Il cammino verso una Chiesa comprensiva e coraggiosa
Riflessioni di Àngel Llorent, ex-presidente della Associazione Cristiana di Gay e Lesbiche della Catalogna, del 8 dicembre 2011 tratte dal Blog “Homoprotestantes” (Spagna) liberamente tradotte da Adriano
Moltissima gente che come noi ha varcato le porte della Chiesa, quella con la lettera maiuscola, l’ha attraversata da persona ferita. L’abbiamo fatto con un bagaglio che ci ha portato all’esclusione, in una maniera o nell’altra. Forse siamo entrati con la forza e il coraggio di predicare il Messaggio, però gli anni e le circostanze ci hanno cambiati o accomodati e pensiamo che il nostro lavoro è già concluso, ma non c’è nulla di più lontano dalla realtà.
Ma cosa predicò Gesù?
Gesù non temeva i problemi e le situazioni che gli si presentavano. In ogni momento Gesù parlò riferendosi ad una comunità che raccoglieva tra le sue braccia a coloro che venivano accusati, coloro che avevano paura, coloro che erano perseguitati per la loro condizione sociale o per il loro stato matrimoniale, coloro che pensavano solamente nella ricompensa, coloro che si dedicavano ad attività “infamanti”, in definitiva tutti coloro che erano esclusi dalla società.
Gesù ci ha lasciato un messaggio di potere, e così volle che lo comunicassimo a tutti: Un messaggio forte, chiaro e coraggioso, non dottrine vuote fatte dagli uomini e dottrine che spaventano e riducono la libertà delle persone. Se Gesù avesse comunicato un messaggio che fosse piaciuto ai farisei e ai sadducei non sarebbe servito a noi.
Comprendendo, dunque, un messaggio come questo: una chiesa comprensiva, è quella che spezzerà i modelli del proprio tempo. Una chiesa comprensiva è quella che non dirà a tutti: No! Una chiesa comprensiva è quella che combatterà per la divulgazione di un messaggio ecologico in difesa del pianeta e al suo profitto e cura. Una chiesa comprensiva è quella che non avrà nulla a che vedere con le etichette sociali, quella che non ti guarderà l’etichetta di autenticità spirituale perché appartieni a un tipo di cristianesimo o ad un altro, a una famiglia o all’altra.
La Chiesa comprensiva deve lavorare per il bene sociale, per far pratico il messaggio di Gesù oggi, e non per quello che ha servito nei cento anni prima. La Chiesa comprensiva è quella che lavora per capire lo sviluppo della società in cui viviamo e trarre alcune conclusioni con le quali saremo in grado di aiutare e di collocarci.
Lavorare per studiare le questioni che non comprendiamo e raggiungere in modo chiaro e con saggezza una posizione senza ambiguità, che non si esime dalla responsabilità di essere una comunità di luce, di perdono, di salute, una comunità allo stesso tempo allegra e felice, preoccupata del benessere del prossimo, di quelli all’interno come di quelli al di fuori.
La comprensività, non è una parola o un concetto nuovo, non ci sarà più greco ed ebreo, uomo e donna, schiavo e libero, e mettendola a confronto con i concetti appropriati ad oggi: non ci saranno più letterati o analfabeti, spagnoli o catalani, sposati o divorziati, eterosessuali o omosessuali, cattolici o protestanti ecc. ecc.
In nessuna forma crediamo che saremmo potuti cadere sulla incompatibilità delle idee di comprensione ed esclusione così come dice Ignacio Simal in un recente articolo: “Ebbene, quando osservo, come pastore protestante, il danno morale, il saccheggio economico e il ferreo controllo che certi gruppi cristiani (non mi interessa che siano evangelici o cattolici) causano ai miei fratelli e sorelle in Cristo, la calma e la moderazione mi scappano dalle dita. Il mio ecumenismo non vorrebbe peccare di ingenuità.
Quindi escludiamo quei gruppi ecclesiali che sono incarnazione innegabile degli stati d’animo e dei comportamenti che Gesù di Nazareth denunciò in forma smodata, se il testo dei vangeli non mente. Il mio ecumenismo tende ad escludere i gruppi cristiani che, di fatto, gettano la “Carta dei Diritti Umani” nella Geenna.
La religione è o dovrebbe essere un accumulo di esperienze di vita che ci sono state offerte. Mentre viviamo un messaggio particolare, questo potrà risponderci in un modo o in un altro. Se noi viviamo le esperienze dalla base, il Messaggio rivoluzionario di Gesù, le nostre risposte tenderanno ad essere tanto concrete, chiare e certe quanto le Sue.
Il Messaggio propone una serie di propositi e principi per il raggiungimento di una vita sana; una vita totalmente, correttamente ed eticamente comprensiva. Non c’è spazio per l’esclusività fondamentalista, arcaica, volgare e sordo-cieca. Chiedetevi, nel vostro cuore, cosa ne pensate se ci fosse una persona che abbia una necessità, di qualsiasi tipo, e la comunità gli rispondesse: “mi spiace ma tu non entri con noi”.
Testo Originale: Un paso más hacia una Iglesia inclusiva y valiente.