Il mondo visto con “gli occhi di Niamh”
“Gli occhi di Niamh” è un libro costituito da una serie di reportage scritti dal vivo ogni mese nel corso di un lungo soggiorno, durato più di due anni, in Irlanda. Un racconto sull’Irlanda di questi anni, “un racconto su me stesso, è un racconto sull’amore spirituale tra me e l’Irlanda, un racconto di crescita, il mio sguardo sul mondo che si fa adulto, un racconto su un ragazzo omosessuale alla scoperta di se stesso e della propria indipendenza”.
Quando mi è stato proposto dal giornalista Alessandro Agostinelli, prima di partire alla fine del 2004, di scrivere un report mensile da Dublino, ho pensato che sarebbe stata una buona idea per mettere alla prova la mia passione per moderna, è come la vita che racconta, ed è stata la scrittura, che nasceva come vita propria ogni mese, a mettermi alla prova, sia stilisticamente che idealmente.
In Dublino sono riuscito a vivere la realtà come speravo, in questa città oggi tutto appare molto esposto, chiassoso, colorato, una “fair city” (come la retorica dublinese ama chiamarla) piena di gente, piena di genti, sobrie o no, vibrante e attraente, ma anche fisica, ruvida e sorprendente, dove si può respirare la sua originalità e la realtà dello sviluppo economico della “Celtic tiger”. Ho iniziato a perdermi in essa, riuscendo ad aderire a quella realtà, acquisendone anche una certa peculiare sensibilità.
Non è stato un viaggio di piacere, ma ho cercato di guardare con leggerezza, dall’esterno, come un turista, tutto ciò che vivevo. I miei report sono stati un impegno sempre in sviluppo, dei lavori in corso guidati dalla mia percezione. Ho raccontato il cambiamento, e la ricerca della libertà, in tutte le sue sfumature (libertà di, libertà da), una tensione che si può capire nella vita odierna nella storia recente di questo paese, tanto frequentato in questi anni, quanto trattato con superficialità.
Mese dopo mese la mia conoscenza si è approfondita, così come le distanze dai miei argomenti, e dalle persone, e da me stesso, si sono accorciate. Infatti, anche nei confronti di me stesso, scrivere mi ha consentito un’opera di avvicinamento, di apertura che è stato utile per completare e rivelare appieno il mio particolare e asimmetrico sguardo, quello di un omosessuale, che spero interesserà i lettori.
La scrittura ha creato un universo di discontinuità ma con una coerenza interna, in cui leit motiv come altri si ripetono spesso. Non so se piacerà a tutti ma spero che la spontaneità di questo diario di due anni dublinesi sia apprezzata e coinvolga il lettore a conoscere di più.
Per quanto mi riguarda, è stata una esperienza importante da molti punti di vista, che mi ha reso adulto, critico e cittadino del mondo, di questa odierna civiltà globalizzata verso cui stiamo emergendo, e di cui l’Irlanda può essere considerata oggi un piccolo esempio e un caso unico.
Filippi Francesco, Gli occhi di Niamh, editore Giovane Holden, 2008, 80 pagine
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