‘Uscire dal sepolcro’. Il coming out di Ognissanti
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* tratte dal blog jesuslovesgays (Stati Uniti) del 29 ottobre 2012, liberamente tradotte da Adriano C.
Detto questo, gridò ad alta voce: «Lazzaro, vieni fuori!» Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». (Gv 11, 43-44). Il racconto di Lazzaro è una delle possibili letture del Lezionario comune riveduto, per il giorno di Ognissanti. Mi vengono in mente diverse osservazioni su questo testo:
1. Il giorno di Ognissanti è difficile da gestire per alcune persone. Il ricordo di aver perso i propri cari potrebbe essere troppo recente o troppo doloroso da sopportare per loro. Questa Domenica, in particolare, suscita sentimenti dentro di noi e non siamo sempre pronti a sopportarne le conseguenze.
2. Ci sono due modi in cui possiamo osservare questo giorno. Possiamo concentrarci su chi abbiamo perso: la sedia alla tavola da pranzo che ora è vuota, il buco nel nostro cuore ancora da rimarginare, il dolore e la pena che proviamo che come colla attanaglia ancora la nostra anima.
OPPURE possiamo celebrare questo giorno in un altro modo. Possiamo concentrarci su ciò che abbiamo guadagnato: una vita di ricordi che cresce dolcemente con l’età, la saggezza e la fede che ci è stata tramandata dai santi del passato, l’amore di un Salvatore che ci dice: “Io sono la resurrezione. Io sono la vita. Credi in me”. La scelta è tutta qui.
3. Gli ultimi versetti del racconto di Lazzaro sono particolarmente toccanti per la comunità lesbica, gay, bisex e trans (LGBT). La chiamata di Gesù: “Lazzaro, vieni fuori!” è un invito per tutti noi ad uscire da tutto ciò che ci fa sentire legati e in trappola e camminare verso la nuova vita che Gesù ci offre. C’è potenza nel “coming out”. Come persona che lo ha finalmente sperimentato recentemente in tutti gli ambiti della propria vita, vi dico che è un’esperienza liberatoria. Tutte le mie bende sono state gettate via. Io sono “slegato” e mi sento vicino al mio Salvatore più che mai. [Sì, si può essere omosessuale e cristiano allo stesso tempo!]
Quindi, la mia preghiera per tutti noi, il prossimo giorno di Ognissanti è di ricordare con affetto i nostri cari defunti, concentrandoci però su ciò che abbiamo acquisito grazie alla loro presenza nella nostra vita, e non con l’essere perseguitati dalla loro perdita. Inoltre, spero che ognuno di noi esca dal sepolcro nascosto delle proprie esistenze e possa sperimentare la libertà di vivere pienamente come persone LGBT religiose e di fede, senza scuse e senza esitazioni. Dio benedica tutti voi!
.* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays
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Testo originale: All Saints Sunday