‘I gay possono essere curati’. A Genova partono gli esposti contro Monsignor Rigon
Articolo tratto da Il Secolo XIX del 12 Marzo 2011, pag.22
Il caso era deflagrato a metà febbraio (2011), all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastica (di Genova ndr).
A margine della cerimonia pubblica, monsignor Paolo Rigon aveva risposto ad alcune domande su una delle cause di nullità del matrimonio: l’omosessualità di uno dei due partner tenuta a nascosta per preferire invece un matrimonio solo di facciata era certamente tra questi.
“L’omosessualità è un problema che, se preso in tempo può essere superato attraverso la psicoterapia – aveva però aggiunto – nei nostri consultori questo, in qualche caso, è avvenuto con successo».
Il cardinale Angelo Bagnaseo, a distanza di quarantott’ore aveva preso le distanze su questo punto, precisando che “alla chiesa competono le questioni morali, gli aspetti scientifici devono essere lasciati ad altri”.
“Da quindici anni l’omosessualità non rientra nei sistemi di classificazione internazionale come un disturbo psichiatrico” era stato il successivo intervento del presidente nazionale della Società Italiana di Psichiatria, Luigi Ferranini, nel corso di un incontro informativo sull’omosessualità organizzato dall’Ordine degli Psicologi.
Rigon, chiamato in causa da esposti presentati delle associazioni omosessuali agli Ordini chi Medici e degli psicologi, aveva quindi lasciato la parola al suo avvocato Michele Ispodamia: «Monsignor Rigon sarà indagato per diffamazione e violenza privata, ma sono sicuro che le accuse si riveleranno del tutto inconsistenti».