Il progetto ecumenico Cornerstone. Una pietra d’angolo con cui costruire
Riflessioni di Alessandro Previti
Un giorno, mi trovavo a Firenze per uno dei tanti incontri che La Tenda di Gionata organizza. Ricordo un momento preciso: una madre condivideva il suo percorso difficile nel cercare di conciliare la fede con l’amore per il figlio, gay. “Vorrei un luogo dove sentirci entrambi accolti,” disse.
Quella frase mi è rimasta impressa, non tanto per la sofferenza, che in qualche modo tutti conosciamo, ma per l’apertura che richiamava. Mi sono chiesto: cosa possiamo fare per rispondere a questo bisogno?
La domanda era chiara: come possiamo aiutare comunità di fede, operatori pastorali e famiglie a vivere l’inclusione, non come una concessione, ma come un’espressione del nostro cammino cristiano?
Da questa domanda è nata l’idea di un progetto condiviso con operatori pastorali e volontari, mirato a sviluppare risorse per accogliere e capire: libri, interviste, e un evento a Firenze.
Non per dare risposte definitive, ma per creare spazi e strumenti che favoriscano un dialogo continuo. Una pietra d’angolo su cui costruire.
I valori di Cornerstone sono quelli dell’inclusione, della formazione e della collaborazione. Il progetto propone percorsi formativi che intrecciano teologia, esperienze personali e buone pratiche.
L’obiettivo è offrire a ministri di culto, volontari e operatori pastorali e a tutti i credenti strumenti concreti per accogliere le persone LGBT+ nelle loro comunità, valorizzando l’unicità di ogni percorso di fede.
Il progetto, finanziato grazie ai fondi dell’8×1000 della Chiesa Valdese, coinvolge volontari e operatori di comunità di fede, ministri di culto che credono fermamente in un mondo più unito e inclusivo. Tra le associazioni partner persone da Malta, India, China e reti internazionali.
Ogni partner porta una prospettiva unica, costruendo insieme percorsi di riconciliazione e inclusione. Già si percepisce l’entusiasmo dei partecipanti: dai giovani dei gruppi locali, che trovano in queste iniziative nuove occasioni per riflettere sulla propria fede, a chi collabora con La Tenda di Gionata da tanti anni. Lavorare insieme significa attraversare visioni diverse e trovare modi per valorizzare ogni contributo.
Cosa resterà alla fine di Cornerstone? Credo che i libri e le interviste saranno strumenti preziosi per chi cerca ispirazione, l’incontro-laborario di Firenze di sabato 5 aprile 2025 con i suoi workshop, ed il sito web gionata.org invece continueranno ad essere un punto di riferimento per chi desidera spunti e risorse di riflessione.
Sono certo, che qualcuno un giorno troverà in queste storie un motivo per non arrendersi, una testimonianza che il dialogo per un’accoglienza sempre più inclusiva è già in atto, visibile in ogni piccolo gesto di apertura e accoglienza presente nelle comunità di fede.
Se dovessi riassumere, direi che Cornerstone è questo: il tentativo di dare voce a chi è rimasto in silenzio e un modo in più di lavorare con chi si impegna a rompere il silenzio, a creare dialogo, da fuori o dentro le chiese, di costruire un luogo dove anche le lacrime possono trovare un senso.
Spesso c’è chi ci dice che dialogare con le chiese non serve, che raccogliamo solo briciole, che dovremmo imporci invece di fare un passo alla volta. Eppure, per me, ogni passo, anche il più piccolo, è un gesto che costruisce. Se questo è un fallimento, è un fallimento che vale la pena vivere.
“La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo” (Luca 20:17-18)
* I Partner del progetto CORNERSTORN (Pietra d’angolo) con La tenda di Gionata sono: la rete Globale di Gattolici Rainbow (GNRC), il Forum Europeo dei gruppi cristiani LGBTI+, la Commissione Fede, Genere e Sessualità delle Chiese Battiste, Metodiste e Valdesi, Gay Christian Africa, Rainbow House of Seven Sisters (RHOSS) la FGEI, la China Catholic Rainbow Community, Bridge and Embrace e Drachma Malta.
