Il gruppo sinodale della diocesi di Elphin s’interroga sui danni che fa la chiesa cattolica alle persone LGBT+
La Relazione del Gruppo Sinodale LGBT+ della diocesi cattolica di Elphin (Irlanda), a cura di David Carroll e Ursula Halligan, liberamente tradotto da Antonio De Caro, parte prima
Sabato 9 aprile, su invito del vescovo Kevin Doran (della diocesi di Elphin, Irlanda) un gruppo di 10 persone che si identificano come LGBT+ si è incontrato all’Hotel Bush, Carrick-on-Shannon, per contribuire al processo sinodale. Il gruppo comprendeva 4 donne e 6 uomini, tutti appartenenti alla diocesi di Elphin o in qualche connessione con essa. Il gruppo di lavoro ha iniziato alle 10:30 e ha concluso alle 16:30.
Esso ha preso in considerazione 3 domande:
D1 – Qual è la tua personale esperienza nella Chiesa Cattolica e in che misura è stata nutriente e vivificante?
D2 – La comunità cristiana deve essere sia un posto per ascoltare la Parola di Dio sia uno spazio dove le persone si sentano ascoltate. È stata questa la vostra esperienza? Vi siete sentiti ascoltati e rispettati dalla Chiesa Cattolica?
D3 – Quali cambiamenti nella Chiesa, secondo voi, sono necessari per renderla un posto dove i cattolici LGBT+ possano sentirsi al sicuro, rispettati e in grado di fiorire come persone umane nel mondo?
Tutti i partecipanti hanno presentato la loro esperienza vissuta e hanno risposto con garbo e coraggio alle domande poste. Ci sono stati momenti di profonda introspezione, ed anche lacrime, rabbia e risate.
Questa relazione comprende una sintesi dell’incontro insieme con una selezione rappresentativa di citazioni dirette, per fare ascoltare e mettere in risalto le voci dirette dei partecipanti. È stata notevole la coerenza delle risposte, che fin dalla fase iniziale ha lasciato emergere con chiarezza un numero di temi-chiave.
Temi-chiave
1. Il danno provocato dalla Chiesa cattolica istituzionale alle persone LGBT+, soprattutto dall’adolescenza in poi.
2. Rifiuto e offese praticati dalla Chiesa Cattolica istituzionale ai fedeli LGBT+.
3. Ipocrisia della Chiesa Cattolica istituzionale sulle questioni LGBT+.
“Ascoltavo le testimonianze di altri, di età diverse e da contesti differenti, ma nello stesso tempo li sentivo rappresentare ripetutamente proprio la mia storia. Abbiamo tutti la stessa storia!” (uno dei partecipanti al gruppo di lavoro)
Tema 1 – Il danno provocato dalla Chiesa Cattolica istituzionale alle persone LGBT+
Citazioni dalle testimonianze dei partecipanti al gruppo di lavoro
• Nei miei 57 anni di vita ho visto molte persone la cui salute mentale è stata gravemente danneggiata dalla Chiesa. Queste persone oggi non sono in questa stanza perché non sarebbero in grado di sostenere questa conversazione.
• Non riesco ad associare le parole “nutriente e vivificante” con la Chiesa Cattolica.
• Nella mia vita ho conosciuto molte persone gay che hanno perso la loro vita a causa della Chiesa.
• Hanno dato alla gente una giustificazione per maltrattare le persone gay… so di ragazzi morti suicidi perché erano gay… la Chiesa Cattolica deve assumersene la responsabilità.
• La Chiesa Cattolica ha fatto il lavaggio del cervello ai miei genitori, ed è per me un dolore che questo abbia compromesso il mio rapporto con loro. Non sono così vicino ai miei genitori come vorrei. Quando vado a casa mi ricordo di quel mondo omofobico e non voglio espormi a insulti o ferite. Per questo mi arrabbio.
• Il danno riguarda tutti i livelli, non solo l’alto tasso di suicidi e l’odio per se stessi delle persone LGBT+, ma il danno fatto alle nostre relazioni, per le opportunità perse.
• Ho intrapreso un’esperienza d’amore, ma la Chiesa Cattolica mi ha fatto vergognare di essa. Ho avuto la fortuna di incontrare il mio compagno e adesso stiamo insieme da 30 anni.
• I miei genitori erano preoccupati per il fatto che partecipare a questo incontro potrebbe non garantirmi totale anonimato.
• La Chiesa cattolica ha danneggiato enormemente la mia possibilità di fiorire come persona.
• Non so di alcun’altra rilevante organizzazione che promuove l’omofobia in misura pari a quanto fa la Chiesa Cattolica.
• Il messaggio del Vangelo è che possiamo avere vita e vita in pienezza, ma la Chiesa ha contrastato questo messaggio per le persone gay.
• In questi giorni raramente la Chiesa condanna in maniera diretta le persone gay, ma predicando che essere gay è sbagliato crea indirettamente un’atmosfera in cui l’abuso fisico, psicologico ed emotivo delle persone gay è tollerato e persino incoraggiato. E questo è pericoloso.
• Sono arrivato al punto di vedere me stesso in modo diverso da come la Chiesa Cattolica vede il bene e il male, e così un giorno ho capito che io ero “nel bene” e la Chiesa Cattolica “nel male”, e dopo ciò ho rifiutato completamente la Chiesa Cattolica. In effetti, più diventavo gay, più distanza dovevo mettere fra me e la Chiesa se dovevo restare in vita.
• Come potrei essere sia omosessuale sia omofobo? Ciò richiederebbe una risposta molto più complessa, frutto di una seria riflessione, ma è quello che accade alla Chiesa.
• La maggior parte di noi che siamo qui oggi è sana e sta bene, ma in realtà ci sono molte altre persone LGBT+ che non stanno proprio così bene. Noi siamo quelli privilegiati.
Sintesi del Tema 1
Il danno fatto dalla Chiesa Cattolica alle persone LGBT+ è stato il primo tema identificato dal gruppo all’unanimità. Un numero di partecipanti ha descritto come la dottrina della Chiesa Cattolica sull’omosessualità li ha condotti, durante gli anni dell’adolescenza, a introiettare l’omofobia e a odiare sé stessi.
Altri hanno descritto come hanno appreso, molto presto, a separarsi dalla loro sessualità e a stabilire con altre persone relazioni inautentiche. Molti si sono sentiti costretti a nascondere la loro sessualità e a condurre vite clandestine.
Alcuni hanno conosciuto persone gay che hanno posto fine alla propria vita. Liberarsi dall’omofobia introiettata è stato un lungo processo che ha rubato anni di relazioni d’amore dalle loro vite. È stato un danno emotivo, spirituale e mentale che li ha deprivati di vita, amore e felicità. Altri hanno riconosciuto che la Chiesa Cattolica ha contribuito in modo rilevante allo sviluppo del loro senso morale (“una forte bussola morale cristiana”) per cui sono grati.
Quando usano la parola “Chiesa”, tuttavia, loro differenziano fra la comunità cristiana dove sono cresciuti (per esempio, il quartiere, la scuola, la comunità locale) e la Chiesa istituzionale che appariva loro distante e separata. “Molto presto ho imparato che c’erano due Chiese che operavano nel mondo. C’era una Chiesa che era piena di compassione e amore e poi ce n’era una burocratica”.
Hanno raccontato che da bambini hanno ricevuto più amore e nutrimento dalle loro comunità cristiane che dalla Chiesa istituzionale. Tutti hanno convenuto che il messaggio cristiano “ama il tuo prossimo” non è l’esperienza vissuta da persone gay nella loro interazione con la Chiesa Cattolica istituzionale. Hanno evidenziato che le parole usate nel Catechismo Cattolico sulle persone LGBT+ -“intrinsecamente cattive” e “disordinate”- non sono parole d’amore ma di esclusione, che marchiano qualcuno come diverso.
Una partecipante ha descritto come, negli anni della tarda adolescenza, ha cominciato a capire che la Chiesa Cattolica non era un posto accogliente per alcune persone. “Ho capito che non includono tutti. Ho sentito storie su persone che non erano conformi alle aspettative sociali e per questo erano estromesse. Ho imparato che essere differenti o distinguersi potrebbe essere un male, che qualcosa di male potrebbe accaderti. Ho iniziato a notare che nella mia comunità alcune persone che non corrispondevano al modello venivano emarginate”.
Hanno avuto una forte risonanza nel gruppo anche l’influenza della Chiesa Cattolica sui genitori di persone gay e le distorsioni create da essa nella relazione fra genitori e figli (distorsioni assenti nelle relazioni fra genitori e figli eterosessuali).
Molti genitori, è stato raccontato, erano in imbarazzo per l’opinione che la Chiesa Cattolica e i loro vicini avrebbero avuto riguardo al loro figlio gay. Come risultato, i figli gay non hanno avuto la possibilità di presentare i loro partner, mariti, mogli ai loro genitori e alle loro famiglie, per godere di una vita familiare sana, autentica ed appagante. In alcuni casi, ciò ha distrutto le relazioni fra figli gay e i loro genitori.
> La Relazione del Gruppo Sinodale LGBT+ della diocesi cattolica di Elphin (Irlanda)
Testo originale (PDF): Synod LGBT+ Focus Group Feedback