Il sinodo diocesano di San Diego, i fedeli e le persone lgbt
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 10 novembre 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Ieri Bondings 2.0 ha dato notizia di come sono state affrontate le tematiche LGBT al sinodo diocesano sulla famiglia della diocesi di San Diego (Stati Uniti), in special modo raccomandando una maggiore apertura pastorale e una maggiore educazione sullo sviluppo della coscienza. Mentre le tematiche LGBT sono state discusse soltanto di sfuggita, nutriamo la speranza che vengano affrontate più approfonditamente nel prossimo sinodo diocesano del 2018.
Il motivo di questo ottimismo sta nel fatto che la diocesi ha già scelto l’argomento per il prossimo sinodo: i giovani adulti. Come mostrano i sondaggi e l’opinione generale, le questioni LGBT contano molto per questa fascia di popolazione ed sono tra i motivi principali dell’abbandono della Chiesa da parte dei giovani.
Almeno uno degli uffici diocesani ha già riconosciuto l’importanza delle questioni LGBT per la generazione più giovane.
Il National Catholic Reporter ha parlato con John Dolan, vicario per il clero e parroco di due parrocchie di San Diego, sul sinodo in generale e, più specificatamente, sull’apertura alle persone LGBT: “Ci sono due modi diversi di fare Chiesa: una è molto dialogica, permeata da un senso di confronto, l’altra è una sorta di monologo. Noi abbiamo a che fare con un mondo di monologhi: le cose arrivano dall’alto, vengono accantonate nell’angolo da qualche sacerdote, e poi c’è qualche pensiero ‘libero’, ma, alla fine della fiera è tutto un: ‘Vi diciamo noi cosa pensare’.
“Dolan, le cui parrocchie coincidono con l’area di Hillcrest – che è nota come il quartiere lesbico, gay, transgender e bisessuale di San Diego – ha aggiunto che la mancanza di attenzione a questa fetta di popolazione durante il sinodo è stata come il proverbiale ‘elefante nella stanza’. “I giovani adulti” ha affermato Dolan “accettano l’esperienza LGBT. Fa semplicemente parte del loro mondo. Ci guardano e dicono: ‘Qual è il problema?’”.
È interessante come il vescovo Robert McElroy, che ha dato il via al sinodo di San Diego, abbia detto di essere rimasto sorpreso dal fatto che i delegati del sinodo appena concluso abbiano dato voce in modo così rilevante alle questioni LGBT. Come ha riferito al National Catholic Reporter: “Ci sono state molte sorprese, ma… per me è stata una grande sorpresa vedere cosa sarebbe nato. Nelle cinque aree di discussione che ho impostato, partendo dalla Amoris Laetitia, non è stato facile capire dove infilarle in modo corretto. Non c’entrano propriamente con il matrimonio, né con l’infanzia, sebbene sia molto importante il modo di porre la questione [omosessuale] ai bambini, ai giovano adulti e agli adolescenti. Ma, cosa che per me è molto interessante, credo che tutto nasca dalla spiritualità del matrimonio.
“I delegati sinodali hanno raccomandato alla diocesi di creare un ufficio per la spiritualità della famiglia e questa apertura alle persone LGBT fa parte del ministero. Monsignor McElroy ha spiegato che la raccomandazione fattagli dal gruppo di delegati è che l’ufficio includa famiglie LGBT e altre famiglie non tradizionali.
“Non chiamatelo ufficio per la pastorale matrimoniale e la vita famigliare, chiamatelo ufficio della spiritualità della famiglia. C’è una specie di piramide… che include tutti i tipi di famiglia. Hanno detto: ‘Questa non è una dichiarazione sociologica… la nostra spiritualità cattolica della famiglia per noi include anche questo’. Persone gay, lesbiche, transgender, bisessuali, o di qualunque altro genere… sono parte delle nostre stesse famiglie, questo fa parte di ciò che significa la vita famigliare”.
Una degli esperti teologhe del sinodo diocesano, Emily Reimer-Barry, preside del dipartimento di teologia e studi religiosi dell’Università di San Diego, concorda che, nel corso dell’incontro appena conclusosi, le voci delle stesse persone LGBT non siano state ascoltate. Ecco i suoi pensieri, in un articolo del National Catholic Reporter: “Emily Reimer-Barry è d’accordo che, ora come ora, la comunità LGBT, e nello specifico le coppie omosessuali sposate, siano sostanzialmente escluse, ma ha detto anche di essersi sentita ispirata dall’omelia di apertura di monsignor McElroy nella quale ‘ha fatto riferimento alla storia di Maria e Giuseppe del vangelo di Matteo: rifugiati in cerca di salvezza. Si deve bandire il giudizio a tutti i costi. La Chiesa non è per i puri, è per tutti. Divorziati, sposati civilmente, membri della stessa famiglia divisi dall’immigrazione: esistono tante istanze famigliari che sollecitano il nostro contesto. Ripetere ciò che dice la Chiesa non è abbastanza. Un modo davvero provocatorio di pensare a come essere Chiesa qui a San Diego è focalizzarci su di essa come un ospedale da campo, come ha detto papa Francesco nella sua recente esortazione’.”
Il vescovo McElroy potrebbe e dovrebbe rimediare a questa omissione nel prossimo sinodo, dove certamente le problematiche LGBT saranno un argomento in prima linea. Ha già fatto alcuni gesti importanti nei confronti della comunità LGBT in generale e della comunità cattolica LGBT di San Diego in particolare. L’Union-Tribune ha scritto che monsignor Richard Duncanson, parroco della chiesa della Natività di Rancho Santa Fe, ha riconosciuto che la Chiesa locale deve iniziare un dialogo sui temi LGBT: “Come dobbiamo porci con le persone che vivono unioni irregolari, le relazioni d’amore omosessuali? Come possiamo riconoscerne la bontà senza equipararle al matrimonio?”
Il giornale ha scritto che i cattolici LGBT sono pronti ad iniziare questo dialogo: “’Questa conversazione è la benvenuta’ ha detto Patrick Ambrosio, vice presidente della sede di San Diego di Dignity, un gruppo cattolico LGBT di portata nazionale: ‘Dignity è stata fondata a San Diego nel 1969. Tuttavia, i contatti tra il gruppo locale e la diocesi sono stati virtualmente inesistenti fino a poco tempo fa. La scorsa estate la diocesi ha invitato Dignity (Associazione dei cattolici lgbt) a partecipare ad una Notte dei Cattolici ai giochi di Padres. È stato, in assoluto, uno dei primi scambi mai avuti’”.
Il Sinodo sulla Gioventù del 2018 sarà una grande opportunità per la Chiesa Cattolica di San Diego per parlare di argomenti LGBT. Ma perché aspettare così a lungo? La diocesi ha già invitato i cattolici LGBT ad un torneo di baseball. I leader ecclesiastici potranno fare un passo in più ed invitarli a sedere e a dialogare su importanti argomenti pastorali?
Testo originale: San Diego’s Diocesan Synod on Family Touches on LGBT Topics–Part II