I doni delle persone queer sapranno rendere la Chiesa più inclusiva?
Articolo di Phoebe Carstens pubblicato su Bondings 2.0 (USA), blog di New Ways Ministry il 18 dicembre 2024, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo
In un articolo pubblicato sul sito The Baffler, (lo scrittore cattolico) Theodore McCombs analizza come la Fiducia Supplicans (che ha permesso la benedizione delle persone in relazione omosessuale) e Dignitas Infinita (che ha espresso una visione negativa sulle transizioni di genere), considerate insieme, sembrano allargare, limitare, complicare e problematizzare simultaneamente le posizioni della Chiesa sulle vite e le esperienze queer.
Le coppie dello stesso sesso possono ricevere benedizioni spontanee – una mossa che McCombs definisce “straordinaria”, soprattutto considerando la storia della Chiesa cattolica– ma il Vaticano insiste sul fatto che ciò non dovrebbe essere interpretato come un’accettazione della loro attività sessuale o dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Quando questo documento viene accoppiato con la condanna espressa in Dignitas Infinita della “teoria del genere” e dei “cambiamenti di sesso,” ne emerge una visione confusa e spesso contraddittoria dell’approccio della Chiesa verso le persone LGBTQ+.
Secondo McCombs, il disagio della Chiesa con le realtà del corpo è una delle principali cause di questa tensione. Scrive:
“…il modo più basilare per riconciliare questi due documenti è capire che, per la Chiesa cattolica, i corpi sono sempre stati il problema… Il Papa supporta il riconoscimento legale dell’amore [delle coppie dello stesso sesso], ma non il riconoscimento corporeo. Gli uomini gay nei seminari possono essere tollerati, ma senza ‘frociaggine’, per favore. E il cambio di sesso, come trasgressione fisica del genere, è una ‘grave violazione’ della dignità umana.”
Per McCombs, è necessario tener conto delle realtà corporee, poiché noi siamo, in fondo, il Corpo di Cristo. Se questo corpo mistico è uno dei principali simboli della nostra esistenza come comunità, allora non possiamo ignorare i corpi che lo compongono, inclusi i corpi queer.
E si chiede: “Se tutti i membri del Corpo Mistico di Cristo contribuiscono con un carisma, [allora] quale potrebbe essere il carisma queer?”
McCombs identifica diverse possibilità per il carisma delle persone queer, inclusa una “radicale estensione del concetto di famiglia,” dimostrata dall’abilità delle persone LGBTQ+ nel formare e sostenere famiglie da lo volute e servire le loro comunità attraverso l’aiuto reciproco.
Un’altra possibilità, esemplificata dal lavoro di un ordine di suore drag, le Sisters of Perpetual Indulgence, potrebbe essere il gioco insito nel trasgredire i confini. Scrive:
“L’irriverenza potrebbe essere uno dei doni che i cattolici LGBTQ offrono alla Chiesa cattolica – come critica, come correttivo contro la pomposità e la tristezza (clericale), come lievito di gioia in una religione che spesso sembra feticizzare il senso di colpa e il dolore.
Se le modalità di accoglienza della Chiesa cattolica sarà una politica di rispettabilità queer, tuttavia, l’integrazione secondo la visione del Papa fallirà disastrosamente. Per i cattolici queer, un’accettazione condizionata all’auto-censura e al nascondimento semplicemente spinge nuovamente nel nascondinento.
Per la Chiesa, un’integrazione edulcorata oscura il vero valore che coloro che vivono au margini possono offrire alle maggioranze, quando la differenza è vista non solo come tollerabile, ma come qualcosa di stimolante.”
L’irriverenza come dono implica una capacità di lotta, un desiderio di comprendere ed un incontro con ciò che altrimenti potrebbe essere respinto a priori.
Questo fenomeno non è estraneo al cattolicesimo. Come Francis DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, ha spiegato a McCombs:
“Ciò che separa il cattolicesimo da altre denominazioni cristiane è che esso è incarnato e sacramentale.”
In altre parole, la Chiesa Cattolica si basa sui concetti di riconoscere Dio incarnato nelle realtà tangibili di questo mondo e di apprezzarne la santità. È attraverso l’interazione con le esperienze concrete, vissute e corporee del mondo – per quanto strane o sconosciute possano essere – che giungiamo a una consapevolezza della presenza e dell’azione di Dio in esse.
Questo, per McCombs, indica come la Chiesa dovrebbe relazionarsi con le persone LGBTQ+ (che fanno parte del suo Corpo) e allo stesso tempo parla dei doni che i cattolici LGBTQ+ esemplificando offrono: curiosità e scoperta di sé.
Secondo McCombs: “Se i teologi del Vaticano fossero più curiosi, le evidenze delle vite queer esistenti, anteriori all’esperienza ma che devono essere scoperte attraverso l’esperienza, potrebbero incuriosirli. La dignità infinita non richiede forse una curiosità inesauribile? Non essere naturae rationabilis individua substantia (‘sostanza individuale di natura razionale’) implica di per sé esplorazione e sperimentazione?
Perché la visione di integrazione pastorale del Papa abbia successo, il Corpo deve essere interessato a se stesso. Più della compassione, più dell’accoglienza: solo una Chiesa pronta a considerarsi arricchita dall’incontro con la diversità della creazione può definirsi cattolica.”
* Theodore McCombs è uno scrittore cattolico di San Diego (Stati Uniti) autore della premiata raccolta di racconti brevi Uranians. Suoi saggi e interviste sono apparsi anche su Slate, Guernica ed Electric Literature .
Testo originale: Catholic Imagination Must Be Queered with Curiosity, Argues Writer

