I gay italiani e le proteste contro il Vaticano. Come ci vedono i francesi
Riflessioni tratte da dieunousaimechretiensetgay.blogspirit del 9 dicembre 2008, liberamente tradotte da Dino
In Vaticano, con una corda al collo e una candela in mano, quasi 1000 omosessuali hanno partecipato, sabato 6 dicembre 2008, in piazza San Pietro, alla manifestazione organizzata dalle associazioni gay italiane per protestare contro l’opposizione della Santa Sede al progetto di denuncia per la depenalizzazione dell’omosessualità che la Francia intende presentare all’ ONU a nome dell’Unione Europea. Le associazioni organizzatrici erano Arcigay, Arcilesbica e Rosa Arcobaleno.
Il Vaticano, tramite il suo portavoce, il padre Federico Lombardi, si è opposto a questo testo, che peraltro non parla che di depenalizzazione dell’omosessualità, poiché vi vede un possibile “strumento di pressione o di discriminazione nei confronti di coloro che (…) considerano il matrimonio tra un uomo e una donna come la forma fondamentale e originale della vita sociale”.
Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell’associazione Arcigay ha dichiarato che gli omosessuali non possono comprendere la “cattiva scelta che il Vaticano in quanto Stato sta facendo” di continuare a considerare l’omosessualità come un delitto. Ha ricordato che l’omosessualità in nove paesi viene ancora punita con la morte.
Il Vaticano, che afferma continuamente di essere contro la pena di morte, non è così rigoroso quando si tratta di omosessuali. Rifiuta infatti di appoggiare la proposta francese poiché vede in questa risoluzione un aiuto per i fautori del matrimonio omosessuale.
Non si vede in che modo il fatto di opporsi all’esecuzione e all’incarceramento dei gay favorisca il matrimonio. Questo mette in luce una volta di più la profonda omofobia della Chiesa cattolica romana.
Parlando di reazioni, Aurelio Mancuso ha anche detto “Succedono cose notevoli in questi giorni. Abbiamo ricevuto dal mondo intero, e in particolare dall’ambiente istituzionale francese, ringraziamenti per le nostre campagne di sensibilizzazione internazionale per la difesa e la dignità dei gay e delle lesbiche, che sono sfociate in più di 10 000 adesioni a sostegno dell’iniziativa Stop Vatican Attack-Support Homosexuality Decriminalization presentata su Facebook”.
Tra i parlamentari e i politici era presente Vladimir Luxuria, ex parlamentare transgender che ha dichiarato: “E’ veramente impensabile che, se in Italia una transessuale può vincere una trasmissione televisiva (lei ha infatti vinto la sesta edizione dell’Isola dei Famosi, il realty-show più popolare della televisione italiana), in altri paesi la si possa uccidere”.
Vladimir Luxuria fa notare che il Vaticano, opponendosi alla depenalizzazione dell’omosessualità, si “contraddice, poichè si esprime in favore del rispetto per la vita mettendo ostacoli all’eutanasia e all’aborto e, nello stesso tempo, permette l’assassinio di uomini e donne omosessuali.”.
E’ necessario che queste proteste verso l’atteggiamento reazionario e disumano del Vaticano si estendano e che le Autorità dei Paesi che hanno presentato la proposta di decriminalizzazione universale dell’omosessualità ma anche tutte le persone che difendono il rispetto della persona umana, abbiano il coraggio di esprimere apertamente la loro condanna dell’istituzione vaticana.
Ricordiamo che il progetto francese di “Dichiarazione sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”, annunciato nel maggio 2008 dal Segretario di Stato francese ai diritti dell’Uomo, Rama Yade, è parimenti sostenuto all’ONU da numerosi “coautori”, tra cui l’Argentina, il Brasile, il Gabon, il Giappone, la Norvegia, la Croazia, l’Ucraina, la Nuova Zelanda e i Paesi Bassi.
Signore, perchè tanto odio da parte di coloro che affermano di rappresentarti?
Testo originale