Il senso del Pride. Perchè esserci come lesbica credente
Vi scrivo un personalissimo resoconto per cercare di trasmettervi alcune sensazioni che ho provato al pride di Genova (2009) . E spero che in futuro i credenti omosessuali (soprattutto le donne) siano un gruppo più numeroso.
Partiamo dall’inizio: indescrivibile l’effetto che ho provato scendendo dall’autobus nella piazza dove c’era il raduno (e la partenza). Un fiume di persone diversissime accomunate dalla voglia di essere presenti al pride … e io come i bimbi non riuscivo a stare ferma… mi sono messa a girare fra i vari gruppi e i vari carri (erano un po’ meno del solito).
Praticamente penso di aver fatto il corteo 2 volte a furia di andare avanti e indietro! 🙂 Impossibile raccontarvi tutto… mi limito ad alcuni dettagli che mi hanno colpita in modo positivo:
-il festoso trenino delle famiglie arcobaleno col suo carico di mamme e bambini;
– il “Gay hospital” un carro stupendo di ragazzi e ragazze vestiti da dottori e infermieri con scritte del tipo: “curiamo l’omofobia” , “si fanno iniezioni contro l’omofobia”;
– il pulmino dell’AGEDO (Associazione di genitori con figli omosessuali);
– Oltre ad una miriade di gruppi a tema, molto importante la presenza di gruppi non strettamente legati al mondo omosessuale (Amnesty, CGL , i radicali…. )
Dopo il mio girovagare, a metà del corteo ho raggiunto i “miei uomini” 🙂 (del gruppo Narciso e Boccadoro). Così c’era anche la rappresentanza femminile a portare lo striscione del “Coordinamento Omosessuali Cristiani”.
Camminare con lo striscione e vedere la reazione della gente ai lati del corteo è stato bellissimo!! ! Qualcuno leggeva la scritta e poi… tornava indietro… rileggeva e fotografava. Qualcuno leggeva e poi ti fissava con sorpresa.
Un ragazzo ha commentato: “… e questi cosa centrano??” e una ragazza al suo fianco ha risposto “e meno male che ci sono anche loro!!”. Un signore mi ha toccato il braccio e sorridendo ha detto “Bravi!” …
Certo c’erano anche quelli che ci guardavano incuriositi come fossimo degli extraterrestri. Molti aspettavano il passaggio delle persone vestite nel modo più stravagante per poter fare qualche foto originale.
E dopo ore, alla fine siamo arrivati in piazza dove ci sono stati vari interventi interessanti fra cui quello della sindaca di Genova; orgogliosa della sua città che ha manifestato per i diritti di tutti.
Poi è salita sul palco Lella Costa che ha letto una mail di un gruppo di omosessuali iraniani….
Per me è stato importante essere a Genova, sia per le varie sensazioni positive che ho provato, sia per poter incrociare alcuni sguardi stupiti delle persone …. che spero (anzi sono convinta) si stessero rendendo conto che chi manifestava non era così diverso da tutti gli altri.
Perchè il Pride non è fatto solo dell’aspetto goliardico (bellissimo e irrinunciabile) , c’è MOOOOOLTO altro.