Nulla ci separerà dall’Amore di Dio. I cristiani omosessuali di Nuova Proposta scrivono ai Vescovi emeriti di Grosseto, Pistoia e Lucera-Troia

Carissimi Vescovi Emeriti, nelle ultime settimane le vostre voci, in diversi contesti, hanno rimarcato la vostra posizione di considerare gli omosessuali, ora disordinati, ora anormali, ora rappresentanti di un modo di interpretare la sessualità non come volta alla riproduzione ma come “ricerca di lussuria”, ora interpreti di una “pratica aberrante” che addirittura genera “ribrezzo” al solo parlarne (il virgolettato purtroppo è fedele alle vostre dichiarazioni)…
Parole che, invece di dare la vita, alimentano le separazioni, il pregiudizio, il malessere di chi vive, il più delle volte, dall’adolescenza in poi, una condizione di isolamento ed emarginazione.
Siamo consci che le vostre affermazioni vengono da una cultura ancestralmente omofoba, in cui il diverso va emarginato, allontanato, e che sono parto del vostro essere uomini più che Padri, nati e cresciuti in una società non aperta all’accettazione del diverso.
Noi omosessuali cristiani ci sentiamo parte integrante della Chiesa, popolo di Dio in cammino; una Chiesa Madre e mai matrigna. Non crediamo di peccare di orgoglio affermando che “nulla ci separerà dall’Amore di Dio”; non ci separeranno l’incomprensione, la disinformazione, il pregiudizio, lo stigma.
Dio è nostro Padre e Cristo, suo Figlio, nostro modello nell’Amore. Ci piace ricordare in questa lettera che Gesù guardò benevolo e guarì l’emorroissa di sabato; e questo gesto assume un significato ben pregno se lo riconduciamo alla cultura farisea del tempo, che considerava sia la violazione del sabato come peccato gravissimo, sia il contatto con le donne emorroisse (con perdite mestruali continue) una cosa da evitare ad ogni costo, in quanto esse avrebbero reso impuro chiunque fosse venuto in relazione con loro ed erano pertanto destinate ad una vita di emarginazione.
Gesù supera, con gli occhi del cuore, il pregiudizio sociale, le prescrizioni della Legge e dona la vita ad una donna che aveva bisogno del Suo Amore per avere un’esistenza piena e dignitosa. E’ solo guardando con gli occhi del cuore che si riesce a penetrare nelle storie altrui e a comprenderle. Non lo si potrà mai se si guarda agli altri con gli occhi della Legge o del Diritto.
Cosa significa essere omosessuali, cosa significa l’affettività omosessuale lo si capisce solamente incontrando le persone, ponendosi di fronte ad esse con la volontà di aiutare, capire, amare.
Purtroppo dalle vostre Parole non ci arriva Amore, solo giudizio. E il giudizio, si sa, divide e allontana. Molti di noi, battezzati e cresciuti in parrocchia, alla fine dell’adolescenza si sono trovati costretti ad abbandonare quel contesto che è stato così importante per tutti noi.
E lo hanno fatto non perché irretiti dalla “ricerca di lussuria”, quanto perché è risultato impossibile vivere in un contesto parrocchiale dichiarandosi apertamente omosessuali. Si vive spesso una condizione di morte, costretti a tacere una componente così importante della propria identità, a fingere di essere quello che non si è. E il più delle volte, quando si pretende visibilità, si viene allontanati.
Le vostre parole alimentano, inoltre, una tendenza assai pericolosa, quella di creare una dissociazione tra affettività e sessualità. Quante volte ci siamo sentiti consigliare, in sede di confessione o di guida spirituale, di non cedere alla tentazione di avere una vita affettiva piena, una relazione stabile; quante volte ci è stato prospettato come “male minore” il cadere in singoli rapporti sessuali, magari vissuti frettolosamente e in maniera nascosta.
Invece siamo convinti, confortati dalla voce delle nostre coscienze, che è l’affettività piena che va ricercata, perché l’amore fra due persone legate dall’impegno reciproco ad una relazione esclusiva, duratura ed altruistica è un bene da riconoscere, proteggere e incoraggiare.
Ripetiamo, siamo convinti che le vostre parole siano figlie della disinformazione; ed è per questo che, come associazione Nuova Proposta, ci proponiamo come supporto per chiunque (anche voi) voglia incontraci ed affrontare, serenamente e senza pregiudizi, il tema dell’omosessualità, cercando di conoscere e comprendere.
Lo abbiamo chiesto anche qualche mese fa al nostro Vescovo, il cardinal Vallini, ribadendo l’assoluta necessità di avere una pastorale specifica per le persone omosessuali che devono continuare a sentirsi parte, e figlie, di questa grande famiglia in divenire che è la Chiesa.
Crediamo nel dialogo, nel confronto ed è per questo che non ci stancheremo mai di ricercarli, di scrivere, di raccontarci. Fratelli in Cristo, vi salutiamo.
Le donne e gli uomini di Nuova Proposta
Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali cristiani di Roma
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