Il cammino dei diritti. In India le coppie LGBT+ chiedono di potersi sposare
Dialogo di Katya Parente con Stana Iliev
Da qualche giorno, All Out ha lanciato una campagna a favore del matrimonio egualitario in India, corredata da quattro video con le storie di alcune coppie LGBT+ indiane.
Prima di iniziare a parlare di questa iniziativa, è doverosa una piccola precisazione.
Il 17 ottobre 2023 la Corte Suprema dell’India, pur esprimendosi in favore del matrimonio per tutti, ha dichiarato che non è suo compito legiferare in tal senso, e rimandando al parlamento il varo di provvedimenti ad hoc.
A tutt’ora il governo indiano, a quasi un anno di distanza dalla storica decisione, non ha ancora recepito le direttive. Ed è qui che si innesta la pressione popolare che ha portato ad una petizione per spingere lo Stato ad uscire da questa impasse: tra i primi firmatari Uma P MtF (direttrice esecutiva di Jeeva, un’associazione che promuove l’uguaglianza sociale delle minoranze sessuali e di genere), Akkai Padmashali (attivista transgender e cantante) e Zainab Patel (la donna MtF che ha innescato il dibatto alla Corte Suprema). Ne parliamo con Stana Iliev, responsabile di questa campagna.
Perché avete deciso di iniziare questa campagna?
All Out è un’organizzazione globale che si batte per i diritti delle persone queer. Ovunque ci sia una sfida o un’opportunità per implementare i diritti LGBT+, entriamo subito in azione. Nel 2023, un gruppo di persone ha sottoposto una petizione alla Corte Suprema dell’India per legalizzare il matrimonio egualitario. Si tratta di qualcosa di enorme, così abbiamo contattato i promotori , chiedendo loro se volevano il nostro aiuto. Un nostro collaboratore di una precedente campagna era in contatto con loro, e insieme abbiamo iniziato una petizione sulla nostra piattaforma per aumentare l’attenzione e il sostegno internazionale.
La Corte non ha legiferato come speravamo, ma ha comunque dato un chiaro segnale per l’approvazione del matrimonio egualitario, attribuendo al governo indiano la responsabilità di elaborare un quadro giuridico. Ora, visto che è stato eletto un nuovo governo, è il momento di pressarlo perché segua le raccomandazioni della Corte e dia alle famiglie arcobaleno gli stessi diritti di quelle etero.
Dando alle coppie queer volti e nomi e amplificando le loro voci, vogliamo aumentare la consapevolezza e spingere per un cambiamento legislativo volto ad assicurare uguali diritti per tutti.
Con quali criteri avete selezionato le quattro storie?
Le quattro coppie che appaiono nei video lo fanno volontariamente e rappresentano la più ampia comunità dell’India meridionale, dove vive il nostro ex-collaboratore.
Sfortunatamente, in India l’essere queer è ancora molto stigmatizzato, specialmente nelle zone rurali. Sono davvero poche le persone che possono mostrarsi in pubblico e condividere le proprie storie.
Le quattro coppie coraggiose che compaiono in video coprono diversi background ed esperienze, così come diverse religioni e status sociali, dando così un’immagine più vasta e completa dell’esperienza LGBT+.
La decisione della Corte Suprema dell’India è solo una raccomandazione o è qualcosa che il governo è costretto a recepire?
La decisione della Corte Suprema è una raccomandazione molto autorevole e di gran peso, ma non vincolante a livello legale. Dovrebbe portare il governo alla creazione di uno speciale comitato che assicuri uguali diritti per le persone LGBT+ e le loro famiglie, inclusi matrimonio, adozione, eredità e benefici fiscali.
Comunque, l’effettiva implementazione dei diritti dipende dal Parlamento indiano e dal governo, che deve emanare le necessarie modifiche legali e farle rispettare. La decisione della Corte pressa, moralmente e politicamente, le istituzioni ad agire.
Che impatto avrà un’eventuale legislazione pro matrimonio egualitario per la comunità LGBT?
La legalizzazione del matrimonio egualitario in India migliorerebbe la vita di migliaia di persone. Darebbe alle coppie LGBT+ gli stessi diritti legali e le stesse agevolazioni delle coppie etero inclusi, oltre all’ovvia possibilità di sposarsi, la possibilità di adottare e di ereditare delle proprietà. Ci sono così tante cose collegate al riconoscimento giuridico delle famiglie arcobaleno: accesso alle facilitazioni coniugali, come il diritto alla salute, l’assicurazione, la reversibilità della pensione, permettendo così una maggiore stabilità economica e sociale, qualora si decidesse di costruire un futuro insieme. Darebbe validità alle loro relazioni, offrendo un senso di inclusione e sicurezza che è stato loro negato per molto tempo.
Oltre a ciò, un riconoscimento legale, solitamente, si accompagna ad una riduzione dello stigma, della violenza e della discriminazione sociale.
Questa decisione potrà essere un precedente per il riconoscimento dei diritti civili di altre minoranze (penso soprattutto a quelle religiose)?
La legalizzazione si estenderebbe solo allo Special Marriage Act, che non è legato alla religione. In India, sono il governo nazionale e quello locale che regolamentano il matrimonio, che può essere religioso o civile. Le diverse religioni, come l’induismo, il cristianesimo, l’islamismo e lo zoroastrismo hanno leggi specifiche sul matrimonio. Il matrimonio civile cade sotto lo Special Marriage Act, che permette a persone di fede diversa di sposarsi senza restrizioni religiose. Questa legge, che non è legata ad alcun credo religioso, da alle persone LGBT+ delle solide basi per il raggiungimento del matrimonio egualitario.
Non è chiaro quale impatto culturale potrebbe avere sui diritti e i costumi delle minoranze religiose. Comunque ci aspettiamo che possa essere un passo nella giusta direzione, e aprire cuori e menti all’accettazione delle famiglie LGBT+ e al fatto che abbiano gli stessi diritti delle altre.
C’è da aggiungere poi che le persone LGBT+ sono rappresentate in qualsiasi gruppo sociale, culturale, economico, etnico e religioso. La possibilità di formare una famiglia e di godere di pari diritti porterà un cambiamento positivo per tutti loro. Il matrimonio egualitario è un passo avanti verso valori progressisti, l’inclusione e l’uguaglianza per tutti.
Ringraziamo Stana e All Out, sempre in prima linea per quanto riguarda i diritti delle persone queer e ricordiamo ai nostri lettori che chi volesse ulteriori informazioni può consultare il link della campagna: (https://campaigns.allout.org/it/india-marriage-equality) e il video teaser: (https://www.youtube.com/watch?v=aP9TDnH-sRs); accedendo all’homepage dell’organizzazione ci si può iscrivere alla newsletter e rimanere aggiornati sulle attività che di volta in volta intraprende.