I frutti del mio cammino con il progetto gionata
Riflessioni di Sara M., volontaria del progetto gionata, del 15 gennaio 2011
Sono eterosessuale, ma sono pure femmina: il che significa che fin dalla nascita ho avuto il marchio di “essere umano di serie B”.
E mica è un modo di dire: quando sono nata, nel 1970, prima dell’avvento delle ecografie, sono nata primogenita. E mia mamma mi raccontava di aver sentito un’infermiera che chiedeva ad un’altra: “Cos’ha detto il padre, che non è un maschio?”.
Mia mamma ne rideva, perchè per lei e mio papà non esisteva questa gerarchia, ma a me bruciava, perchè fin da piccola sentivo questa gerarchia ogni giorno, fuori dalle mura di casa.
E naturalmente il bruciore diventava astio verso Dio, che mi dicevano aver instaurato quella gerarchia.
Tralascio il lungo racconto del superamento di questo bruciore, ma nel superamento dell’astio Gionata.org ha avuto una parte importante.
Mi piace leggere e mettere a disposizione di altre persone le testimonianze di chi scopre che il nostro creatore è un Dio di amore pieno, senza gerarchie e senza giudizi. Mi piace perchè queste testimonianze cambiano me, prima ancora di essere messe a disposizione degli altri.
Quando adesso mi capita di ascoltare o leggere commenti misogini, omofobi, razzisti o comunque di giudizio tranciante da parte di persone cattoliche, non rispondo più per le rime (e sono molto brava, ti assicuro, a rispondere per le rime).
Continuo a rispondere, non ne lascio passare uno, ma adesso le mie risposte sono domande: “Ma tu in che Dio credi? Perchè non riesci a confidare nell’amore e nella misericordia?”.
Ecco, io sono una di quelle persone a cui Gionata ha portato frutto.
Con la speranza che i nostri cammini continuino a intrecciarsi.
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