Il Papa: «Sono preoccupato per il clero omosessuale»
Articolo pubblicato su Il Messaggero del 1 dicembre 2018, pag.18
IL CASO. Quattro anni fa Papa Francesco durante una riunione a porte chiuse con un gruppo di religiosi sudamericani ammetteva l’esistenza di una lobby gay in Vaticano. Oggi, parlando con l’autore di un libro intervista intitolato La forza della Vocazione (Edizioni Dehoniane,120 pagine, 9,50 euro), ha messo in luce di come l’omosessualità tra i preti, seminaristi e vescovi sia qualcosa che lo «preoccupa», perché forse il problema, ha detto, «a un certo punto non è stato affrontato bene. Nella formazione dobbiamo curare molto la maturità umana e affettiva».
CLERICALISMO. Il libro nel quale il pontefice affronta il tema dell’omosessualità e del sacerdozio è un excursus di argomenti sui quali Bergoglio si è già espresso altre volte in passato. Per esempio il clericalismo. «Non c’è bisogno di essere chierici per essere clericali. Esiste un clericalismo che si manifesta nelle persone che vivono con atteggiamenti da segregati, con la puzza sotto il naso, segregati male. Sono quelli che vivono una specie di atteggiamento aristocratico rispetto agli altri. Il clericalismo è un’aristocrazia. Si può essere clericali pur essendo un fratello consacrato o una religiosa. Non si è clericali per il fatto di celebrare messe, ma perché si crede di appartenere a tale aristocrazia. A questo si associa, generalmente, un modo di vivere in maniera aristocratica che si manifesta negli atteggiamenti: sembra che uno sia sempre al di sopra di tutto il resto del santo popolo fedele di Dio».
Secondo il Papa è proprio il clericalismo «la radice di molti problemi, come stiamo vedendo. Anche dietro ai casi di abusi, oltre che ad altre immaturità e nevrosi, si trova il clericalismo. Occorre fare molta attenzione a questo durante la formazione. Bisogna discernere e aiutare a chiarire le immaturità e ad accompagnare in una sana crescita».