Papa Francesco vuole studiare le unioni gay
Articolo di Giacomo Galeazzi pubblicato su La Stampa del 10 marzo 2014
«Francesco vuole studiare le unioni gay per capire come mai alcuni Stati hanno scelto di legalizzare le unioni civili delle coppie omosessuali», sostiene in tv il cardinale Timothy Dolan relativamente alle presunte nuove aperture del Pontefice sulle coppie di fatto. Bergoglio, comunque, «non ha espresso alcun tipo di approvazione nei confronti di queste unioni».
Il Papa «non è arrivato e ha detto che è a favore», bensì ha affermato che «la Chiesa deve cercare le ragioni che hanno indotto a legalizzare le unioni gay, piuttosto che condannarle prontamente».
Insomma il Pontefice «pone domande sul perché ciò abbia fatto presa su alcune persone». Infatti «il matrimonio tra un uomo e una donna non è qualcosa che riguarda soltanto la religione e i sacramenti, ma è anche un elemento della costruzione della società e della cultura, appartiene alla cultura».
Aggiunge Dolan: «Se annacquiamo il significato sacro del matrimonio, non soffre solo la Chiesa ma anche la cultura e la società». Negli Usa gli interventi di Francesco sulle unioni omosex sono seguiti con particolare interesse sin da quando lo scorso luglio ha dichiarato che «se qualcuno è gay e cerca Dio in buona fede, chi sono io per giudicare?».
A settembre la storica rivista della comunità gay «The Advocate» ha dedicato la copertina al Pontefice, scrivendo che «la persona più influente del 2013 nella vita del popolo Lbgt» (lesbiche,
gay, bisessuali e transgender) «non arriva dal nostro conflitto legale in corso per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali», bensì dal «nostro conflitto spirituale». L’intervista alla Nbc News nella quale Dolan attribuisce a Bergolio l’intenzione di studiare le unioni gay ha suscitato clamore, anche perché alcuni mesi fa lo stesso cardinale aveva esortato a non aspettarsi da Francesco «grandi cambiamenti nella dottrina della Chiesa su questioni delicate come l’aborto o le nozze gay».
Ieri Francesco, con 82 prelati di Curia, ha raggiunto Ariccia in pullman per una settimana di esercizi spirituali. All’Angelus ha ammonito a «disfarsi di idoli, vanità, scorciatoie di potere: con Satana non si può dialogare perché è molto astuto».
Vedere il Papa spostarsi in bus invece che in auto lussuose contribuisce all’immagine di un papato sobrio e senza orpelli. Ad Ariccia, poi, ogni ospite si pagherà la camera.
«Trovarsi insieme sul pullman significa vivere meglio lo spirito di famiglia – spiega il vescovo Mario Toso, segretario del dicastero Giustizia e Pace – Ognuno di noi pagherà personalmente la stanza: è logico che chi ci stipendia non debba erogare un’ulteriore cifra». Avverte Bergoglio: «La Quaresima è rinunciare a Satana e alle sue seduzioni». Anche in un ritiro «fuori porta».