I luterani americani accolgono i pastori omosessuali e i loro compagni
Articolo di Claire Lesegreta pubblicato sul sito del giornale cattolico La Croix il 26 agosto 2009, liberamente tradotto da finesettimana.org
Al termine di un dibattito appassionato e stringente, la Chiesa luterana americana (Elca), formata da circa 10 000 parrocchie negli Stati Uniti (4,6 milioni di fedeli) ha votato il 21 agosto, con 559 voti contro 451, una mozione che autorizza membri del clero (sia pastori che vescovi) “che vivono una relazione omosessuale durevole e monogama” ad esercitare al suo interno. Questa decisione è stata presa nel quadro dell’assemblea generale a Minneapolis (Minnesota), che ha riunito dal 17 al 23 agosto 2000 delegati tra cui un migliaio di votanti. Fino ad ora, l’Elca accettava di nominare pastori omosessuali impegnati al celibato.
E ricorda che non sono i primi, dato che “alcune altre Chiese protestanti autorizzano l’ordinazione di pastori omosessuali, in particolare la Chiesa episcopaliana” (ramo americano dell’anglicanesimo).
Anche la Chiesa luterana di Norvegia accetta dal settembre 2007 che “degli omosessuali che vivono in partenariato dichiarato servano come vescovi, pastori, diaconi o cappellani”.
Per altri, tuttavia, questa decisione è contraria agli insegnamenti della Bibbia. “Come può la Chiesa che conosco da quarant’anni chiudere gli occhi su ciò che Dio condanna?” ha chiesto nel corso dei dibattiti il pastore Richard Mahan, della Virginia Occidentale.
Per il pastore Paul Spring, presidente del Lutheran Core, gruppo di pastori e di laici che si oppongono ai cambiamenti, l’Elca si è “allontanata dall’insegnamento della Bibbia come è compreso dai cristiani da duemila anni”.
Quanto al pastore Mark Chavez, direttore del Lutheran core, teme che “tali decisioni siano pregiudizievoli alle relazioni tra l’Elca e le sue Chiese partner in seno alla Federazione luterana mondiale”.
Nessun dubbio che questa decisione rischia di generare delle divisioni, come era accaduto in seno alla Comunione anglicana, dopo l’elezione, nel novembre 2003, negli Stati Uniti, di un vescovo episcopaliano apertamente omosessuale. Certe parrocchie luterane hanno fin d’ora annunciato che si separeranno dall’Elca.
Le due vie dell’arcivescovo di Canterbury
Durante la sua convenzione generale, a metà luglio ad Anaheim (California), la Chiesa episcopaliana (ramo americano degli Stati Uniti) ha votato due risoluzioni: da un lato ogni battezzato – anche uomo o donna che vive in coppia omosessuale – può accedere al ministero presbiterale ed episcopale; dall’altro lato, un prete può benedire un matrimonio tra persone omosessuali nel quadro di una liturgia speciale.
Dopo questo voto, l’arcivescovo di Canterbury, Dr. Rowan Williams, ha proposto sul suo sito web, sotto il titolo “La nostra comunione e il futuro anglicano”, che le 44 provincie che compongono la Comunione anglicana (di cui è primate) si determinino firmando un accordo sulla tradizione biblica; solo le provincie che avranno firmato questo accordo, contrario all’ordinazione di omosessuali, potrebbero continuare a prendere parte ad incontri ecumenici.
Questa proposta sembra sia stata ben accolta dal Vaticano, che vi ha risposto il 28 luglio con un articolo su L’Osservatore Romano, poi il 29 luglio, con una dichiarazione del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.