I cristiani LGBT che fanno sesso saranno condannati da Dio?
Articolo di Dave pubblicato sul sito Coming Out for Christians (USA), liberamente tradotto da Silvia Lanzi
I cristiani LGBT che fanno sesso saranno automaticamente condannati da Dio? Niente affatto. Se le persone dovessero essere automaticamente condannate all’inferno perché la loro morale sessuale non si confà a quella delle Scritture, allora lo dovrebbero essere anche molti protagonisti dell’Antico Testamento, gente che Dio ha ritenuto giusti. Alcuni esempi: Abramo, con le sue molte mogli e concubine (Genesi 16:1-3, 25:1-6) e individui come re Davide, che ha avuto anche lui parecchie mogli e concubine (1 Samuele 19:11, 25: 38-43, 2 Samuele 3:5, 11:2-3, 11: 26-27, 3:1-4, 5:12-16). Non sto dicendo che la morale sessuale non sia importante. Le Scritture dicono che la nostra santità sta dentro la nostra moralità sessuale (1 Tessalonicesi 4:1-8), e noi siamo chiamati ad essere santi.
Piuttosto che martellare su questo argomento (omosessualità) abbiamo bisogno di capire che ci sono molte cose che i cristiani (eterosessuali) fanno e che non onorano Dio come: non pagare le tasse, divorziare, risposarsi, far sesso fuori dal matrimonio, fumare – lavorare in nero, abortire ecc… Non tutti i cristiani sono d’accordo su ciò che onora Dio e qualcuno potrebbe non condividere alcune delle cose che ho menzionato.
Nelle mie classi ci sono cristiani (eterosessuali) che non vivono in totale conformità con quella che io penso sia la parola di Dio. Comunque questo riguarda me e non ho timore per la loro salvezza. La ragione di ciò e che vedo che stanno crescendo in Cristo.
In più, se venite da una confessione religiosa che crede nella predestinazione mi sorprende che vi siate anche solo fatti questa domanda. Io non credo nella predestinazione, così come non credo che nessuno abbia raggiunto ancora la perfezione di Cristo. Siamo tutti “in progress”. Dio non ha ancora finito con nessuno di noi. Siamo tutti in cammino per diventare sempre più simili a Cristo (Filippesi 1:6). L’università di Wesleyan lo definisce cammino di ‘santificazione continua’ o ‘crescita nella Grazia’.
Il cristiano LGBT sta facendo questo percorso proprio come quello etero. Finché lo seguiamo secondo quel che sappiamo, credo che possiamo essere certi della salvezza.
Comunque, se Dio ci convince che abbiamo peccato in quel che abbiamo discusso qui (e anche altrove) e manchiamo di pentirci, allora credo che la nostra salvezza in Cristo sia a rischio (Giacomo 4:17; Ebrei 10: 26-29). Così la salvezza dei cristiani LGBT ha le stesse basi di quella dei cristiani eterosessuali. Entrambi devono seguire Cristo al meglio delle loro capacità e della loro comprensione.
Sembra che tu sia d’accordo con le posizioni di una parte cristiani. È esatto?
Credo che la Grazia di Dio sia per le persone cristiane e per tutte le altre. Nell’Antico Testamento la Grazia di Dio era al lavoro anche con quelli che pensiamo avessero comportamenti inaccettabili – ma Dio li ha definiti degni e santi. E la Grazia di Dio è al lavoro nelle vite dei cristiani di oggi che cercano di seguire Cristo… nella tua vita… nella mia… e in quelle di vostro figlio e di vostra figlia. Credo che la questione dell’orientamento debba essere risolta nell’abbraccio, nel porto sicuro della Chiesa. Ogni settimana dialogo on-line con molte persone omosessuali.
Il loro cammino alla sequela di Cristo e alla scoperta di ciò che sono… Parte A… parte B … Parte X… qualsiasi parte… dura anni, a volte anche tutta la vita. Come i cristiani eterosessuali, sono in cammino per capire la direzione che Dio ha dato alle loro vite. Entrambi i cristiani (gay ed etero), hanno bisogno della comunione con altri credenti che li assistano e li incoraggino nel loro cammino spirituale. Sfortunatamente spesso la Chiesa non è un porto sicuro per le persone LGBT. Come ministro del Vangelo credo che ci sia bisogno di un cambiamento.
Ma fare del sesso gay non è una scelta consapevole? E Dio non giudicherà di conseguenza?
È una domanda interessante. Dopo tutto Dio è giudice, e un giorno ci giudicherà tutti quanti. Ma se Dio è un giudice secondo il senso comune, allora quello non sarà un bel giorno per la Chiesa. Come giudicherà Dio chi scientemente sceglie di non pagare le decime? (Farlo è rubare a Dio). Come giudicherà Dio quelli che non hanno voluto servirlo? (Gesù ha detto che se lo ami gli obbedirai). E quelli che non sono casti fino al matrimonio? (I fornicatori non erediteranno il Regno). E quelli che scelgono di divorziare? (Gesù ha detto: non separi l’uomo ciò che Dio ha unito). Come giudicherà Dio quelli che si risposano dopo aver divorziato? (Gesù definisce adulterio le seconde nozze). E come giudicherà Dio quelli che hanno tradito la sua parola e hanno coscientemente diffamato gay e lesbiche? Ci sono un sacco di altre cose che potrei citare, volendo.
Io sono per una posizione più ‘garantista’. Specialmente dal momento in cui siamo le Scritture ci avvertono che saremo giudicati nella stessa maniera in cui giudicheremo gli altri (Matteo 7:1-2). Le persone sono complesse e arrivano a Gesù da percorsi e situazioni differenti. Se non ci fosse la misericordia di Dio saremmo tutti condannati. La domanda non è tanto a che punto della nostra vita siamo, ma piuttosto dove stiamo andando.
Tutti quelli che dichiarano che Cristo è il loro salvatore sono spiritualmente in cammino. Se ci offriamo a Dio, gli diamo anche la possibilità di plasmarci e di modellarci. Lui è il vasaio, noi la creta. Ma nessuno di noi è completamente plasmato da Dio, non ancora. Siamo tutti creature in divenire.
Testo originale: For parents …