Il cammino di Papa Francesco verso le persone LGBT nei 5 anni del suo pontificato: il 2013
Articolo di Francis DeBernardo* e Robert Shine** pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 13 marzo 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il 13 marzo 2013 il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio venne eletto Papa e divenne papa Francesco. Da quel giorno il primo Papa non proveniente dall’Europa, ha rotto ogni possibile barriera nel campo delle tematiche LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans), anche se su certi aspetti non sia meno tradizionalista dei suoi predecessori.
Questa serie di articoli raccoglie una cronologia delle dichiarazioni e degli atti di papa Francesco che riguardano le tematiche LGBT, prese dall’archivio del blog cattolico Bondings 2.0, che tengono il polso del suo comportamento. La cronologia è stata redatta da Francis DeBernardo e da Robert Shine. La nostra speranza è che possa aiutare i nostri lettori e gli studiosi a capire nei dettagli la complessità di questo papato, in particolare nel campo dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Anno 2013
13 marzo 2013: il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, viene eletto Papa e assume il nome di Francesco. Gli attivisti e le attiviste LGBT esprimono le loro speranze, visto che l’arcivescovo Bergoglio si era dichiarato favorevole delle unioni civili in Argentina, anche se non sempre si era dimostrato coerente sulle tematiche LGBT.
11 giugno 2013: papa Francesco afferma che, nel “flusso di corruzione” della Curia, c’è anche una “lobby gay” e “ora bisogna vedere cosa possiamo fare al riguardo”.
29 luglio 2013: papa Francesco pronuncia il suo celebre “Chi sono io per giudicare?” durante un’intervista concessa durante il ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile. Un giornalista gli fa una domanda sui preti gay e il Papa risponde “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Francesco è il primo Pontefice a usare la parola “gay” in riferimento alla sessualità, ma durante il volo ha anche sollevato di nuovo la questione della lobby gay nel Vaticano: “Non ho trovato carte d’identità di gay in Vaticano; dicono che ce ne sono, credo che si deve distinguere il fatto che è gay dal fatto che fa lobby”. I vescovi statunitensi hanno perlopiù tentato di disinnescare il “Chi sono io per giudicare?”, che invece molti altri, a cominciare dalle associazioni LGBT, hanno invece salutato con gioia.
30 settembre 2013: in un’intervista al settimanale gesuita America [apparsa originariamente su Civiltà Cattolica, n.d.t.], Bergoglio parla di omosessualità in tono pastorale, piuttosto che etico: “A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono “feriti sociali” perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo. Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo. La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile. Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia. Quando questo accade, lo Spirito Santo ispira il sacerdote a dire la cosa più giusta. […] Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile”. L’intervista è stata ben accolta dagli attivisti LGBT, compresa suor Jeannine Gramick, che ha pianto quando l’ha letta. Il sito femminile Jezebel ha scritto che “Francesco è praticamente la Beyoncé della religione organizzata”.
Ottobre 2013: il gruppo Kairos di cristiani LGBT Firenze riceve una risposta dal Papa ad una loro lettera personale. È la prima volta che un Pontefice comunica con un gruppo LGBT. Il contenuto della lettera non è mai stato reso pubblico.
24 novembre 2013: nel primo documento ufficiale del suo magistero, l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Francesco non parla direttamente di omosessualità ma cita, approvandolo, il documento dei vescovi statunitensi Ministry to Persons with Homosexual Inclinations: Guidelines for Pastoral Care (Il ministero per le persone con inclinazioni omosessuali. Linee guida per la cura pastorale), il quale ripete la definizione dell’orientamento omosessuale come “oggettivamente disordinato”. Alcune sezioni dell’esortazione apostolica, considerata il programma del suo papato, potrebbero essere applicate per mettere in opera una maggiore accoglienza delle persone LGBT nella Chiesa.
Novembre 2013: in una conversazione con l’Unione dei Superiori Generali riportata dal quindicinale gesuita La Civiltà Cattolica, papa Francesco parla delle unioni omosessuali: “Le situazioni che viviamo oggi dunque pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere”; “Ricordo il caso di una bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: la fidanzata di mia madre non mi vuol bene”. Ha poi proseguito, parlando dei giovani e della proclamazione di Cristo: “bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la fede”.
Dicembre 2013: papa Francesco è nominato “Personaggio dell’anno” da Time e da The Advocate (rivista del movimento per i diritti LGBT USA), in gran parte per i suoi toni concilianti sulle tematiche LGBT.
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
** Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: The Many Faces of Pope Francis: A Five-Year Timeline of His LGBT Record