Il teologo cattolico Goertz: “L’omosessualità non deve più essere condannata dalla Chiesa”
Articolo pubblicato sul sito Gayburg il 4 settembre 2015
Il sito ufficiale della Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato un’interessante intervista al teologo morale Stephan Goertz, autore del libro “Chi sono io per giudicare? L’omosessualità e la Chiesa cattolica”.
Goertz sostiene che l’omosessualità non debba più essere condannata dalla Chiesa perché i tempi sono ormai cambiati: ai tempi della Bibbia «la procreazione era il primo fine, dato da Dio, della sessualità» e «la sessualità aveva come primo scopo assicurare la sopravvivenza della popolazione» ma «questa non è più la situazione di oggi e dal Concilio Vaticano II non è nemmeno più il nostro insegnamento sulla sessualità».
Si è dunque dinnanzi a chi riconduce i testi della Bibbia a ciò che la teologia ben sa, ossia che Vecchio Testamento non è rivelato ed è stato scritto da uomini che hanno attribuito una volontà divina a fattori storici del tempo. Nulla in più che una preghiera e, come tale, opinabile se estrapolata dal suo contesto (anche perché quello è il metodo che permette di sostenere tutto e il contrario di tutto attraverso vari versetti). Il teologo sottolinea così come le unioni omosessuali debbano esse rispettate «e non discriminate o criminalizzate» ed in vista del prossimo Sinodo sulla famiglia spera che «le vecchie condanne degli atti omosessuali siano lasciate cadere».
Ma non solo, Goertz sostiene anche che «ci si può chiedere se una relazione d’amore omosessuale, fedele, che si concepisce all’interno del quadro della fede nel Dio di Israele, non possa persino avere un carattere sacramentale».