I gay nuovi capi espiatori del malessere sociale nell’est europeo
Riflessioni tratte da dieunousaimechretiensetgay.blogspirit.com del 29 settembre 2008, liberamente tradotte da Dino M.
Il caso dell’attacco a Queer Sarajevo Festival, che doveva avere luogo dal 24 al 28 settembre 2008, da parte di decine di persone al grido di “Dio è il più grande” e “Uccidete i gay”, prima che alcuni individui aggredissero fisicamente molte delle persone presenti, lascia sbalorditi e indignati.
Questa nuovo caso di violenza pone ancora l’accento sulla mancanza di protezione da parte delle autorità delle manifestazioni omosessuali in numerosi Paesi dei Balcani o dell’ Est europeo, quando addirittura non sono esse stesse omofobe. I gay sono diventati cosi, loro malgrado, i nuovi capi espiatori del malessere sociale che cova in questi stati. Sino a quando?
In Bosnia – Erzegovina il primo festival LGBT di Sarajevo programmato dal 24 al 28 settembre 2008, il Queer Sarajevo Festival, è stato teatro di gravi violenze.
Romania, Ungheria, Russia, Moldavia, Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia, Serbia, ed oramai anche Bosnia -Erzegovina mostrano sempre più la loro omofobia.
I piccoli paesi multietnici dei Balcani si sono a loro volta aggiunti all’elenco dei Paesi europei in cui le manifestazioni omosessuali vengono attaccate da persone omofobe, in modo aperto e violentemente.
Alla fine della cerimonia inaugurale del Queer Sarajevo Festival, mercoledi 24 settembre 2008, molte decine di persone anti-gay hanno attaccato i partecipanti al festival.
Davanti all’accademia di Arti Figurative, nel centro della capitale, la folla ha iniziato a scandire “Allah akbar” (“Dio è il più grande”, in arabo) e “Uccidete i gay”, prima che alcuni individui aggredissero fisicamente molte persone presenti.
La polizia ha segnalato otto feriti, tra i quali un cittadino danese che versa in gravi condizioni, due giornalisti e un poliziotto ma sono state fermate solo tre persone. In seguito a queste violenze, gli organizzatori hanno deciso, come misura precauzionale, d’interrompere il festival.
Questa nuovo caso di violenza crea ancora una volta un interrogativo sulla mancanza di protezione da parte della polizia a cui sono soggette le manifestazioni omosessuali in numerosi Paesi dei Balcani o dell’ Est europeo, anche quando sono in parte finanziate con l’aiuto di ambasciate occidentali.
In effetti, questi attacchi erano da prevedere, dato che numerosi richiami all’omicidio erano stati esposti sui muri di Sarajevo, con manifesti recanti la scritta “Morte ai gay”.
Mustafa Ceric, il Gran Mufti di Bosnia, aveva d’altra parte tacciato la manifestazione “di essere provocatoria” poiché essa avveniva durante il mese di ramadan.
Così l’omofobia violenta si manifesta sempre più alla luce del sole. Le autorità lasciano fare gli omofobi, oppure reagiscono molto debolmente, quando addirittura non sono esse stesse omofobe. I gay sono i nuovi capri espiatori.
Le autorità della Bosnia aspetteranno, per reagire con forza, che si sviluppino delle vere e proprie sommosse anti-gay? Signore, proteggi il mondo dalla violenza e dall’odio.
Testo originale