I vecchi demoni del Papa sulla sessualità, gli omosessuali e l’AIDS
Comunicato di David & Jonathan, movimento omosessuale cristiano francese, del 27 novembre 2010, liberamente tradotto da Dino
David & Jonathan, movimento omosessuale cristiano, è costernato per le parole di Benedetto XVI nel suo libro ‘La Luce del mondo’ che esce oggi in Francia edito da Bayard.
Noi non troviamo nessun accenno significativo nelle parole del Papa sulla sessualità o sull’AIDS, tutt’al più un piccolo passo avanti, rapidamente smentito, sull’impiego del preservativo.
Piuttosto, le sue affermazioni sembrano confermare lo spirito delle sue precedenti dichiarazioni sull’argomento, nel novembre 2005 e nel marzo 2009, ma in un modo ancora più brusco.
Questo libro, dal tono severo, dallo sguardo disperato sul mondo contemporaneo, su questi argomenti è perentorio, scandaloso, sprezzante e mendace.
Condanna l’omosessualità come contraria alla volontà di Dio. Giudica imperfette, per quanto riguarda l’aspetto di umanità, un buon numero di vite affettive e sessuali. Infine disprezza chi mette in atto la prevenzione dell’AIDS e i militanti dei diritti umani.
Mendace riguardo ai movimenti di emancipazione. Per il Papa, sostenere la lotta contro le discriminazioni fatte alle donne e agli omosessuali equivale a mettere in atto una totale intolleranza verso la Chiesa e le sue convinzioni (pp. 77-78) o ad allontanarsi dalla vera fede (pp. 128-129).
Nella lotta per i diritti umani, noi al contrario pensiamo che sono le autorità ecclesiastiche a voler imporre le loro posizioni alla società civile, nella misura in cui questo riesce loro possibile!
Se queste autorità vengono attaccate, è a causa del loro ostruzionismo a qualsiasi movimento di emancipazione – e in particolare delle donne – e non perché esprimono i loro valori religiosi.
Sprezzante verso coloro che agiscono sul campo. Nella lotta contro l’AIDS, il libro presenta la Chiesa come “l’unica istituzione che sta concretamente vicino agli uomini” e “che fa più delle altre poiché non si accontenta dei discorsi sui giornali, ma aiuta sul campo i fratelli e le sorelle” (p.159).
Che disprezzo nei confronti degli altri protagonisti della prevenzione e del lavoro che essi compiono! I cattolici che lottano insieme a queste altre istituzioni non possono certo riconoscersi in una tale pretesa.
Stravolgendo lo spirito dei programmi contro l’AIDS che valorizzano l’astinenza e la fedeltà a fianco del profilattico, il Papa parla di quest’ultimo come di un ripiego inadatto che “banalizzerebbe” la sessualità, facendola scivolare nella dipendenza.
Chi utilizza il profilattico sarà felice di sapere di essere un drogato del sesso! Soltanto in Francia ce ne sono milioni.
Il preteso vagabondaggio sessuale esiste indipendentemente dal preservativo, che è ben lontano dall’essere “a disposizione” di tutti e tutte (pp. 160-161).
Di fronte alla pandemia, noi affermiamo che mettersi un preservativo è un atto responsabile affinché l’amore tra due esseri possa restare un incontro di vita!
Il suo impiego è una soluzione, soprattutto morale, che non esclude l’astinenza e la fedeltà, secondo le scelte di ciascuno.
Una scandalosa visione della sessualità. La sua famosa “umanizzazione” della sessualità (p. 160), questo “rinnovamento spirituale e umano che porta con sé un nuovo comportamento nei rapporti tra gli esseri” (p. 248), suppone infatti che alcuni debbano cambiare, abbandonando una sessualità amorale e sub-umana (pp. 159-161).
Ora, la sessualità di ogni persona è di fatto umana (compresa quella di chi si prostituisce) e ciascuno può attingere in se stesso a delle risorse che gli diano ancor più umanità, responsabilità, libertà.
Giudizi perentori sull’omosessualità. Secondo il Papa “l’omosessualità non è conciliabile con la vocazione al sacerdozio” (p. 201). Ora, qualsiasi vocazione non è la risultante della sola iniziativa di Dio, senza distinzione di persona? Dio non si esime dal chiamare degli omosessuali, anche verso il sacerdozio.
Quali sarebbero le caratteristiche che ad essi mancano per poter essere chiamati? Forse “il loro orientamento sessuale li allontana dal vero ruolo di padre, e anche dall’essenza del sacerdozio” (p. 201)?
Infatti chi può essere un vero padre meglio di chi è celibe e senza figli! E molti esempi dimostrano che le lesbiche e i gay sono dei buoni genitori come gli altri.
Proclamandosi l’interprete di Dio, pretende che l’omosessualità “va contro l’essenza stessa di ciò che Dio ha voluto in origine”, senza sapere se essa è innata o acquisita (p. 200).
Se, per caso, l’omosessualità fosse innata, come Dio potrebbe mai creare alcune delle sue creature in una condizione contraria alla sua volontà? A meno di non immaginare un Dio perverso.
Forse che gli omosessuali sono più marcati degli altri dal peccato originale? Secondo questa logica, alcune sessualità sarebbero di per sé conformi alla volontà divina ed altre invece sarebbero contrarie ad essa.
Il Papa rifiuta così la convinzione che omosessualità ed eterosessualità hanno lo stesso valore (p.193).
Noi invece pensiamo, al contrario di lui (p. 199), che la diversità delle sessualità testimoni la ricchezza dell’atto creatore di Dio.
Elizabeth Masset, co-presidente David et Jonathan
Patrick Sanguinetti, co-presidente e portavoce di David et Jonathan
* Davide e Jonathan è movimento cristiano omosessuale francese, fondato nel 1972, che accoglie gli omosessuali che sono in ricerca spirituale al fine di permettere a ogni gay o lesbica di vivere pienamente e di coniugare positivamente la propria omosessualità con la sua spiritualità nella società. E’ presente in 22 città francesi.
E’ membro di numerose reti e associazioni tra cui ILGA-Europe (International Lesbian and Gay Association) ed è co-fondatore del Forum Europeo dei gruppi cristiani per i gay e le lesbiche.
Testo originale: Les vieux démons du pape sur la sexualité, les homos et le sida