Il cammino sinodale tedesco chiede l’inclusione delle persone LGBT+ nella chiesa
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) l’8 febbraio 2022, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
La settimana scorsa i delegati del Cammino Sinodale tedesco hanno votato tre testi a favore dei credenti queer, inclusa la richiesta che la Chiesa benedica le coppie LGBTQ e riesamini la sua dottrina sull’omosessualità.
Riuniti per la loro terza assemblea, i delegati del Cammino Sinodale hanno approvato, a grande maggioranza, tutte le quattordici proposte presentate. I tre documenti riguardanti temi LGBTQ hanno avuto una prima approvazione, il che significa che continueranno ad essere sviluppati dal gruppo di lavoro su sessualità e relazioni, e poi proposti per un voto vincolante in un’assemblea successiva.
Uno dei testi chiede che i vescovi permettano di benedire le persone impegnate in relazioni che non possono essere riconosciute con il matrimonio sacramentale. Il testo afferma esplicitamente che le coppie omosessuali sono degne di essere benedette, ed è stato ratificato da circa l’80% dei delegati.
Il testo spiega così la sua logica: “Il rifiuto di benedire due persone che vogliono vivere il loro rapporto con amore, fedeltà e responsabilità reciproca e verso Dio si rivela spietato, se non discriminatorio, in una società che cerca di promuovere la dignità umana e la libera autodeterminazione come massima espressioni delle norme morali”.
Il testo sulla benedizione, che si riferisce anche ai divorziati risposatisi civilmente e alle persone che non sono ancora pronte per il matrimonio, suggerisce che così si risolverebbe l’attuale “situazione di ambiguità e incoerenza” in cui c’è un conflitto tra dottrina e prassi.
Il testo auspica pertanto la creazione di un manuale di norme comuni, con contenuti educativi e riti liturgici: “Il manuale [proposto] include alcuni suggerimenti per le cerimonie di benedizione diverse dal matrimonio, nel contesto della Liturgia della Parola e dell’Eucarestia. Analogamente ad altre celebrazioni, questa potrebbe essere presieduta da sacerdoti, diaconi, o da persone con una speciale autorizzazione del vescovo […] Nessun sacerdote che offici tali cerimonie di benedizione subirà, in Germania, conseguenze disciplinari. Non ci sarà però nessun obbligo di celebrare tali funzioni”.
Un secondo testo, che ha ricevuto il 90% circa di voti positivi, chiede una revisione della dottrina cattolica sull’omosessualità, che integri i dati della moderna teologia e delle scienze. Il testo, qualora fosse approvato ad una seconda lettura, raccomanderebbe che papa Francesco intraprendesse tale revisione insieme alla Chiesa universale. L’obiettivo è considerare l’omosessualità come una normale variante della sessualità umana.
In una sezione dal titolo “Implicazioni” si legge:
“1. Nel corso di questa revisione della dottrina sull’omosessualità dovrebbero essere riconsiderati, tra gli altri, i punti 2357-2359 e 2396 (omosessualità e castità) del Catechismo. Ugualmente dovrebbero essere cambiati punti rilevanti del Compendio del Catechismo (2005; n. 492). In tale compendio gli ‘atti omosessuali’ dovrebbero essere rimossi dalla lista dei ‘peccati maggiori contro la castità.’
“2. Da questa rivalutazione dell’omosessualità discende che non si neghi a nessuno l’accesso alle funzioni pastorali e agli ordini sacri a causa delle proprie inclinazioni.
“3. L’omosessualità non è una malattia. Per cui si dovrebbero respingere le terapie di conversione, che non sono indicate nemmeno a livello medico. Nella cura pastorale bisogna rispettare l’autodeterminazione e sostenere l’integrazione della sessualità nella persona. Nessuno dovrebbe essere persuaso che il proprio orientamento omosessuale, e la sua realizzazione nella vita di ogni giorno, siano intrinsecamente peccaminosi.”
Il fondamento di questa revisione prende spunto da papa Francesco, che nell’Amoris Laetitia ha “presentato un’idea della fertilità più ampia [… che] non si manifesta solo biologicamente e con la generazione, ma anche come contributo alla società”. Il testo chiede anche, con forza, che vengano incorporati nel Magistero della Chiesa anche gli sviluppi degli studi biblici e delle scienze moderne.
Infine, il terzo testo espone leggi e regolamenti che coinvolgono i diritti dei lavoratori delle strutture ecclesiastiche, ed è stato approvato con più del 90% di voti a favore. Il testo constata come ci si occupi troppo delle questioni private dei dipendenti, spesso legate alla sessualità, e arriva al punto di definire tale approccio come “discriminatorio” nei confronti dei “dipendenti che non vivono conformemente alla morale sessuale tradizionale della Chiesa”.
Il testo afferma che, stando così le cose, “la Chiesa, in quanto datore di lavoro, ostacola la testimonianza dell’amore di Dio per tutte le persone”, e prosegue: “L’ordinanza di base dell’articolo 4 non dovrebbe più consentire in futuro di prendere decisioni a favore di relazioni legalmente regolamentate o non vietate, in quanto sarebbero violazione dei doveri di lealtà, e di conseguenza non dovrebbe più consentire di impedire l’impiego nelle strutture ecclesiastiche, o determinare la cessazione del rapporto di lavoro in essere. Lo stato civile di ognuno non dovrebbe avere alcuna rilevanza sull’assunzione e sul proseguimento del lavoro nelle strutture ecclesiastiche”.
Altri testi approvati dall’assemblea includono la richiesta dell’ammissione delle donne agli ordini sacri e l’apertura del sacerdozio agli uomini sposati, come anche un coinvolgimento maggiore dei laici nella scelta dei vescovi. Nell’assemblea, molti leader ecclesiastici di spicco, laici e accademici si sono espressi in modo positivo, anche se alcuni vescovi hanno cercato di mitigare le aspettative.
Quello che è successo la scorsa settimana in Germania è, a dir poco, rivoluzionario. Non riguarda solo i laici, ma la maggioranza dei vescovi tedeschi, che vorrebbe continuare a sviluppare documenti a favore della benedizione delle coppie omosessuali e rivedere la dottrina: è un fatto senza precedenti. Per ora è stata approvata solo una prima stesura, ma la maggioranza che li ha approvati fa ben sperare per i voti vincolanti in una futura assemblea.
Nelle parole di un membro dell’assemblea, Gregor Podschun, presidente della Federazione dei Giovani Cattolici Tedeschi: “La Chiesa ha causato grande differenza alle persone queer. Adesso siamo ad un punto di svolta, e possiamo cambiare. La Chiesa può ancora avvicinarsi alle persone”.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Germany’s Synodal Way Advances Documents Seeking Pro-LGBTQ Church Reforms