I valdesi, una piccola chiesa in cammino
Articolo di Gregorio Plescan, pastore valdese
Nell’ultima settimana di agosto ha luogo il consueto Sinodo della chiesa Valdese, il massimo momento decisionale per questa piccola chiesa protestante italiana che, nel corso degli anni, ha cercato di dare una risposta ai tanti temi tempo nell’ottica dell’inclusione e della tolleranza.
Eutanasia, omosessualità, razzismo, migranti, divorzio, omofobia sono alcuni dei temi a cui i Valdesi hanno cercato di dare una risposta nuova, alla luce di un messaggio evangelico inclusivo e non escludente. Una piccola chiesa che proviamo a conoscere un pò meglio.
I valdesi in Italia sono circa 30.000 e circa 15.000 in Sud America. Dalla metà degli anni ’80 del XX secolo sono uniti con la chiesa metodista italiana da un patto d’integrazione.
I valdesi sono protestanti, di tradizione calvinista, quindi sono in piena comunione con le chiese riformate (più di 200 chiese rappresentanti di 107 paesi e di circa 75 milioni di membri) e in ottimi rapporti con le altre denominazioni protestanti ed anglicane. I rapporti sono buoni anche con le chiese Ortodosse orientali (per es. la partecipazione comune al Consiglio Ecumenico delle Chiese) e con la Chiesa cattolica romana.
Generalmente i punti che uniscono (e dividono) riguardano la concezione della salvezza (che deriva dalla fede in Gesù Cristo e non dagli sforzi umani), le fonti dell’autorità (la Bibbia e non la tradizione della chiesa), la concezione e l’organizzazione della chiesa (per esempio tutte le cariche esecutive sono elettive, hanno una scadenza e sono aperte a tutti i membri della chiesa, maschi e femmine, pastori e non pastori, indipendentemente dal loro stato civile).
Circa l’omosessualità, la chiesa valdese non ha un “opinione ufficiale”, perché ritiene che gli ambiti della vita privata siano sotto la responsabilità e la coscienza del singolo. Si può però dire che già da anni è stato affrontato il nodo della consacrazione di pastori/pastore gay/lesbiche, concludendo che gli orientamenti sessuali non sono un problema “della chiesa”, ma della vita del singolo, per cui l’orientamento sessuale non è di per sé né un impedimento, né un “merito” rispetto al ministero pastorale.
Quali sono state le ultime prese di posizione sull’omosessualità che ha fatto proprie il Sinodo Valdese? Nella tradizione calvinista il Sinodo è l’organo decisionale della chiesa. Per usare un’immagine laica (ma che in realtà deriva dal protestantesimo) esso è il “parlamento”, che elegge il “governo” (che nel linguaggio valdese è chiamata “Tavola Valdese”), anno per anno, per un massimo di sette anni.
Il Sinodo è composto da un numero identico di non pastori (eletti dalle diverse comunità) e di pastori/e e le decisioni sono prese a votazione, di solito dopo un dibattito.
L’ultima posizione significativa sulla questione dell’omosessualità è stata nel 2007, quando il Sinodo ha invitato le comunità locali a partecipare alle veglie contro l’omofobia.