Un nuovo punto di vista sul matrimonio omosessuale e la tradizione cattolica
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0 (Stati Uniti) il 15 aprile 2014, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Bondings 2.0 pubblica un nuovo argomento teologico in favore del sostegno dei cattolici al matrimonio omosessuale civile. L’articolo è della professoressa Lisa Fullam, che insegna teologia morale alla Scuola Gesuita di Teologia a Berkeley, California. Potete leggere il testo (ndr in inglese) nella sua interezza qui.
Il saggio della professoressa Fullam, intitolato “Civil Same-Sex Marriage: A Catholic Affirmation” (Il matrimonio omosessuale civile: una ratifica cattolica), utilizza la tradizione intellettuale cattolica per affermare che il sostegno al matrimonio civile [ovvero il matrimonio dal punto di vista dello Stato e non della Chiesa n.d.t.] delle coppie lesbiche e gay è in linea con le idee migliori della nostra Chiesa a proposito del matrimonio, della società civile e delle relazioni tra Chiesa e Stato.
Merita di essere letto tutto con attenzione da tutti coloro che si occupano di questi temi. Il problema del dibattito cattolico attuale sul matrimonio civile, secondo la Fullam, è che è al tempo stesso troppo largo e troppo ristretto. Nell’introduzione all’articolo leggiamo:
“Troppo largo perché il matrimonio omosessuale civile viene talvolta descritto come se fosse parallelo al matrimonio omosessuale in chiesa. Troppo ristretto perché alcuni contributi cattolici alla discussione si sono concentrati sulla capacità riproduttiva, ignorando la ricca tradizione del cattolicesimo che valorizza il matrimonio al di là della procreazione.”
Il saggio è diviso in tre sezioni: 1. una discussione su come il pensiero cattolico concepisce il codice civile; 2. una critica delle dichiarazioni del Magistero a proposito del dibattito pubblico sul matrimonio; 3. una enumerazione delle ragioni per le quali i cattolici potrebbero impegnarsi per il matrimonio omosessuale. L’articolo di Fullam è teologicamente ricco e rilevante per la vita contemporanea. Per esempio, la sua ipotesi di lavoro sul concetto tradizionale di “legge naturale” inizia con una esauriente spiegazione della natura umana, che definisce come
“… le capacità e le potenziali eccellenze della creatura umana viste alla luce della massima conoscenza a noi disponibile – biologica, psicologica, sociologica, filosofica (inclusa la teologia), spirituale, artistica, storica (inclusa l’esperienza personale) etc. La legge naturale viene talvolta confusa con le funzioni biologiche del corpo umano, ma questo malinteso non considera la natura umana nel suo senso più pieno, ovvero che siamo discernitori razionali e creativi di significato che cercano di crescere nella virtù, aiutati dalla grazia di Dio. Capire come la legge naturale ci guida in una data situazione significa pensare in profondità a come la questione che ci sta di fronte si può risolvere per il miglior sviluppo di noi stessi e della nostra società.”
Tra le parti del saggio che più fanno pensare troviamo la sua critica alle argomentazioni magisteriali contro il matrimonio omosessuale, incluse quelle della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB), quelle della Congregazione per la Dottrina della Fede e quelle della “Teologia del corpo” di papa Giovanni Paolo II. Basando la sua argomentazione sul documento del Vaticano II Gaudium et spes, il quale riconosce che il matrimonio possiede fini sia unitivi che procreativi, Fullam mostra come molti leader cattolici (per esempio, i vescovi statunitensi) abbiano ristretto il significato dell’insegnamento conciliare sul matrimonio:
“Secondo i vescovi, la ‘comunione di persone’ della Gaudium et spes si rivela nella capacità procreativa della coppia; mentre il Concilio ha insegnato che i matrimoni non procreativi sono comunque matrimoni, la Conferenza Episcopale radica il fine unitivo del matrimonio nella possibilità di procreare del matrimonio eterosessuale.”
Nell’ultima sezione Fullam mostra che l’insistenza sulla procreazione del Magistero conduce a molte contraddizioni nell’approccio al matrimonio civile e alla vita famigliare. Per esempio, vediamo la situazione dell’adozione:
“Coloro che allevano figli biologicamente non loro vanno oltre l’imperativo a riprodursi e compiono un atto di grande significato spirituale e profonda devozione. Danno un grande contributo al bene comune. Basare il valore sociale del matrimonio sulla potenziale procreazione biologica vorrebbe dire ignorare la generosità dei genitori adottivi e considerare le loro famiglie in qualche modo innaturali o di seconda classe. Sarebbe una fondamentale ingiustizia verso queste famiglie e uno strano capovolgimento della tradizione cristiana, che enfatizza il prendersi cura dei bisognosi.”
Fullam riflette su quali altri leggi avrebbe bisogno il codice civile se la visione del matrimonio come basato sulla procreazione dovesse prendere piede nella società secolare:
“A meno di essere disposti a ridefinire il matrimonio civile in termini riproduttivi – magari divorziando automaticamente le coppie che non si riproducono in un tempo ragionevole, per esempio, o negando il matrimonio alle donne di una certa età o a coloro che sono sterili per scelta o per caso -, negando il matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso noi le discriminiamo precisamente perché sono omosessuali, una forma di ingiustificabile discriminazione contraria al Magistero sociale cattolico.”
Il saggio di Fullam offre solidi puntelli teologici alle speranze di molti cattolici le cui coscienze suggeriscono che il matrimonio per le coppie lesbiche e gay è una questione di giustizia. Fondando il suo ragionamento su Tommaso d’Aquino e il Concilio Vaticano II la professoressa Fullam ci mostra quanto può essere cattolica un’argomentazione a favore del matrimonio omosessuale.
Leggere il saggio aiuterà tutti coloro che si sentono spesso irritati dagli oppositori cattolici al matrimonio omosessuale e permetterà loro di capire e apprezzare più in profondità la nostra fede cattolica e la nostra tradizione intellettuale.
Testo originale: EXCLUSIVE: Why Catholics Should Affirm Civil Marriage Equality