Il cammino sinodale da costruire nella chiesa cattolica con le persone LGBT
Editoriale di Thierry Bonaventura pubblicato sulla Newsletter n. 12 del 2022 del Sinodo 2021-2023, a cura della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi (Città del Vaticano), il 7 maggio 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Buongiorno a tutti! Una questione che ritorna di frequente nel nostro lavoro è aiutare a comprendere, e soprattutto mostrare cosa significa essere una Chiesa sinodale, una Chiesa dell’ascolto, una Chiesa in cammino, assieme a tutta l’umanità, lungo tutta la Storia. In questa edizione della Newsletter vogliamo proporre di riflettere su ciò tramite la metafora della frontiera e la tematica dell’accoglienza delle comunità LGBTQ, che stanno compiendo il loro cammino sinodale.
La Lettera a Diogneto, uno scritto cristiano del secondo secolo, ci ricorda che i cristiani vivono nel mondo, ma non sono del mondo.
La natura della Chiesa è duale: è una istituzione umana calata nella Storia, ed è al tempo stesso anticipazione del Regno di Dio, e ciascuno dei due aspetti è in un certo senso parte dell’altro. Purtroppo, l’essere “altro” rispetto al mondo ci ha spesso condotti a erigere muri, barriere e confini, quando ciò che dovremmo fare sarebbe piuttosto costruire ponti. Nessuno può essere considerato “altro” nella Chiesa, in nessun caso.
La Storia ci insegna che ci sono tre modi di vivere ai confini. C’è, per prima cosa, la logica degli spazi definiti, dei muri eretti per sottolineare le differenze, per separare in modo chiaro ciò che è mio da ciò che è altro. È la logica della politica, che considera la relazione in termini di opposizione tra ciò che sono io e ciò che è altro, e che può anche portare al conflitto armato. In secondo luogo c’è la logica economico-commerciale, che vede il confine come un luogo di scambio: la relazione viene vissuta a distanza, e l’altro mi è utile fintanto che contribuisce al mio benessere personale. Infine c’è la logica dell’ospitalità, che è quella della Chiesa; è la logica della libertà nella grazia, che non ha paura della diversità, sa come fare spazio per l’altro, e vive la relazione in termini di dono. È un qualcosa che vediamo in molte delle parabole di Gesù, in cui si fa prossimo di chi vive ai margini, e invariabilmente lo accoglie nella comunità.
Ho voluto usare questa metafora per presentare questa Newsletter sulle comunità LGBTQ e il loro cammino sinodale, perché il nostro comportamento verso queste comunità ecclesiali (come verso molte persone che sono in qualche modo diverse) si è troppo spesso distinto per aver sottolineato le differenze e aver eretto barriere, invece di testimoniare l’amore misericordioso di Gesù, che non fa distinzione tra i suoi discepoli, in quanto siamo tutti manchevoli, limitati, e segnati, in un modo o nell’altro, dal peccato. La Chiesa che ascolta (Ecclesia discens) dovrebbe quindi optare per l’ospitalità, e riconoscendo le barriere che lei stessa ha eretto, sforzarsi di farsi prossima per abbattere i muri dell’indifferenza.
La nostra preghiera è che ogni persona, inclusi i nostri amici e amiche LGBTQ, possano vedere che le loro voci verranno ascoltate durante questo Sinodo.
Auguro a tutti buona lettura
Testo originale: Editorial Session