Tra torture e pestaggi. In Russia è caccia al gay
Articolo tratto dal sito The Red Phoenix (Stati Uniti), del 26 luglio 2013, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La crociata del presidente Putin contro la comunità LGBT russa ha conosciuto una nuova, terribile svolta. I neonazisti russi hanno ricevuto l’ordine, da parte di uno dei loro capi, di creare dei profili falsi su un social network popolare in Russia, VK.com, e adescare adolescenti gay per torturarli e umiliarli.
Spectrum Human Rights Alliance riferisce: “Il famigerato ultranazionalista ed ex skinhead russo Maksim Martsinkevič, conosciuto con il nomignolo di Mannaia (Tesak in russo), ha lanciato una campagna nazionale contro gli adolescenti LGBT, che consiste nell’adescare vittime ignare sul popolare social network VK.com attraverso annunci personali.
I numerosi ed entusiasti seguaci di Martsinkevič hanno due progetti in cantiere: Occupy Pedophilyaj e Occupy Gerontilyaj: a quanto pare stanno cercando di identificare e denunciare i pedofili attraverso i due “movimenti”. In realtà, all’interno del social network sono stati creati più di 500 gruppi per organizzare gruppi illegali di militanti in ogni città russa.
È piuttosto strano che il loro progetto per combattere i pedofili prenda di mira esclusivamente adolescenti maschi che rispondono agli annunci personali a sfondo omosessuale e che si presentano all’appuntamento.
Le vittime così catturate vengono seviziate e torturate mentre qualcuno le filma. Costoro, che asseriscono di “combattere il crimine”, mettono a segno le loro azioni alla luce del sole, spesso in maniera molto visibile, ma l’opinione pubblica li ignora o addirittura li loda. Le registrazioni video degli atti di bullismo e delle torture vengono distribuiti liberamente su Internet per rivelare l’omosessualità di questi adolescenti alle loro scuole, ai genitori e agli amici.
Molte vittime sono state indotte al suicidio, le altre sono rimaste profondamente traumatizzate. Fino ad ora la polizia russa non ha fatto nulla contro questi “movimenti”, anche se in patente violazione del codice penale e nonostante le numerose proteste da parte di genitori, vittime e attivisti LGBT.
Il social network VK.com a volte chiude alcuni gruppi e profili solo per riaprirli il giorno dopo. Il fondatore del sito Pavel Durov attualmente risiede negli Stati Uniti e fino ad ora non ha rilasciato dichiarazioni.”
L’Huffington Post ha fornito una breve traduzione di un video che mostra quello che sembra essere un gruppo di giovani neonazisti russi che interrogano e poi picchiano un ragazzo gay di 15 anni: “Il gruppo si avvicina al ragazzo e gli chiede se è lì per incontrare qualcuno chiamato “zio Dima”. Poi lo portano su una panchina e continuano l’interrogatorio.
Gli chiedono perché sia lì per incontrare Dima e il ragazzo ammette di essere lì per fare sesso, magari per denaro. Anche se il gruppo si fa beffe di lui, a tratti si comporta in modo amichevole, e il ragazzo accetta di parlare di sé e delle sue preferenze sessuali.
Dice chi è, da dove viene, quale scuola frequenta e che ha 15 anni. Verso la fine del video l’aggressione si fa più violenta. A un certo punto, una persona che era rimasta leggermente fuori campo sembra urinare in una bottiglia e cerca di versarne il contenuto sulla testa del ragazzo. Un’altra persona lo prende a calci. Poi il video finisce.”
Ecco la descrizione di YouTube: “Breve descrizione in inglese. L’età del consenso in Russia è attualmente di 16 anni. Nel video si può vedere un quindicenne adescato da una gang di neonazisti che si sono autoproclamati “cacciatori di pedofili” che hanno postato un falso annuncio personale a nome di un fantomatico adulto (chiamato “zio Dima”).”
Il ragazzo viene costretto a fornire il nome e il cognome, l’indirizzo, il nome della scuola, il nome dei genitori etc. Ridono delle sue preferenze sessuali, lo picchiano, lo cospargono di urina e alla fine lo prendono a calci.
Non sapremo mai cosa gli sia successo dopo la fine del video. Naturalmente tutti i suoi dati personali sono stati dati in pasto al pubblico e il video è stato visto da milioni di persone in Russia.
Tutto questo grazie ai gruppi creati da Maksim Martsinkevič. La polizia si rifiuta di arrestarli anche se violano le leggi penali russe. La loro scusa? Combattere i pedofili… ma attaccando le vittime dei pedofili.
Sono sicuramente selettivi e adescano soprattutto adolescenti maschi gay. Essere oggetto di outing in una piccola città russa significa spesso la morte, la tortura, il suicidio. Questi gruppi pubblicizzano online questi suicidi e si vantano dei loro atti.
Testo originale: Russian Neo-Nazi Groups Tricking and Torturing Gay Male Teenagers, the Blood is on Putin’s Hands