Le tre modi in cui i cattolici Usa possono rispondere al matrimonio gay
Articolo di Christopher J. Hale pubblicato sul sito del settimanale Time (Stati Uniti) il 27 giugno 2015, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
La decisione della Corte Suprema di legalizzare il matrimonio omosessuale (negli Stati Uniti) costituisce un momento interessante per i cattolici statunitensi. La Chiesa cattolica si oppone al matrimonio omosessuale e probabilmente non cambierà idea sotto papa Francesco, lo scombinatore. Ma dobbiamo anche riconoscere che questo è un momento di grande gioia per molti cattolici e cattoliche, omosessuali ed etero. Nella storia recente, molti onesti e fedeli cattolici hanno detto di aver sentito la voce di Gesù dire che l’amore tra due persone dello stesso sesso non è peccaminoso, ma santo e benedetto.
Io stesso lotto con questo enigma. Non c’è nulla di più importante nella mia vita che essere cattolico e parte della Chiesa universale di Gesù Cristo. Per me, non si tratta solo di essere membro di un’organizzazione fraterna o di un gruppo civico, ma di una famiglia, che mi dà identità, radici e ali. Prendo sul serio gli insegnamenti della mia fede su ogni argomento – matrimonio omosessuale incluso – ma anch’io non posso fare a meno di gioire per i miei amici e amiche LGBT che festeggiano la decisione di venerdì scorso.
Molti cattolici che fanno esperienza di questi sentimenti complessi e conflittuali si stanno chiedendo quale potrà essere il prossimo passo. Credo che ci siano tre importanti modi in cui i cattolici sono chiamati a rispondere alla legge approvata dalla Corte.
1. Dobbiamo renderci conto dell’amore particolare di Dio per la comunità LGBT. La nostra tradizione di fede insegna che Dio ha una “corsia preferenziale” per i poveri e un’inclinazione per gli esclusi. Non possiamo essere ciechi al fatto che molte persone e famiglie LGBT hanno affrontato una cultura di esclusione, odio e anche di morte, nel nostro Paese, in tutto il mondo e sì, anche nella Chiesa.
Il padre gesuita James Martin dice di pensare che dobbiamo percorrere un lungo cammino per comunicare l’amore di Dio per questa comunità: “Nessun argomento porta alla luce tanto odio da parte di tanti cattolici come l’omosessualità” scrive padre Martin in un post su Facebook: “La Chiesa Cattolica dovrebbe fare un lavoro migliore nell’insegnare quel che dice il Catechismo: che dovremmo trattare i nostri fratelli e le nostre sorelle LGBT con ‘rispetto, sensibilità e compassione’. Ma Dio vuole di più. Vuole che li amiamo”.
2. Dobbiamo essere una Chiesa che ascolta prima di parlare. Lo scorso anno, papa Francesco ha detto che “dobbiamo prestare orecchio al ritmo di quest’epoca e capire l’odore della gente di oggi, permeato dalle sue gioie e dalle sue speranze, dalla tristezza e dall’afflizione”. Come ha fatto notare il padre francescano Daniel Horan, facciamo questo perché “le gioie e le speranze” e “la tristezza ed afflizione” degli altri diventano le nostre.
Quando ci ascoltiamo l’un l’altro con il cuore spalancato, possiamo iniziare a superare gli sgradevoli stereotipi che ci dividono. Possiamo mettere a tacere la grande bugia che chi si oppone al matrimonio omosessuale sia bigotto e chi invece è a favore sia un cattivo cattolico. Possiamo iniziare a capire e a formarci di nuovo a partire dalle verità fondamentali della nostra fede: che Dio ci ama, che la Chiesa ci accoglie e che Gesù cammina con noi.
3. Dobbiamo lavorare insieme per rafforzare la vita famigliare. Come ha detto così splendidamente l’arcivescovo di Atlanta Wilton Gregory “Questa decisione ha offerto a tutti noi un’opportunità di continuare un dialogo importante e vitale di incontro umano, specialmente tra coloro le cui opinioni su questo argomento differiscono radicalmente”.
Un’area in cui tutti possiamo lavorare insieme è la costruzione di una famiglia, ovvero la cellula fondamentale della società umana, più forte. Qui negli Stati Uniti, e in tutto il mondo, ci sono molte minacce alla vita famigliare. Non importa cosa pensiamo del matrimonio omosessuale, tutti possiamo impegnarci a rafforzare la vita famigliare contro alcune delle sue più grandi minacce: un’economia che uccide, lo sfruttamento ambientale, la dittatura del relativismo, il consumismo, la superficialità e l’indifferenza.
I cattolici e le cattoliche LGBT sono parte cruciale di questo sforzo. Lo scorso anno i vescovi si sono riuniti a Roma per il Sinodo della Famiglia e hanno affermato che sia le persone che le famiglie cattoliche LGBT hanno “doni e qualità da offrire alla comunità cristiana”. Noi stessi abbiamo sperimentato questa realtà. I cattolici e le cattoliche LGBT insegnano ai nostri figli la fede in Gesù Cristo. Servono i poveri nelle nostre mense e nelle nostre associazioni caritative. Accompagnano spiritualmente i malati nei nostri ospedali. E, prima di tutto, sono figli e figlie di Dio e fratelli e sorelle di Gesù Cristo. Come cattolici dobbiamo avere il desiderio di lavorare con tutti, per dare ad ogni figlio ciò che Dio desidera per lui: una vita dignitosa, una famiglia e un futuro.
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Testo originale: 3 Ways Catholics Can Respond to the Same-Sex Marriage Ruling