I protagonisti della guarigione. L’outing di Gesù, se “non ora quando”? (Marco 1,40-45)
Riflessioni bibliche di Randall Bailey, Penny Nixon, Wendell Miller tratte dal sito About Out in Scripture (Stati Uniti), liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Questa settimana parliamo di guarigione, tra partner improbabili e risposte involontarie. Ad un primo livello di lettura tutti e quattro i passi di questa settimana (2 Re 5,1-14; Salmo 30; 1 Corinzi 9,24-27; Marco 1,40-45) parlano di corpi che soffrono.
Naaman il Siro, il generale, aveva la lebbra, termine che nel mondo antico designava ogni tipo di malattia della pelle, da una eruzione a una malattia infettiva e contagiosa. Il Salmo 30 parla di guarigione dalla malattia e introduce quella che può essere interpretata come una preghiera manipolatoria usata come stratagemma per guarire il corpo.
In 1 Corinzi 9 Paolo parla di una gara, di torturare il corpo per vincere il premio imperiale di una corona incorruttibile. Gesù risana un malato, e gli dice di andare dal sacerdote, di seguire le tradizioni e i rituali del tempio.
In 2 Re 5 vediamo come la classe sociale si intrecci con la guarigione del corpo. Vediamo, per esempio, il ruolo che i servi, donne (versetto 3) e uomini (versetto 13) assumono nell’aiutare Naaman, specialmente quando questi non vuole seguire il loro consiglio.
Naaman ha sempre a che fare con i governanti e le classi superiori, anche se è la gente in fondo alla scala sociale che conosce il modo di aiutarlo. Da un lato si potrebbe considerare le azioni dei servitori come segno di grande preoccupazione per il benessere di chi li ha resi schiavi.
Dall’altro lato può darsi che la serva voleva che andasse a farsi guarire perché lei e la sua padrona potessero avere un po’ di respiro e passare del tempo lontano da lui e dalle altre pressioni patriarcali.
C’è un vero e proprio parallelo tra le azioni di Naaman e il modo in cui alcune parti della campagna sulla Proposta 8, l’iniziativa referendaria in California che ha sconfitto il matrimonio omosessuale in quello Stato, hanno a che fare o meno con altre comunità oppresse in California.
Raramente abbiamo visto in televisione lesbiche, gay, bisessuali e transgender di diversi gruppi razziali ed etnici. Le persone di colore, come il rapper Kayne West, conosciuto per la sua lotta contro l’omofobia nell’ambiente dell’hip hop, non sono stati utilizzate nella lotta contro la Proposta 8. Forse questa storia biblica può insegnarci ad essere più inclusivi nelle nostre strategie per combattere l’oppressione.
Per lo stesso motivo, le azioni dei servi ci chiedono di confrontare i gruppi oppressi con il loro rifiuto di imparare dalla loro oppressione, perché si alleino con altri gruppi oppressi. Avete esperienza di unioni tra razze, classi sociali, generi, identità di genere, orientamenti sessuali e classi di età per costruire coalizioni che affrontino i problemi della comunità? Questi sforzi hanno funzionato? Quali sono state le resistenze a questo lavoro?
Come la scorsa settimana (Marco 1,29-39), vediamo Gesù alle prese con una crisi di identità in Marco 1,40-45. Gesù guarisce il lebbroso ma poi gli dice di andare dal sacerdote e compiere i sacrifici in accordo con la Legge Mosaica.
Lo vediamo rendere le cure accessibili nella comunità, ma non viene ritratto come critico dell’oppressione del sistema che richiede a chi guarisce di fare una grande offerta ai sacerdoti. Vediamo, proprio come nella storia di Naaman, che le persone ai livelli più bassi della società danno l’avvio a tutta la storia. È il lebbroso che dice a Gesù che se vuole può guarirlo. Gesù afferma che lo farà, ma poi ammonisce il lebbroso di non dire nulla a nessuno.
Nonostante gli studiosi si riferiscano a questo passo come parte del motivo del “Segreto Messianico” nel Vangelo, esso mette in evidenza le lotte interiori dello stesso Gesù su quando dovrà rivelarsi, uscire allo scoperto, per quello che che è. Sembra che consideri l’ora non ancora arrivata.
Troppi di noi che si tormentano e lottano con “non ora” continuano a chiedersi “allora, quando”? Mentre Gesù fa il passo di rivolgersi ai bisogni fisici dei sofferenti del sistema, non è ancora arrivato al punto di farlo apertamente, e sfidare il sistema e la sua oppressione.
Anche la fine della storia è problematica. Qui vediamo l’uomo che Gesù ha salvato dalla lebbra che “fa uscire allo scoperto” Gesù per tutta la città. Questo passo solleva la questione dell’etica dell’”outing”.
L’outing fa uscire allo scoperto le posizioni sull’orientamento sessuale, e al tempo stesso rende visibili le persone omoaffettive della comunità. L’etica di questo atto, comunque, dovrebbe essere in mano all’individuo, alla donna o all’uomo. Bisogna arrivare da soli a stabilire costi e benefici per se stessi e la comunità attraverso l’atto del “coming out”.
Nonostante Gesù venga presentato come preparato ad affrontare i bisogni fisici degli individui che soffrono, non è arrivato al punto di presentare apertamente se stesso come uno che sfida il sistema e le sue forme di oppressione, che incoraggia gli oppressi a cercare quello che è loro dovuto.
Alla fine della storia, Gesù, essendo stato fatto uscire allo scoperto, viene circondato dai bisognosi. Il rischio dell’onestà con se stessi e nelle relazioni con gli altri è che gli altri possono arrogarsi il diritto di decidere l’ora di aprirsi alla comunità.
Ma come Gesù ci mostra, in definitiva vale la pena rischiare e entrare in relazione con gli altri. È chiaramente preferibile all’opzione di 1 Corinzi 9, torturarsi per guadagnare l’approvazione in una gara in cui solo uno vincerà.
Come può essersi sentito Gesù quando ha detto all’uomo guarito dalla lebbra “Sì ti guarirò, ma non puoi dirlo a nessuno”? Vi siete mai trovati nei suoi panni? Vi siete presi il rischio, come Gesù, di aiutare una persona/gruppo sperando di poter avere fiducia di non essere messi allo scoperto?
Come avete reagito alla violazione della fiducia, quando c’è stata?
Preghiera
O Dio
aiutaci ad essere protagonisti della guarigione, a varcare i confini,
aiutaci ad allearci con coloro che soffrono,
aiutaci a radunare persone che affronteranno ogni forma di ingiustizia,
e aiutaci a rischiare un aiuto nelle situazioni in cui potremmo subire un “outing”
ancora prima di essere pronti a reclamare il nostro legittimo posto nella comunità.
Amen
Testo originale: Agents of Healing