Il segno gradito a Dio è il prenderci cura dell’altro (Is 58,7-10)
Riflessioni di don Fabio
“Così dice il Signore: Non consiste forse il digiuno che voglio nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto” (Is 58,7-10)
Tra due settimane inizierà la Quaresima e giù a farsi mille fisime per individuare il digiuno, o l’astinenza, o la pia pratica da fare per potere compiacere Dio.
Come se noi, con le nostre piccole cose, potessimo compiacere Dio! Che presunzione!
Isaia è molto chiaro in tutto questo. Il digiuno gradito a Dio è prendersi cura del più debole: chiunque sia.
Prendendoci cura dell’altrə, fasciando e curando le ferite dell’altrə, guariranno le nostre ferite!