I preti gay olandesi scrivono ai Vescovi sull’accoglienza delle persone LGBT nella chiesa
Lettera aperta inviata ai Vescovi dal Gruppo di lavoro dei Pastori Cattolici Gay in Olanda (WKHP) l’8 dicembre 2013, libera traduzione di Roberta Botta e Vilian
A Sua Eccellenza, Reverendissimo Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. Eccellenza, come preti (cattolici) operanti nella Chiesa Cattolica Olandese ed essendo vicini all’argomento che riguarda le unioni tra persone dello stesso sesso, vorremmo informarla direttamente del nostro punto di vista che riguarda una parte del questionario distribuito in preparazione del Sinodo Straordinario dei Vescovi sul “Le Sfide Pastorali sulla Famiglia nel Contesto dell’Evangelizzazione”. Su queste considerazioni troverete allegata la nostra lettera indirizzata ai Vescovi Olandesi.
Inoltre abbiamo incluso un certo numero di traduzioni di due brochure che abbiamo pubblicato riguardanti l’accettazione delle persone omosessuali all’interno della Chiesa e il loro contributo all’interno di essa (Called to Blessing. A pastoral Letter on Faith and (Homo)sexuality’ , 1989), e la benedizione delle relazioni omosessuali (Prepared to Give Blessing. A Pastoral Letter on Celebration of Friendship ’, 2000).
Queste lettere si possono consultare anche su www.homopastor.nl. Speriamo che questi documenti possano contribuire a creare comportamenti costruttivi e di benvenuto verso persone che esprimono il loro affetto attraverso un’unione diversa dal matrimonio tradizionale. Vi auguriamo una buona preparazione per il Sinodo. Rispettosi di Cristo
Frans Bossink, Presidente WKHP – Theo Koster o.p, Portavoce WKHP
Lettera inviata alla Conferenza dei Vescovi di Olanda
Cari Vescovi, Come annunciato nella nostra lettera (aperta) del 14 novembre 2013, una commissione di otto membri del Gruppo di Lavoro dei Pastori Cattolici Gay in Olanda(WKHP) ha studiato il questionario che avete ricevuto da Monsignor Baldisseri con l’obiettivo di consultare le parrocchie in preparazione del Sinodo Straordinario dei Vescovi di ottobre 2014. Noi abbiamo ristretto le nostre risposte alla quinta parte: quattro domande “sull’Unione delle Persone dello Stesso Sesso”.
Diversi giorni dopo abbiamo notato che avete deciso di inviare solamente le ultime due di queste quattro domande alle parrocchie.
Ciò ci ha sorpreso, specialmente data la natura della domanda numero due, che tenta esplicitamente di calibrare il comportamento delle chiese locali, cioè, come vivono le chiese locali che si relazionano con la vita reale. Per questo ci siamo presi la libertà di condividere con voi i nostri pensieri su tutti e quattro gli interrogativi.
Tutti i membri del comitato fanno parte della Comunità Cattolica, sia nel mondo pastorale che come fedeli. Sono professionalmente operanti come preti o pastori in una parrocchia o in enti di sanità, o come preti emeriti che presiedono l’Eucarestia Domenicale in varie parrocchie.
Inoltre l’argomento riguarda tutti noi, la nostra vita intima, il nostro impegno e, per alcuni di noi, anche lo stato civile. Speriamo sinceramente che il nostro punto di vista possa contribuire al Sinodo.
Domanda 5a: Esiste una legge nel vostro paese che riconosce l’unione civile a persone dello stesso sesso e che la equivalga in qualche modo al matrimonio?
La risposta è “sì” per due volte. Secondo il codice civile olandese sia le coppie formate da persone di sesso differente sia quelle dello stesso sesso possono registrare la loro unione o contrarre matrimonio. Due uomini o due donne possono quindi sposarsi e ciò comporta l’acquisizione di tutti gli obblighi legali e tutti i diritti del matrimonio civile.
Domanda 5b: Come si comportano le Chiese locali e particolari nei confronti sia dello Stato come promotore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia delle persone coinvolte in questo tipo di Unione?
Prima di rispondere a questa domanda desideriamo far notare i seguenti punti:
– Una risposta significativa è possibile solo quando le “chiese locali” sono definite come “le parrocchie e altre comunità locali”.
In molti luoghi queste chiese locali sono composte da membri anziani e mancano di vitalità. Molte persone che si considerano ancora legati alle tradizioni e allo stile di vita Cattolico, non si riconoscono (più) all’interno della vita della chiesa parrocchiale o nelle direttive episcopali.
Loro trovano una quasi totale assenza di apertura per un incontro rispettoso riguardante le loro questioni (relazionali e educative) e procedono alla ricerca di ispirazione e direttive da altre parti.
– Percepiamo (ndr nel questionario) l’intimazione tendenziosa che lo Stato è diventato “promotore” delle relazioni tra persone dello stesso sesso. Il governo olandese ha formalizzato l’equiparazione di queste unioni, chiaro risultato di uno sviluppo culturale avvenuto in diversi anni e di un sostegno tra la popolazione olandese.
Questo non è quindi un caso di promozione, ma di riconoscimento del punto di vista della maggior parte della popolazione della nazione.
– La maggior parte dei Cattolici che incontriamo, sostiene questo sviluppo. Sono d’accordo con l’equiparazione tra i due tipi di matrimonio e si sentono estranei alla Chiesa su questo argomento.
Come pastori ci è capitato di ricevere richieste di benedizione per matrimoni tra due uomini o due donne. Questo riguarda persone che vogliono rendere pubblica la loro responsabilità l’uno per l’altro. Loro desiderano che il loro rapporto sia prospero anche per gli altri, e chiedono di ricevere la benedizione di Dio. Noi non vogliamo negargliela. “Ubi caritas et amor Deus ibi est”.
In particolare nel caso di individui che fanno parte attivamente della comunità locale di fedeli, il loro desiderio è sostenuto dalla maggior parte dei parrocchiani e chiedono una manifestazione pubblica.
Questo crea una situazione imbarazzante a diversi di noi, siccome l’Autorità Ecclesiastica lo disapprova. Dove qualcuno decidesse per una benedizione nella chiesa parrocchiale, altri potrebbero scegliere per una cerimonia chiusa per evitare rappresaglie, gravando sulla coppia con il nostro imbarazzo.
Eppure regolarmente, una misura rituale sembra accettabile, per forma e contenuto, più o meno discosti dal sacramento del matrimonio, che consente alla coppia di essere cosciente di essere davvero benedetta.
La nostra esperienza ci dice che è utile parlare del nostro orientamento sessuale come un dono, e la conoscenza esplicita del valore delle relazioni tra persone dello stesso sesso, questo aiuta anche altri ad aggiungersi al gruppo. In questo modo, l’apertura e il rispetto possono lavorare in maniera libera e conciliante per quelli che si sentono bloccati da questo argomento.
Dall’altra parte, notiamo spesso che molti Cattolici (omosessuali uomini e donne così come i loro amici e parenti) hanno avuto a che fare con questo argomento per molto tempo, e trovano il loro percorso di integrazione durante la loro vita, così come molti altri nella società olandese.
Domanda 5c: Che attenzione pastorale deve essere data a chi ha scelto di vivere in questo tipo di unione?
La nostra risposta può riassumersi in queste parole: rispetto, sincerità e apertura al dialogo. Argomenti da altre parte del paese e dal più ampio mondo Cattolico sono topic naturali per le nostre comunità di fedeli. Diversi anni fa il parroco del villaggio di Reusel ha rifiutato la Santa Comunione a “Prins Carnaval”, un autorità locale con un ruolo cruciale nella celebrazione del Carnevale, fondandosi sul fatto che vivesse apertamente insieme a suo marito.
Quest’uomo, sostenuto e celebrato dalla comunità locale, fu estromesso piuttosto che accolto nella chiesa. Diversi Cattolici hanno sperimentato questa mancanza di rispetto come un insulto.
Quando in seminario si insegna che le relazioni omosessuali non perdurano, questo espone nella migliore delle ipotesi a una mancanza di informazioni, e nella peggiore a una mancanza di sincerità.
Le dichiarazioni ecclesiastiche fatte senza consultare le persone che sono davvero coinvolte, indicano che manca un’apertura al dialogo. Sentire Papa Francesco, durante un’intervista, rifiutarsi esplicitamente di giudicare su questo argomento ha portato una ventata di aria fresca.
Ora, diverse persone stanno cercando di capire con sincerità che posto ha la Bibbia nella loro vita. Questo, secondo noi, costituisce una grande sfida e un’opportunità sia per la Chiesa sia per i pastori, per diventare ancora una vota interlocutori affidabili, anche in materia di relazioni e genitorialità.
Domanda 5d: in caso di unioni fra persone dello stesso sesso che hanno adottato dei bambini, cosa possiamo fare per trasmettere la fede?
Secondo noi la risposta dovrebbe essere; esattamente la stessa cosa che si fa per le famiglie in cui i bambini sono cresciuti da un padre e una madre. I bambini di famiglie formate da due padri o due madre dovrebbero senza dubbio essere trattati allo stesso modo.
Il Battesimo dovrebbe essere celebrato allo stesso modo e insieme ai bambini nati da coppie eterosessuali. Un punto di importante consapevolezza pastorale potrebbe essere il messaggio del Vangelo contro l’esclusione sociale. Queste sono le nostre conclusioni. Saremmo felici di darvi ulteriori spiegazioni di persona.
Che Dio vi benedica e vi doni saggezza. Con saluti fraterni.
Frans Bossink, Presidente WKHP – Theo Koster o.p., Portavoce WKHP
Working Group of Catholic Gay Pastors in the Netherlands (WKHP, Gruppo di lavoro dei Pastori Cattolici Gay in Olanda), Postbus 59 – 6850 AB Huissen (Olanda), e-mail: contact@homopastor.nl – Sito web: www.homopastor.nl
Testo originale: Working Group of Catholic Gay Pastors in the Netherlands: To the Bishops’ Conference of the Netherlands (file PDF)