Il mio incontro con il Dalai Lama
Testimonianza di Anna* del 9 dicembre 2007
Il Dalai Lama a Milano “sembra piccoletto … solo le infradito nel freddo di questa umida giornata dicembrina.. Dici a te stessa: “Volevi vederlo? Eccolo lì, semplicemente”. Scatti qualche foto … Lo ascolti parlare…. La sua parola ricorrente è “compassion” che significa anche amore pieno, carità, gentilezza del cuore. Ci spiega come realizzare la propria pace interiore ed evitare così “anger” rabbia, e violenza… Se pensate che queste parole vi possano essere utili accoglietele, altrimenti non importa, it’s ok, fa lo stesso…
Nebbia fitta nella campagna fino a Milano, le nove e mezza, caffè e brioche nel grigiore della stazione centrale dagli arconi di ferro enormi, lontani, severi…
La metro, facile, sottoterra, liscia fila via verso quel che si cerca.. il PalaSharp deserto fuori mentre dentro già pulsa di gente ma qui silenzio, transenne inutili, bigliettaie gentili cambiano la mail col biglietto, prenotato a maggio,complimenti signora…
Poi via con l’amica per la città, la mostra L’arte delle donne a palazzo Reale, bella e grande davvero ma quante donne “figlie di”, “sorelle di”, “compagne o mogli di” e quanto poco resta davanti ai maschi Guercino, Caravaggio poi Monet, Picasso, Rodin.. ma siamo davvero così scarse nell’arte noi donne?… non so.. poi ripenso ai bagliori nei quadri di Artemisia (Gentileschi), all’estrosità stralunata di Frida (Kalho), alla tragica materialità di Camille Claudel e mi ricredo.. anche le donne artiste erano grandi..
Poi ci reimmergiamo nel centro, il duomo anche troppo bianco alle nostre spalle, in basso ancora ingabbiato in cartelloni e impalcature..
Ci infiliamo in un tram e via alla mostra fotografica Tibet, land of exile (palazzo Litta, corso Magenta 24).. ci scorrono davanti foto in bianco e nero e poi a colori… un Tibet ancora dilaniato dai cinesi, incerto tra modernità devastante e passato medievale, lo trovi tra le rughe dei vecchi, nelle mani rovinate di chi sale il monte sacro chino sulla strada per miglia e miglia, nello sguardo fiero di chi crede che la compassione alla fine vincerà, nel rosso scuro buddista, nel giallo, nelle teste rasate di chi non ha nulla da perdere in questo mondo ed è consapevole che tutto è vacuità…
Esci come da un incontro con vecchi amici lontani ma vicini, tragici nella loro povertà e oppressione per la violenza cinese, ma anche profondi , ingenui, primitivi come possono essere gli esseri umani incorrotti dalla cosiddetta civiltà,.. ma – pensi – tanti giovani non sono già più così e intanto i cinesi portano coloni per togliere del tutto il Tibet ai suoi nativi, per cancellarlo e ridurlo alla polvere a cui tutti torniamo … Qualche boccone in fretta, poi lasci l’amica , si avvicina il momento…
Al PalaSharp la fila è immensa ma almeno hai già il biglietto in mano.. ti fa effetto essere in fila non per un concerto rock o uno spettacolo ma per un grande della spiritualità della terra … la fila avanza , passi i cancelli, prenoti il dvd della conferenza e t’immergi all’interno …
La folla è una marea, ma ordinata, tranquilla, paziente..stona solo il mucchio di curiosi e di fotografi sotto il palco, si spintonano e si affannano, non sanno cos’è il buddismo…
I grandi schermi rimandano immagini di gente e di monaci che aspettano ai lati della poltrona dove arriverà lui… dietro un apparato di immagini e stendardi col Buddha ma è tutto qui il lusso, non ci sono troni o fasto..
Manca poco, il cuore comincia a battere, dopo aver letto libri, ascoltato la sua voce e visto video, fra poco sarà lì col suo corpo, uomo tra gli uomini.
Lo annunciano, tutti applaudono, pochi secondi di attesa mentre tanti vesti rosse gli fanno ala.. E infine eccolo, un uomo di altezza media, la testa rasata , il sorriso già sulle sue labbra e a fianco a lui ecco la prima sorpresa.. Letizia Moratti!
L’ipocrita sindaco che si pensava non volesse incontrarlo, eccola lì… la folla sorpresa rumoreggia di stupore… sto cambiando idea su di lei, almeno ha avuto il coraggio di fare gli onori di casa, ha fatto un bel gesto nel fuggi fuggi dei politici italiani vigliacchi e timorosi delle ritorsioni della Cina, mi è piaciuta…
Il Dalai Lama sembra piccoletto accanto a lei ma è lui il grande.. le infila al collo la sciarpa bianca, tutti sorridiamo di emozione e di felicità, non si finisce mai di applaudire..
Poi eccolo seduto sulla poltrona, i piedi nudi, solo le infradito nel freddo di questa umida giornata dicembrina.. Dici a te stessa: “Volevi vederlo? Eccolo lì, semplicemente..”.
Scatti qualche foto anche ai tabelloni che ingrandiscono il suo viso sereno anche quando è serio.. Comincia a parlare e man mano si sentono vibrazioni positive inondare la gente che sta ordinata e in perfetto silenzio, nessun cellulare che trilla.. miracolo..
Ed è proprio quando senti questo influsso benefico che lui si affretta a dire – nel suo pittoresco inglese tradotto a blocchi dall’italiano che lo accompagna sempre e lo traduce – che molti lo considerano un guaritore, una sorta di santone… niente di più sbagliato.. anzi se ce ne fosse uno qui – dice – mi potrebbe sistemare questo dito – indica il suo mignolo – che si è slogato con una stretta di mano troppo forte ricevuta di recente?
La folla ride, il Dalai Lama è profondamente umano, intelligente, profondo e “leggero” assieme, conosce alla perfezione l’arte di metter a proprio agio chi lo ascolta.
La sua parola ricorrente è “compassion” che è solo in parte la stessa parola in senso cristiano, significa anche amore pieno , carità, gentilezza del cuore. Ci spiega come realizzare la propria pace interiore ed evitare così “anger” rabbia, e violenza.
Ci dice con forza come arrivare alla non violenza che non è solo assenza di violenza ma determinazione nell’evitarla. E dice che l’interdipendenza del mondo è la base per arrivare ad una non violenza mondiale.
Poi accade una cosa bellissima, la seconda sorpresa di questo incontro intenso e grande.. il Dalai Lama vede nella prima fila un rappresentante dei mussulmani col caratteristico cappellino conico bianco e la barba lunga… gli si rivolge come “fratello mussulmano” per auspicare la mutua conoscenza e collaborazione tra le grandi religioni mondiali ; e si spinge oltre dicendo che non si può condannare un’ intera religione per colpa di poche persone malvagie come la condanna dell’Islam dopo l’11 settembre… dice che vuole porsi come difensore del grande Islam e poi dice: “Molti fratelli mussulmani – poche sorelle, aggiunge con spirito – mi hanno spiegato che chiunque crei spargimento di sangue non è un vero mussulmano”.
Poi riguardo alle religioni monoteistiche dice che “non importa chi crea , chi non crea, l’importante è cosa si fa, non si deve discutere sulle cause ma vedere e lavorare per il risultato..”.
E’ poi bellissimo quando dice che la compassione e l’amore sono elementi biologici, profondamente intrinseci all’uomo, che nulla hanno a che fare con le religioni, siamo tutti nati da una madre che è la prima persona che si è resa cura di noi e ci ha dimostrato amore..così dobbiamo fare noi con gli altri… Dice poi che nell’educazione dei figli occorre sviluppare i valori umani con un metodo laico, non religioso e occorre promuovere ciò che di positivo per i valori umani possono dare tutte le religioni.
Il mussulmano prende allora la parola per dire che il messaggio di amore per tutte le religioni è sempre lo stesso… Il Dalai Lama avanza ancora nei suoi ragionamenti, ogni tanto si distende , sbadiglia, ammicca, fa ridere, è l’essenza positiva dell’uomo umano.
Alla fine risponde a qualche domanda poi si congeda… e il mussulmano si avvicina al palco, anche il Dalai Lama gli si accosta dall’alto, si stringono le mani… è emozionante… così immagino la vera pace nel mondo al di là di qualsiasi barriera e pregiudizio… Il cuore torna pian piano a battere in modo normale, le vibrazioni pian piano si spengono man mano che defluisco con la folla dal palasport…
Quando mi siedo nell’affollato metro mi chiedo: “Ora come farò senza la sua presenza? Mi manca già, come un vecchio amico che mi ha dato un calore incredibile al cuore”. Faccio una breve sosta per vedere la mostra Annisettanta alla Triennale, poi volo verso la stazione, sono in anticipo e trovo il mio posto con calma.
Il buio accompagna i miei pensieri “illuminati” verso il Dalai Lama. E penso alla sua modestia quando ripete sempre che è solo un monaco e anche alla bella frase recente che dice che il prossimo Dalai Lama potrebbe essere anche donna… però nella piccola corte di monaci attorno a lui non c’era alcuna donna… questo un po’ mi intristisce e ripenso alle parole della mia amica che dice che nelle religioni mondiale c’è sempre stato un partito trasversale di misoginia e – aggiungo io – di omofobia… lo stesso Dalai Lama infatti tempo fa si rifiutò di benedire una coppia gay dicendo che lo scopo del sesso è la riproduzione, pressoché le stesse parole del papa…
Ma voglio cancellare queste triste discriminazioni pensando a cosa ha detto lui oggi alla fine… se pensate che queste parole vi possano essere utili accoglietele, altrimenti..non importa, it’sok, fa lo stesso… Grande comunque Dalai Lama!
* Ringraziamo l’autrice per averci concesso di pubblicare questa sua testimonianza.