Il benvenuto del cardinale di Newark (USA) ai cattolici LGBT “Sembra un miracolo”
Articolo di Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 15 aprile 2017, libera traduzione di Silvia Lanzi
Il mese scorso a Newark (Stati Uniti), il cardinale del New Jersey Joseph Tobin, ha accolto un gruppo di pellegrini LGBT nella cattedrale arcidiocesana del Sacro Cuore – un gesto che è stato salutato come un ulteriore passo verso la cura pastorale delle persone LGBT negli Stati Uniti. Un partecipante si è spinto a definirlo addirittura “un miracolo”.
Un articolo del New York Times intitolato “As Church Shifts, a Cardinal Welcomes Gays; They Embrace a ‘Miracle’ “ (“Come cambia la Chiesa: un cardinale accoglie i gay; è un ‘miracolo'”) ha catturato non solo lo spirito del 21 maggio, ma anche le reazioni a questo di alcune personalità della gerarchia cattolica che si aprono alle problematiche LGBT.
Per esempio uno dei leader cattolici gay di New York ha descritto cosa questo significasse per lui personalmente questa iniziativa: “‘È stato come un miracolo’ ha detto Ed Poliandro, assistente sociale e membro della parrocchia di St. Francis Xavier Parish a Manhattan. “È stato come un miracolo avere dei leader ecclesiastici che dicevano: ‘Benvenuti, voi fate parte della Chiesa’. E dopo un’intera vita di lotte, ho sentito che eravamo a casa’ “.
Allo stesso modo, un diacono gay del New Jersey gay ha parlato del potere di questo gesto simbolico: ‘Ci ha portato [papa] Francesco,’ dice il sessantaseienne Thomas M. Smith, diacono della comunità di non udenti alla cattedrale di Newark. ‘È da venticinque anni che aspetto una cosa del genere. Sono un diacono e ho dovuto stare attento. E ho avuto paura’.
Piange, ricordando che i suoi genitori erano morti pensando che, se avesse trovato qualcuno da amare, sarebbe andato all’inferno. ‘È splendido’ dice”.
Anche il direttore di New Ways Ministry ha commentato il significato di questo evento: “È l’inizio di un dialogo,” dice Francis DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, un gruppo di attivisti gay cattolici. “Per gli scorsi quarant’anni, la leadership della Chiesa non ha voluto pregare con i cattolici LGBT ed è stata così silenziosa che, anche se questo non è il passo definitivo, per lo meno è un primo passo”.
La storia del Times nota anche il modo molto personale e scritturale in cui il cardinal Tobin ha dato il benvenuto ai pellegrini LGBT: “‘Sono Joseph, vostro fratello’ ha detto il cardinal Tobin al gruppo, che includeva lesbiche, gay, bisessuali e transessuali cattolici provenienti dai dintorni di New York e da cinque diocesi del New Jersey. ‘Sono vostro fratello come discepolo di Gesù, sono vostro fratello come peccatore che cerca la misericordia del Signore’.
“Anche solo cinque anni fa, il benvenuto ad un gruppo di persone apertamente gay in una messa presieduta da un cardinale della Chiesa cattolica statunitense, come il cardinal Tobin, sarebbe stato impensabile. Ma il cardinal Tobin, cui papa Francesco l’anno scorso ha affidato Newark, è tra quei vescovi, pochi ma in costante crescita, che stanno cambiando il modo in cui la Chiesa americana si relaziona con i suoi membri gay, e che cerca di essere più inclusiva e di far sì che i suoi preti facciano lo stesso”.
In cattedrale, i pellegrini hanno partecipato alla messa celebrata da padre Francis Gargani, uno degli organizzatori del pellegrinaggio. Concelebrava il vescovo ausiliario Manuel Cruz, rettore della cattedrale che ha salutato anche lui i pellegrini.
DeBernardo ha notato che questo evento è in linea con il cambiamento del modo di porsi della Chiesa cattolica statunitense nei confronti delle persone LGBT: “Per esempio, il mese scorso la diocesi di Jefferson City, ha affermato che avrebbe permesso agli studenti transessuali di frequentare le proprie scuole cattoliche.
In ottobre, il vescovo di San Diego Robert McElroy, ha presieduto un sinodo diocesano sulla famiglia, indetto per migliorare la pastorale rivolta agli omosessuali cattolici. Mentre ad aprile ad una conferenza nazionale di New Ways Ministry, il vescovo di Lexington, John Stowe, ha detto di ammirare e rispettare lesbiche, gay, bisessuali e transessuali che sono rimasti fedeli alla Chiesa, anche se questa, non sempre, li ha accolti”.
Forse il dettaglio più significativo sull’evento è stata questa osservazione dell’inviato del Times: “Ma il benvenuto del cardinale Tobin alla messa del 21 maggio è stato il più significativo di questi gesti recenti, per l’alto simbolismo di un cardinale che accoglie un gruppo di gay cattolici, alcuni dei quali sposati con il proprio partner, e li invita a partecipare al sacramento della comunione al centro della cattedrale. Senza se e senza ma”.
Nell’articolo del Times sono citati anche il gesuita James Martin, il cui libro “Building a Bridge,” è stato accolto positivamente e Marianne Duddy-Burke, direttore esecutivo di DignityUSA, un’organizzazione nazionale di cattolici LGBT.
Il gesto del cardinal Tobin è stato molto semplice ma molto profondo. È assolutamente uno di quelli che può essere imitato dai altri vescovi statunitensi. Se per prima cosa i vescovi aprissero i loro cuori e le loro menti alle persone LGBT, troverebbero molto più semplice aprire loro le porte delle cattedrali, come ha fatto il cardinal Tobin.
Testo originale: Cardinal’s Welcome to LGBT Catholics ‘Felt Like a Miracle’