I gay credenti e le “Chiese inclusive”
Articolo di Stéphane Lavignotte tratto da blogspirit.com, traduzione di Dino M.
Jean Vilbas ha iniziato una tesi sulla teologia delle Chiese inclusive alla Facoltà di Teologia Protestante dell'Università di Strasburgo. Vicino alla MCC (MCC è una Chiesa cristiana ecumenica che accoglie le persone GLBT), fa parte del gruppo Cristiano Rendez-vous di Lilla ed ha creato la rivista "Des Miettes de la table" (Briciole della tavola). In questa intervista ci invita a riflettere su cosa sono le chiese inclusive per i gay e le lesbiche. Essere inclusivi significa infatti riconoscere in Gesù l'ospitalità di Dio e accettare che il nostro sguardo sugli altri possa modificarsi e trarne le conseguenze pratiche sul piano comunitario.
Cosa significa l'espressione "Chiesa inclusiva" ? Da dove deriva?
Da più di un quarto di secolo, oltre 1500 parrocchie nordamericane di varie denominazioni hanno adottato il nome di "Chiese inclusive" con cui intendevano indicare la loro volontà di dare piena accoglienza alle persone omosessuali. La maggior parte l'hanno fatto in contrasto con le affermazioni ufficiali della loro denominazione; altre al contrario rientravano nella linea di una politica ufficiale di apertura proclamata dalla denominazione – è questo il caso della United Church of Christ, chiesa-sorella dell' ERF (Chiesa Riformata di Francia – ndr).
Tra i diversi aggettivi che qualificano queste parrocchie – aperte, accoglienti, riconciliatrici – si è imposto quello di inclusiva, che traduce in inglese il concetto di cammino concreto di inclusione, opposta all'esclusione. Dato che è difficile tradurre il significato esatto di questo termine, lo si impiega così, come un neologismo.
In modo concreto, cosa fanno in generale le Chiese inclusive oltre che proclamare il loro carattere ispirato all'accoglienza?
Le realtà territoriali sono molto diverse! Il LGCM (Movimento Lesbico e Gay Cristiano) britannico aveva tentato di elaborare una "Carta della perfetta Chiesa inclusiva" senza però mai riuscire a riunire in questa carta esperienze parrocchiali estremamente diverse tra loro.
Da parte mia dirò che una Chiesa davvero inclusiva non può essere soggetta alla contraddizione emersa dal recente comunicato del Comitato Permanente Luterano Riformato: da un lato sollecitare l'accoglienza di tutte e tutti in nome della Grazia e dall'altro giudicare inopportuno in nome delle circostanze l'accesso al ministero di persone omosessuali o la benedizione di coppie dello stesso sesso.
Molte parrocchie inclusive hanno celebrato delle benedizioni d'unione o infranto i regolamenti della loro denominazione accettando come pastori, anziani o diaconi delle persone omosessuali. Dichiararsi parrocchia inclusiva talvolta vuol dire esporsi a dei rischi.
Ci sono basi bibliche o teologiche particolari per questo percorso?
Alcune Chiese inclusive hanno sviluppato una teologia specifica, nella linea delle teologie della liberazione – in particolare quelle che sono costituite quasi esclusivamente da LGBT. Altre hanno visto nel loro percorso un prolungamento delle precedenti lotte per i diritti civili. Le parrocchie della rete liberale Center for progressive Christianity sono di fatto inclusive poichè questo aspetto fa parte degli otto punti della loro carta.
Molte altre realizzano la loro posizione inclusiva semplicemente grazie al loro modo di comprendere il Vangelo. Il tema dell'ospitalità è presente in tutta la Scrittura, dai racconti dell'Antico Testamento fino alle lettere del Nuovo Testamento; il libro degli Atti, dalla Pentecoste in cui il messaggio del Vangelo raggiunge ciascuno nella sua lingua, fino ai racconti della conversione dell'eunuco etiope o del centurione Cornelio, illustra la nascita di una Chiesa nel cui interno i pregiudizi cadono uno ad uno.
Paolo dà come consegna ai cristiani minacciati di divisione. "Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi" (Ro 15:7). Essere inclusivi significa per prima cosa riconoscere in Gesù l'ospitalità di Dio, accettare che il nostro sguardo sugli altri possa modificarsi e trarne le conseguenze pratiche sul piano comunitario.
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