesbiche, travestite, transessuali e bisessuali è paragonabile allo stupore che la fede del Centurione desta in Gesù: Egli dice che non ha visto in tutto Israele una simile fede.
d. Noi non abbiamo visto nella Chiesa Cristiana, che ci condanna per la nostra identità o orientamento sessuale, una fede simile alla nostra; che, nonostante tutte le vessazioni, discriminazioni, indifferenza, abbandono e crimini, ai quali il cristianesimo ci ha sottoposto negli ultimi 1000 anni, nonostante tutto questo, continuiamo a credere e a cercare la verità. Questa è una fede sorprendente!
Un grande tema: “la dignità”
Per ultimo abbiamo il tema della “Dignità”. Il Centurione dice che “non è degno”: abbiamo già visto la spiegazione testuale all’inizio. Tuttavia, possiamo fare differenti letture di questo enunciato.
a. Molti di noi cercano un’ideale forma di essere e credono che per meritare il nome di cristiani o cristiane debbano abbracciare determinati valori e, cosa che è ancora più diabolica, non consentirsi di sfruttare pienamente la propria sessualità. Questi valori morali, etici, ecc….non hanno la minore importanza, non esiste un’etica pura del cristianesimo.
b. Non sappiamo quale sia per noi questa etica, nel caso esista, dal momento che tutti i valori etici sono formulati per impedire il nostro modo d’essere, di sentire e di esprimerci.
c. Questa non è l’etica del Vangelo. E’ una concezione moralista, crudele e assassina che ci uccide ma che sta anche uccidendo la Chiesa. La Buona Novella fa un chiaro richiamo a tutte le persone, facilitandole ad essere amiche della Divinità nella persona di Gesù Cristo sulle basi dell’amore e della giustizia: crediamo che questa sia un’etica sufficiente.
Ermeneutica pastorale
Gesù ci accetta così come siamo. Questa accettazione che la Chiesa dovrebbe imitare, non lo degrada né lo contamina di qualcosa. Quando vediamo le immagini di Gesù, possiamo analizzare che prototipo rappresenta. In alcune lo si vede come un signore serio, irritato, rammaricato con il mondo.
In altre come il maschietto simpatico che cammina con particolari movenze e ammiccamenti tra la folla (questa non sarebbe una cattiva cosa se qualcuno non pensasse di linciarlo). Altri presentano un’immagine manageriale di Gesù, non gli mettono giacca e cravatta perché non possono. In altre circostanze appare un’immagine agonizzante e bisognosa di aiuto.
Perché non vedere un’immagine gay, lesbica, travestita, transessuale, bisessuale o qualsivoglia di Gesù? Ciò che tanto scandalizza le Chiese può essere la differenza tra l’agonia di milioni di persone gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT) cristiane e una vita senza ombre.
Cosa farebbe Gesù? Si farebbe o no il piercing, si vestirebbe con abiti luccicanti di paillettes e dal suo collo penderebbe la catena con i cerchi dei colori dell’arcobaleno? Non verrebbe con noi alle nostre feste, ai nostri spazi di socializzazione e non mangerebbe con noi?
Bibliografia
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– Roy H. May, “VEINTE PREGUNTAS ACERCA DE LA HOMOSEXUALIDAD” Algunas Respuestas desde una Perspectiva Cristiana. Ed. Escuela Ecuménica de Ciencias de la Religión, Universidad Nacional – Costa Rica 2001
– Renato Lings, LAS TRADUCCIONES BÍBLICAS Y LA HOMOFOBIA , Ed. «Otras Ovejas» Ministerio Multicultural para Minorías Sexuales – Bruselas 1996
– Comentario Bíblico “SAN JERÓNIMO” Tomo III, Nuevo Testamento 1, Ed. Cristiandad – MADRID 1972
– Nancy Wilson, “OUR TRIBE” Queer Folks, God, Jesus, and the Bible, Harper San Francisco 1995
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Titolo originale: La Biblia es Nuestra Amiga: El Amante del Centurión, Lucas 7: 1-10