Il cardinale Martini: “Gli omosessuali? Ascolto e comprensione”
Recensione di Orazio La Rocca tratta da La Repubblica, 22 gennaio 2012, p.57
Il cardinale (Martini) traccia in un libretto il profilo che deve assumere un vescovo nel mondo d´oggi. «Integro, onesto; leale, capace di non mentire mai; paziente; misericordioso, pronto a offrire speranza a chi soffre; ma anzitutto un uomo vero, capace di ascoltare tutti, anche non credenti, separati, divorziati e omosessuali».
È il profilo-identikit che il cardinale Carlo Maria Martini traccia della figura del vescovo oggi, «un uomo di Chiesa, di cui si parla molto, ma che in pochi conoscono a fondo», scrive il porporato nel suo ultimo libro, “Il Vescovo” edito da Rosenberg & Sellier.
Un testo breve (90 pagine appena, euro 8,50), ma intenso, nel quale il cardinale, partendo anche dalla sua esperienza pastorale alla diocesi di Milano, spiega «che cosa è un vescovo, come viene eletto, quali sono le sue competenze», ma in particolare quali dovrebbero essere i suoi impegni primari «nella società contemporanea e postmoderna».
Il porporato parla a cuore aperto, senza timore di toccare tematiche che potrebbero irritare le componenti tradizionaliste e reazionarie della Chiesa cattolica. Come, ad esempio, quando dice che il vescovo è chiamato in primis a essere «attento ai poveri, ai carcerati, ai malati, agli stranieri», ma anche a chi è costretto a vivere fuori dalla Chiesa «come i separati, i divorziati e gli omosessuali».
«Pur facendo salvo il principio che il matrimonio è unico e indissolubile, molti separati e divorziati – scrive Martini – hanno un nuovo compagno ed una nuova famiglia con figli, vanno ascoltati, meritano attenzione, perché è come trovarsi davanti ai naufraghi per i quali occorre fare tutto il possibile per non farli annegare».
Stesso approccio, il vescovo di oggi deve avere – a parere del cardinale – per le persone omosessuali, per le quali, fermo restando che la Scrittura condanna tali comportamenti, occorre ascolto e comprensione, orientandosi verso una amicizia spirituale: «Lo Spirito Santo porterà consiglio, caso per caso, per ciò che è meglio per la persona che si ha davanti». Altro tema delicato, l´età pensionabile del vescovo, che secondo Martini «dovrebbe essere innalzata rispetto agli attuali 75 anni».
Un limite che anche Giovanni Paolo II avrebbe voluto ritoccare: «Fu papa Wojtyla a confidarmelo, ma poi – rivela il cardinale – non lo fece per un senso di rispetto verso una norma voluta dal suo predecessore Paolo VI».
INDICE DE ‘IL VESCOVO”
Introduzione. Un po’ di etimologia e un po’ di vocabolario
I. Alle fonti
1. Come si diventa vescovi?
2. Che cosa avviene quando uno è nominato vescovo?
3. Quali sono le prime cose che un vescovo deve fare?
4. La giornata del vescovo
II. Le asperità e gli aiuti
1. I vizi del vescovo
2. Il vescovo e le male lingue
3. I contatti del vescovo con la Parola, con la Chiesa della terra e la Chiesa del cielo
4. Come governa il vescovo: rapporto tra etica e Vangelo
III. Le relazioni e i contatti
1. I contatti del vescovo con i non credenti
2. I contatti del vescovo con i poveri, i malati, i carcerati, gli stranieri…
3. I contatti con i fedeli, specialmente nella visita pastorale
4. I contatti con i diaconi permanenti e i presbiteri
5. I contatti con gli organismi di partecipazione
6. I contatti con il seminario e le comunità formative
7. I contatti con i teologi
8. I contatti con le istituzioni
9. I contatti con i religiosi
10. I contatti con gli ebrei
11. Il vescovo e il mondo missionario
12. I contatti con i media e con il mondo mediatico
IV. La Chiesa principio di comunione universale
1. I contatti con i confratelli vescovi, in particolare nella Conferenza episcopale
2. I contatti con il papa, con la Segreteria di Stato e le Congregazioni vaticane
3. Le dimissioni del vescovo
Conclusioni
Quale profilo dovrebbe avere oggi un vescovo?
Carlo Maria Martini, Il vescovo. Dubbio e speranza , ed. Rosenberg & Sellier, 2012, pagine 96
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