Gli omosessuali cristiani scrivono a Benedetto XVI perché le ‘dichiarazioni omofobe fanno male soprattutto quando partono dai cristiani’

“Il catechismo della Chiesa Cattolica dice che le persone omosessuali debbano essere trattate con rispetto, compassione e sensibilità.
Questi ultimi due aspetti sono necessari per relazionarsi a qualsiasi essere umano, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale o identità di genere. Se le cose stessero così la compassione non sarebbe necessaria.
I comportamenti e le dichiarazioni omofobe sono dolorose soprattutto quando partono dai cristiani, ecclesiastici o laici, e si allontanano molto da quel che si intende per rispetto”.
Il Forum Europeo di gruppi cristiani di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali ha inviato stamattina (ndr il 10 giugno) una lettera indirizzata a Benedetto XVI nella Santa Sede, così come a diverse conferenze episcopali del Vecchio Continente, tra cui la Spagna.
Nel nostro paese (ndr in Spagna), è stata sollecitata inoltre una riunione con il cardinale di Madrid, Antonio María Rouco Varela “per trovare un punto d’incontro”.
Nella lettera, gli omosessuali cristiani d’Europa spronano Benedetto XVI a “condannare gli atti violenti effettuati contro lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGTB) e la cooperazione di Sua Santità per sradicare la condanna odierna verso gli atti omosessuali in alcune parti del mondo”.
Una collaborazione che, chiaramente, viene spesso a mancare a causa della mancanza di comprensione e del silenzio della gerarchia ecclesiastica.
Il silenzio di Sua Santità viene interpretato dalle persone coinvolte in atti di violenza, tortura e morte come un consenso per gli stessi”, afferma il testo, che presenta come esempio l’assassinio in Uganda di David Kato.
I responsabili di tali atti di violenza “sono in genere individui convinti che agiscono con la volontà della Chiesa Cattolica di Roma”.
La lettera critica come, nel dicembre del 2009, “la Santa Sede si rifiutò di sottoscrivere la Dichiarazione dell’ONU sull’Orientamento Sessuale Identità di Genere”.
Il documento sprona il Pontefice a “offrire un’interpretazione chiara a tutta la comunità cristiana a proposito dei passaggi della Bibbia utilizzati per giustificare tali azioni abominevoli”, così come si fece per i passaggi che riguardavano la schiavitù.
“Non si devono interpretare alla lettera i versi che alludono a togliere la vita a coloro che hanno relazioni sessuali con persone dello stesso sesso”.
Per quanto riguarda coloro che ancora oggi continuano a parlare dell’omosessualità come una malattia che si può curare, i responsabili di LGTB cristiani d’Europa insistono col chiedere a Benedetto XVI che “non si predichi mai più che la comunità omosessuale debba sottomettersi a terapie di alcun tipo, posto che abbia il diritto di vivere la propria vita in amore e nella fede”.
Infine la lettera chiede al Papa di “riconsiderare la sua posizione a proposito delle relazioni tra persone dello stesso sesso e transessuali”, in modo che queste relazioni “siano benedette dalla Chiesa”.
Si esige inoltre che “Sua Santità non lanci mai messaggi che incitino i cattolici e le cattoliche a votare contro le leggi a tutela delle relazioni tra persone dello stesso sesso”.
Testo originale: Las actitudes y declaraciones homófobas son especialmente dolorosas cuando vienen de los cristianos