I credenti LGBT di tutto il mondo a Roma per la conferenza internazionale “Le strade dell’amore”
Il 3 ottobre a Roma gli omosessuali credenti di tutto il mondo saranno a Roma per la conferenza teologica internazionale “Le strade dell’amore, per una pastorale con le persone omosessuali e transessuali” con cui vogliono aiutare il Sinodo straordinario sulla famiglia a riflettere sull’accoglienza delle persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) nella chiesa cattolica.
Andrea Rubera, uno dei portavoce della conferenza, ha ricordato che: “La notizia della convocazione del un sinodo straordinario sulla famiglia e il questionario inviato in tutte le diocesi del mondo, hanno fatto scattare un’inedita voglia di partecipazione.
Sembra arrivato il momento, anche per noi omosessuali cristiani, di dare il nostro contributo e testimoniare la bellezza, la verità e, a volte, anche la fragilità delle nostre vite, come proposta per la crescita della comunità intera dei fedeli”.
“La questione che poniamo alla chiesa è semplice: – osserva Gianni Geraci, l’altro portavoce della conferenza – come può una persona omosessuale vivere in pienezza la sua vocazione cristiana all’interno della chiesa senza ritrovarsi schiacciata dall’ipocrisia e dalla solitudine?”.
Moderati dal vaticanista Marco Politi, si sono dati appuntamento a Roma il vescovo australiano Geoffrey Robinson (che è stato ausiliario del cardinale George Pell, uno degli otto membri della commissione a cui papa Francesco ha affidato il compito di studiare la riforma della Curia), il teologo e prete inglese James Alison, la teologa domenicana Antonietta Potente, la pastora valdese Letizia Tomassone (che è presidente della commissione “Fede e omosessualità” delle chiese battiste, metodiste e valdesi presenti in Italia) che hanno integrato il contributo di Joseanne Peregin (mamma maltese di un ragazzo gay e presidentessa dell’associazione Christian Life Community di Malta) e degli omosessuali credenti la cui testimonianza è giunta alla conferenza attraverso il documentario “Live & Hopes of LGBT Christian” della regista Yulia Matsiy.
Parte integrante della conferenza è stata anche la lettura di un appello che riassume il documento che il Comitato Organizzatore del Terzo Forum Italiano dei Cristiani LGBT ha inviato ai padri sinodali italiani e alla segreteria del Si-nodo come contributo ai lavori del sinodo stesso, redatto da un lavoro collettivo durato mesi partendo dalle risposte dei gruppi di omosessuali credenti italiani al questionario distribuito lo scorso anno (il testo è consultabile all’indirizzo: http://www.forumcristianilgbt.it/index.php/home/gruppi-di-lavoro/proposte-sinodo).
La conferenza è stata organizzata dal Forum Europeo dei Gruppi Omosessuali Cristiani, con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, della Scienza e della Cultura dei Paesi Bassi, con la collaborazione di persone omosessuali e transessua-li provenienti dai gruppi di tutti il mondo. Per informazioni e contatti Media Partner: Progetto Gionata (gionata.org) – Sito web: waysoflove.wordpress.com/
DICHIARAZIONI DEI RELATORI (tratte dalle relazioni alla conferenza)
“È stato Dio a creare un mondo in cui coesistono eterosessuali e omosessuali. Non è un errore compiuto da Dio, che gli esseri umani sono incaricati di riparare; è semplicemente e innegabilmente parte della creazione di Dio.
Perché dobbiamo ricorrere ad astrazioni nel determinare che cosa è naturale, invece che all’esperienza vera e vissuta degli esseri umani? Perché dovremmo dire che gli omosessuali agiscono contro natura quando agiscono in accordo con l’unica natura di cui abbiano mai avuto esperienza?”
Geoffrey Robinson, Vescovo emerito australiano
“La verità e la pace, il sapore di ciò che è reale e che viene dalla coscienza di essere figli: questa è la fonte dell’immaginazione di ciò che dovrebbe essere la forma dell’arduo bene a cui dovremmo tutti aspirare e per la realizzazione del quale speriamo di essere stati creati. Quella verità che sgorga da una coscienza libera di parlare priva di vin-coli non è un’aggiunta posticcia all’essere cristiani. E’ intrinseco propriamente all’essenza dell’essere cristiani.
Ci rende possibile farci carico della testimonianza, senza la quale non c’è cristianità. Per noi, animali parlanti, essere in grado di parlare apertamente e chiaramente è essenziale a poter essere in grado di vivere chiaramente e apertamente. E’ quando parliamo e condividiamo con gli altri le nostre esperienze affettive e di crescita che impariamo a scoprire nelle nostre relazioni ciò che siamo chiamati ad essere.”
James Alison, prete e teologo inglese
“Alla comunità credente chiederei uno spazio reale per contribuire alla riflessione teologica. Non chiedete solo accompagnamento, comprensione, perché altrimenti la Chiesa farà ciò che ha fatto per secoli con i popoli considerati poveri. Non permettete e non continuate a dare adito a queste relazioni di falsa benevolenza.
Nessuno di voi è un “poverino”; ciascuno nell’assemblea cristiana deve entrarci e parlare con parresia e questa sarà la sua autorità, per aiutare a capire, insieme ad altri e altre che fanno scelte diverse, come prenderci cura della storia.
Voi non dovete attirare l’attenzione, ma solo spostarla. Ricordate alla comunità credente che là dove due o tre si uniscono nel suo nome, Lui o Lei che sia, sta in mezzo e che chi ascolta la Sua Parola e la mette in pratica diviene dimora di Dio. Sono questi i principii che dovrebbero interessare alla chiesa.”
Antonietta Potente, teologa e suora domenicana italiana
“Non è la vocazione della Chiesa ad essere il luogo della libertà? Di essere il sito di un banchetto così ben preparato che briciole di libertà possono cadere anche per coloro che si nascondono sotto i tavoli per timore di essere perseguita-ti1?
Raccontare se stessi è uno delle tante vie verso un mondo di maggiore autenticità e di verità. Ma se gli interstizi e le lacune si ampliano, l’intero edificio è in pericolo di crollo. E in effetti, questo è ciò che vogliamo davvero: che questo edificio di etero-normatività crolli anche nelle chiese, perché si tratta di un edificio che nasconde e delegittima ogni al-tra esperienza di sé e del mondo.”
Letizia Tomassone, pastora valdese italiana e presidente della commissione Battista, Metodista e Valdese su Fede e Omosessualità
“Nel momento in cui mio figlio ha fatto ‘coming out’ con me, ho iniziato automaticamente il mio cammino verso il mio personale ‘coming out’ come genitore. È un lungo e doloroso viaggio per noi genitori tanto quanto lo è per i nostri figli. Ci si chiude in se stessi o si crolla psicologicamente, a volte si fa ricorso agli antidepressivi e si continua per diversi mesi. Un profondo senso di fallimento lascia i genitori paralizzati. A mio parere, considerando le ostilità sopportate dagli LGBTI, la scelta di difenderli invece di giudicarli, è forse la più urgente e universale necessità che vedo in questo momento nella vita della chiesa.”
Joseanne Peregin, presidente della Christian Life Community di Malta
Sintesi delle proposte per il Sinodo dei Vescovi lette alla conferenza teologica internazionale “Le strade dell’amore, per una pastorale con le persone omosessuali e transessuali” . Il documento integrale è consultabile integralmente qui
Per l’accoglienza delle persone omosessuali: Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia integralmente accogliere ed amare le persone omosessuali, specialmente nella delicata fase adolescenziale, sostenendole nella scoperta di sé, nella relazione con gli altri e nella piena accettazione della propria dignità di creature capaci di dare e ricevere amore.
Per l’accoglienza dei genitori delle persone omosessuali: Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia accogliere i genitori di persone omosessuali con parole di sostegno e di incoraggiamento a vedere il proprio figlio e figlia creato ad immagine e somiglianza di Dio, degno del suo Amore e veicolo di Grazia in tutti gli aspetti della sua vita, rifiutando esplicitamente approcci tesi a ‘cambiare l’orientamento sessuale’, come se fosse frutto di una scelta, in quanto privi di ogni scientificità ed ingannevoli tanto nelle aspettative quanto nei risultati e soprattutto forieri di una lettura superficiale della affettività umana e della sua intrinseca complessità, nella quale il bene della persona viene sacrificato sull’altare dell’ideologia e della norma.
Per l’accoglienza dell’amore omosessuale: Speriamo in un profondo rinnovamento degli orientamenti pastorali nei confronti degli affetti delle persone omoses-suali affinché si comprenda quanto di buono essi esprimano e quanto il loro amore possa essere esempio di solidità e generosità per tutti.
per l’accoglienza delle coppie omosessuali: Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia prendersi cura delle persone omosessuali che sentono ardere dentro di sé il desiderio di una vita affettiva di coppia e che sappia includere le coppie omosessuali, abbracciarle e guidarle, affrancandosi dalle battaglie ideologiche, forte della consapevolezza che l’Amore di Cristo è per tutti e per tutti è fonte di vita in abbondanza.
per l’accoglienza dei genitori omosessuali: Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia essere accogliente anche per i bambini e bambine di coppie omogenitoriali e che abbia a cuore innanzitutto il loro bene, perché è soprattutto l’amore che rende genitori, non escludendo da se stessa padri e madri omosessuali, che sono i primi depositari della trasmissione del messaggio cristiano ai propri figli e figlie.
per un vero contrasto all’omofobia: Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia riconoscere le drammatiche storie di omofobia quotidiana e che prenda una netta posizione per proteggere le vittime e per creare nelle diocesi e nelle parrocchie un ambiente rispettoso e inclusivo, in modo che progressivamente l’omofobia sia finalmente sconfitta.
Speriamo in una comunità ecclesiale che voglia fare suo il dolore e la paura delle persone che si trovano a vivere nei paesi in cui omosessualità e tran-sessualità sono criminalizzate e che rischiano quotidianamente la vita o la perdita della libertà a causa della loro identità e dei loro affetti, combattendo quelle persecuzioni di cui la Chiesa stessa è stata vittima nella storia.
per l’accoglienza delle persone transessuali: Speriamo in una comunità ecclesiale che si impegni per abbattere le barriere che hanno impedito alle persone tran-sessuali di diventare membri della società a pieno diritto e che sappia comprendere la verità e la bellezza del loro per-corso di liberazione, perché le diverse esperienze di tutti possano aiutare il cammino individuale e comunitario.